Il testo discute di alcuni contributi di Tullio Seppilli attraverso cui è possibile inquadrare la sua specifica ricerca sulla efficacia delle terapie. Ne emerge una idea complessa in cui convergono interessi verso specifici meccanismi fisiologici, attivati da peculiari meccanismi culturali, che portano lo studioso a un confronto con le scienze “psi”, così come con quelle neurofisiologiche e con quanti, tra gli antropologi, hanno lavorato su questo tema. La questione in Seppilli è resa più complessa dal rapporto stretto che egli rimarca tra specifiche configurazioni culturali, viste nella loro storicità, e le condizioni materiali di esistenza del gruppo in cui esse si ritrovano. L’insistenza verso le condizioni materiali va vista come connessa all’impianto teorico gramsciano e marxista su cui egli fonda la sua ricerca in antropologia medica. Ciò è reso evidente dai contributi teorici, presi in esame in questo testo, in cui egli delinea chiaramente la sua concezione dinamica dell’insieme delle concezioni e delle pratiche terapeutiche che si è soliti definire come popolari che, gramscianamente, non sono viste come uno spazio conchiuso ma in costante relazione dinamica, benché dotato di una sua autonomia, con le pratiche egemoniche, così come con altre di diversa origine. Non quindi un generico riferimento alle classi popolari, o comunque subalterne, dotate di loro propri specifici dispositivi terapeutici come riflesso di una più vasta cultura popolare, vista come spazio autonomo; quanto piuttosto specifiche forme storiche di concezioni e pratiche terapeutiche che vanno collocate entro il quadro di peculiari processi di circolazione culturale e di specifici rapporti di classe, di egemonie, di potere.
L’efficacia tra simbolo e condizioni materiali di esistenza / Schirripa, GIUSEPPE DOMENICO. - In: AM. - ISSN 1593-2737. - 49(2020), pp. 181-193.
L’efficacia tra simbolo e condizioni materiali di esistenza
Schirripa Giuseppe Domenico
2020
Abstract
Il testo discute di alcuni contributi di Tullio Seppilli attraverso cui è possibile inquadrare la sua specifica ricerca sulla efficacia delle terapie. Ne emerge una idea complessa in cui convergono interessi verso specifici meccanismi fisiologici, attivati da peculiari meccanismi culturali, che portano lo studioso a un confronto con le scienze “psi”, così come con quelle neurofisiologiche e con quanti, tra gli antropologi, hanno lavorato su questo tema. La questione in Seppilli è resa più complessa dal rapporto stretto che egli rimarca tra specifiche configurazioni culturali, viste nella loro storicità, e le condizioni materiali di esistenza del gruppo in cui esse si ritrovano. L’insistenza verso le condizioni materiali va vista come connessa all’impianto teorico gramsciano e marxista su cui egli fonda la sua ricerca in antropologia medica. Ciò è reso evidente dai contributi teorici, presi in esame in questo testo, in cui egli delinea chiaramente la sua concezione dinamica dell’insieme delle concezioni e delle pratiche terapeutiche che si è soliti definire come popolari che, gramscianamente, non sono viste come uno spazio conchiuso ma in costante relazione dinamica, benché dotato di una sua autonomia, con le pratiche egemoniche, così come con altre di diversa origine. Non quindi un generico riferimento alle classi popolari, o comunque subalterne, dotate di loro propri specifici dispositivi terapeutici come riflesso di una più vasta cultura popolare, vista come spazio autonomo; quanto piuttosto specifiche forme storiche di concezioni e pratiche terapeutiche che vanno collocate entro il quadro di peculiari processi di circolazione culturale e di specifici rapporti di classe, di egemonie, di potere.File | Dimensione | Formato | |
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