Pier Francesco Fiorenzuoli da Viterbo è una figura poco nota al di fuori di una ristretta cerchia di specialisti dell’architettura militare del primo Cinquecento italiano. Eppure le notizie disponibili testimoniano di un’attività professionale estremamente estesa, che lo ha visto impegnato in alcuni tra i principali cantieri militari aperti nell’Italia centrale e settentrionale, tra la metà degli anni venti e il 1537, anno della sua morte. Nato a Viterbo intorno al 1470, il Fiorenzuoli, intraprende fin da giovanissimo il mestiere delle armi, maturando anche specifiche competenze in materia di fortificazioni. Le prime attestazioni attendibili di un suo impegno in questo settore risalgono soltanto alla metà degli anni Venti, ma fanno presupporre l’acquisizione di una già solida professionalità. A partire da quel periodo le menzioni documentarie e cronacistiche testimoniano di incarichi che si susseguono con ritmo a volte convulso e vedono Pier Francesco attivo al servizio di Clemente VII, Della Repubblica di Venezia, di Francesco della Rovere, Duca di Urbino, di Alessandro de’ Medici, a Firenze, e Paolo III. Nel complesso quello che emerge dalle fonti è il profilo di un tecnico specialista di notevole qualificazione e di grande fama, che lavora a stretto contatto con alcuni degli architetti e degli uomini d’arme più importanti dell’epoca, assumendo spesso un ruolo di primo piano nella concezione e nella messa a punto delle imprese costruttive nelle quali è coinvolto. Nella gran parte dei casi non è possibile definire il suo effettivo contributo alla loro concezione e alla loro attuazione, anche per la complessità organizzativa delle iniziative, regolarmente gestite con l’apporto, spesso sincronico, di diversi i tecnici. Appare evidente, pertanto, la necessità di promuovere ulteriori approfondimenti, specificamente rivolti ad indagare gli apporti del’ingegnere viterbese sul piano progettuale, oltre che nell’organizzazione e nella gestione delle fasi di realizzazione. Le più aggiornate ricerche sul tema, però, consentono di riconoscere almeno due temi di riflessione fondamentali per una rivalutazione critica dell’opera di Pier Francesco da Viterbo e del suo apporto alla sperimentazione e alla affermazione di nuove soluzioni progettuali. Il primo riguarda le competenze specialistiche che l’ingegnere viterbese sembra aver esplicato nella definizione di fortificazioni in terra, la cui introduzione ha costituito un portato tra i più significativi dei tecnici militari al rinnovamento della prassi operativa. Un secondo aspetto è dato dall’impiego del bastione a fianchi dritti, elemento ricorrente nelle opere per le quali è attestato il suo coinvolgimento, nella forma con piazze ribassate e con angoli di innesto dei fianchi sulle cortine tendenzialmente retti. Nella messa a punto di questa componente peculiare dell’architettura militare del secondo quarto del Cinquecento potrebbe riconoscersi il contributo più significativo dell’ingegnere viterbese al rinnovamento delle tecniche di fortificazione: un contributo certamente all’altezza della sua straordinaria fama.

Pier Francesco da Viterbo, "Ingegnere excellentissimo", nel panorama dell'architettura militare italiana del primo Cinquecento / Villa, Guglielmo. - In: STORIA DELL'URBANISTICA. - ISSN 2035-8733. - STAMPA. - 1:II(2009), pp. 7-16.

Pier Francesco da Viterbo, "Ingegnere excellentissimo", nel panorama dell'architettura militare italiana del primo Cinquecento

VILLA, Guglielmo
2009

Abstract

Pier Francesco Fiorenzuoli da Viterbo è una figura poco nota al di fuori di una ristretta cerchia di specialisti dell’architettura militare del primo Cinquecento italiano. Eppure le notizie disponibili testimoniano di un’attività professionale estremamente estesa, che lo ha visto impegnato in alcuni tra i principali cantieri militari aperti nell’Italia centrale e settentrionale, tra la metà degli anni venti e il 1537, anno della sua morte. Nato a Viterbo intorno al 1470, il Fiorenzuoli, intraprende fin da giovanissimo il mestiere delle armi, maturando anche specifiche competenze in materia di fortificazioni. Le prime attestazioni attendibili di un suo impegno in questo settore risalgono soltanto alla metà degli anni Venti, ma fanno presupporre l’acquisizione di una già solida professionalità. A partire da quel periodo le menzioni documentarie e cronacistiche testimoniano di incarichi che si susseguono con ritmo a volte convulso e vedono Pier Francesco attivo al servizio di Clemente VII, Della Repubblica di Venezia, di Francesco della Rovere, Duca di Urbino, di Alessandro de’ Medici, a Firenze, e Paolo III. Nel complesso quello che emerge dalle fonti è il profilo di un tecnico specialista di notevole qualificazione e di grande fama, che lavora a stretto contatto con alcuni degli architetti e degli uomini d’arme più importanti dell’epoca, assumendo spesso un ruolo di primo piano nella concezione e nella messa a punto delle imprese costruttive nelle quali è coinvolto. Nella gran parte dei casi non è possibile definire il suo effettivo contributo alla loro concezione e alla loro attuazione, anche per la complessità organizzativa delle iniziative, regolarmente gestite con l’apporto, spesso sincronico, di diversi i tecnici. Appare evidente, pertanto, la necessità di promuovere ulteriori approfondimenti, specificamente rivolti ad indagare gli apporti del’ingegnere viterbese sul piano progettuale, oltre che nell’organizzazione e nella gestione delle fasi di realizzazione. Le più aggiornate ricerche sul tema, però, consentono di riconoscere almeno due temi di riflessione fondamentali per una rivalutazione critica dell’opera di Pier Francesco da Viterbo e del suo apporto alla sperimentazione e alla affermazione di nuove soluzioni progettuali. Il primo riguarda le competenze specialistiche che l’ingegnere viterbese sembra aver esplicato nella definizione di fortificazioni in terra, la cui introduzione ha costituito un portato tra i più significativi dei tecnici militari al rinnovamento della prassi operativa. Un secondo aspetto è dato dall’impiego del bastione a fianchi dritti, elemento ricorrente nelle opere per le quali è attestato il suo coinvolgimento, nella forma con piazze ribassate e con angoli di innesto dei fianchi sulle cortine tendenzialmente retti. Nella messa a punto di questa componente peculiare dell’architettura militare del secondo quarto del Cinquecento potrebbe riconoscersi il contributo più significativo dell’ingegnere viterbese al rinnovamento delle tecniche di fortificazione: un contributo certamente all’altezza della sua straordinaria fama.
2009
Pier Francesco da Viterbo; Architettura militare; Fortificazioni; Cinquecento
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Pier Francesco da Viterbo, "Ingegnere excellentissimo", nel panorama dell'architettura militare italiana del primo Cinquecento / Villa, Guglielmo. - In: STORIA DELL'URBANISTICA. - ISSN 2035-8733. - STAMPA. - 1:II(2009), pp. 7-16.
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