In questo contributo si propone un’analisi sull’agency delle giovani donne islamiche residenti in Italia, a partire dai vissuti e dalle esperienze quotidiane narrati in 88 interviste. A fungere da espediente per stimolare i racconti era un’osservazione sul fatto che le protagoniste indossassero o meno il velo. Questo simbolo politico, culturale e religioso segnala le differenze all’interno della società, ed è in grado di mettere in luce la costruzione di genere, così come le continue negoziazioni di donne inserite in comunità transnazionali sospese tra tradizione e (presunte) modernità. Per questo, gli interrogativi delle ricerche qui presentate miravano a investigare come le giovani donne islamiche di nuova generazione attuassero meccanismi di costruzione di genere mediando tra inclinazioni private e rappresentazioni pubbliche. Quanto la percezione del senso comune influenza le scelte di visibilità pubblica imposte dal velo? Come si tessono i fili che ricompongono tradizioni culturali, pratiche religiose e l’integrazione con la società italiana? Come si attua il display (anche politico) del genere? Con quali meccanismi di r-esistenza si rivendica l’autenticità rispetto a pregiudizi e aspettative pubbliche e familiari? Le testimonianze raccolte provengono da due progetti di ricerca che avevano l’obiettivo comune di conoscere le donne di origine straniera nelle loro esperienze quotidiane, convergendo l’interesse sulla capacità di posizionare la loro costruzione di genere rispetto alla società e alla cultura italiana. L’occasione dell’interferenza (e delle comuni inferenze) è stata data dalla partecipazione delle autrici a entrambi i gruppi di ricerca. Il primo progetto, Il pretesto del velo, è il perno principale del lavoro qui presentato. Trattasi di un Laboratorio che ha coinvolto le studentesse e gli studenti di un corso di Sociologia della Sapienza Università di Roma, con l’obiettivo esplicito di indagare identità, aspettative e percezioni delle giovani donne di origine islamica in Italia, a partire da un oggetto – il velo, appunto – che si immaginava un pretesto ideale per far emergere sentimenti e contraddizioni su temi delicati, a cavallo tra vita pubblica e privata. Fra il 2017 e il 2018 si sono raccolte 68 testimonianze di donne di età compresa tra i 18 e i 30 anni. A questo corpus principale si sono aggiunte altre 20 interviste a giovani studentesse tra i 19 e i 26 anni, residenti in sette città italiane (Roma, Palermo, Cagliari, Bologna, Milano, Torino, Padova), realizzate nell’ambito di un progetto UE – Oltre l’orizzonte. Contro-narrazioni dai margini al centro – partecipato, tra gli altri, dagli atenei di Roma Tor Vergata, Roma Sapienza, Cagliari e Palermo. In questo caso l’obiettivo era di sondare la quotidianità delle intervistate per riflettere sulla prevenzione dei fenomeni di radicalizzazione religiosa; il tema del velo è stato sollevato (spesso autonomamente) dalle intervistate, suggerendo l’integrazione con quanto emerso da Il pretesto del velo. Dalle interviste è emerso il profilo di donne orgogliose e pragmatiche, per le quali l’ostentazione delle peculiarità di genere (nella vita quotidiana, nelle scelte di abbigliamento, nelle relazioni con l’altro sesso) è frutto di bilanciamenti relazionali derivanti da percorsi individuali, attualità politica e costrizioni pubbliche, nonché da processi giustificativi della e dalla tradizione.
Display di genere e autodeterminazione tra rassegnazione e r-esistenze. Una ricerca qualitativa sulle donne di nuova generazione in Italia / Peruzzi, Gaia; Massa, Alessandra. - (2020), pp. 429-440.
Display di genere e autodeterminazione tra rassegnazione e r-esistenze. Una ricerca qualitativa sulle donne di nuova generazione in Italia
Gaia, Peruzzi
Primo
;Alessandra, Massa
2020
Abstract
In questo contributo si propone un’analisi sull’agency delle giovani donne islamiche residenti in Italia, a partire dai vissuti e dalle esperienze quotidiane narrati in 88 interviste. A fungere da espediente per stimolare i racconti era un’osservazione sul fatto che le protagoniste indossassero o meno il velo. Questo simbolo politico, culturale e religioso segnala le differenze all’interno della società, ed è in grado di mettere in luce la costruzione di genere, così come le continue negoziazioni di donne inserite in comunità transnazionali sospese tra tradizione e (presunte) modernità. Per questo, gli interrogativi delle ricerche qui presentate miravano a investigare come le giovani donne islamiche di nuova generazione attuassero meccanismi di costruzione di genere mediando tra inclinazioni private e rappresentazioni pubbliche. Quanto la percezione del senso comune influenza le scelte di visibilità pubblica imposte dal velo? Come si tessono i fili che ricompongono tradizioni culturali, pratiche religiose e l’integrazione con la società italiana? Come si attua il display (anche politico) del genere? Con quali meccanismi di r-esistenza si rivendica l’autenticità rispetto a pregiudizi e aspettative pubbliche e familiari? Le testimonianze raccolte provengono da due progetti di ricerca che avevano l’obiettivo comune di conoscere le donne di origine straniera nelle loro esperienze quotidiane, convergendo l’interesse sulla capacità di posizionare la loro costruzione di genere rispetto alla società e alla cultura italiana. L’occasione dell’interferenza (e delle comuni inferenze) è stata data dalla partecipazione delle autrici a entrambi i gruppi di ricerca. Il primo progetto, Il pretesto del velo, è il perno principale del lavoro qui presentato. Trattasi di un Laboratorio che ha coinvolto le studentesse e gli studenti di un corso di Sociologia della Sapienza Università di Roma, con l’obiettivo esplicito di indagare identità, aspettative e percezioni delle giovani donne di origine islamica in Italia, a partire da un oggetto – il velo, appunto – che si immaginava un pretesto ideale per far emergere sentimenti e contraddizioni su temi delicati, a cavallo tra vita pubblica e privata. Fra il 2017 e il 2018 si sono raccolte 68 testimonianze di donne di età compresa tra i 18 e i 30 anni. A questo corpus principale si sono aggiunte altre 20 interviste a giovani studentesse tra i 19 e i 26 anni, residenti in sette città italiane (Roma, Palermo, Cagliari, Bologna, Milano, Torino, Padova), realizzate nell’ambito di un progetto UE – Oltre l’orizzonte. Contro-narrazioni dai margini al centro – partecipato, tra gli altri, dagli atenei di Roma Tor Vergata, Roma Sapienza, Cagliari e Palermo. In questo caso l’obiettivo era di sondare la quotidianità delle intervistate per riflettere sulla prevenzione dei fenomeni di radicalizzazione religiosa; il tema del velo è stato sollevato (spesso autonomamente) dalle intervistate, suggerendo l’integrazione con quanto emerso da Il pretesto del velo. Dalle interviste è emerso il profilo di donne orgogliose e pragmatiche, per le quali l’ostentazione delle peculiarità di genere (nella vita quotidiana, nelle scelte di abbigliamento, nelle relazioni con l’altro sesso) è frutto di bilanciamenti relazionali derivanti da percorsi individuali, attualità politica e costrizioni pubbliche, nonché da processi giustificativi della e dalla tradizione.File | Dimensione | Formato | |
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