The environmental conditions that historically made the stable settlement of the population problematic have often led to the experimentation of the cultivation of non-native, invasive and non-invasive species in the Roman countryside: plants with drainage functions to remove land from swamps, and therefore from malaria, others as a secondary effect of seasonal migratory movements for carrying out adventitious works in the Roman latifundium. Seasonal workers, which can be identified until the first half of the twentieth century, have tried to reproduce familiar landscapes by creating vegetable gardens with crops from the areas of origin. The reclamation activities, to the south and north of the capital, led to the inclusion of non-native exotic species. Currently the phenomenon occurs again due to the presence of workers in the agricultural sector from non-European countries who, both for self-consumption and to meet market needs, produce allochthonous species. Within this scenario, geographically relevant aspects are identified with reference to the economic, health and ecological impacts associated with the cultivation of exotic species.

Le condizioni ambientali che storicamente hanno reso problematico l’insediamento stabile di popolazione hanno portato spesso a sperimentare nell’Agro romano la coltivazione di specie alloctone, invasive e non invasive. Piante con funzioni di drenaggio per sottrarre terra alle paludi, e quindi alla malaria, altre come effetto secondario dei movimenti migratori stagionali per lo svolgimento di lavori avventizi nel latifondo romano. I migranti stagionali, che è possibile individuare fino alla prima metà del Novecento, hanno cercato di riprodurre in alcuni casi i paesaggi a loro familiari realizzando orti con coltivazioni delle aree di provenienza. La bonifica, a sud e a nord della capitale, ha determinato l’inserimento di specie esotiche non native. Attualmente il fenomeno si ripropone per via della presenza di addetti al settore agricolo provenienti da paesi extra-europei che, sia per uso personale sia per rispondere alle esigenze di mercato, producono specie alloctone. Nella portata di questo scenario si individuano aspetti geograficamente rilevanti in riferimento agli impatti economici, sanitari ed ecologici legati alla coltivazione di specie esotiche.

«Nuove» produzioni agricole, passato e presente nell’agro romano / Morri, Riccardo; Leonardi, Sandra. - In: WORKING PAPERS. - ISSN 2465-2059. - 2(2020), pp. 2-16.

«Nuove» produzioni agricole, passato e presente nell’agro romano

riccardo morri;sandra leonardi
2020

Abstract

The environmental conditions that historically made the stable settlement of the population problematic have often led to the experimentation of the cultivation of non-native, invasive and non-invasive species in the Roman countryside: plants with drainage functions to remove land from swamps, and therefore from malaria, others as a secondary effect of seasonal migratory movements for carrying out adventitious works in the Roman latifundium. Seasonal workers, which can be identified until the first half of the twentieth century, have tried to reproduce familiar landscapes by creating vegetable gardens with crops from the areas of origin. The reclamation activities, to the south and north of the capital, led to the inclusion of non-native exotic species. Currently the phenomenon occurs again due to the presence of workers in the agricultural sector from non-European countries who, both for self-consumption and to meet market needs, produce allochthonous species. Within this scenario, geographically relevant aspects are identified with reference to the economic, health and ecological impacts associated with the cultivation of exotic species.
2020
Le condizioni ambientali che storicamente hanno reso problematico l’insediamento stabile di popolazione hanno portato spesso a sperimentare nell’Agro romano la coltivazione di specie alloctone, invasive e non invasive. Piante con funzioni di drenaggio per sottrarre terra alle paludi, e quindi alla malaria, altre come effetto secondario dei movimenti migratori stagionali per lo svolgimento di lavori avventizi nel latifondo romano. I migranti stagionali, che è possibile individuare fino alla prima metà del Novecento, hanno cercato di riprodurre in alcuni casi i paesaggi a loro familiari realizzando orti con coltivazioni delle aree di provenienza. La bonifica, a sud e a nord della capitale, ha determinato l’inserimento di specie esotiche non native. Attualmente il fenomeno si ripropone per via della presenza di addetti al settore agricolo provenienti da paesi extra-europei che, sia per uso personale sia per rispondere alle esigenze di mercato, producono specie alloctone. Nella portata di questo scenario si individuano aspetti geograficamente rilevanti in riferimento agli impatti economici, sanitari ed ecologici legati alla coltivazione di specie esotiche.
Agro romano; Imprenditoria straniera; Paesaggio; Specie alloctone / Agro romano; Foreign entrepreneur; Landscape; Non-native species
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
«Nuove» produzioni agricole, passato e presente nell’agro romano / Morri, Riccardo; Leonardi, Sandra. - In: WORKING PAPERS. - ISSN 2465-2059. - 2(2020), pp. 2-16.
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