L’invecchiamento della popolazione è un fenomeno relativamente nuovo nella storia dell’uomo e questo mutamento epocale dell’epidemiologia sta determinando problemi mai affrontati prima sul piano sociale e sanitario. Il numero dei soggetti ultrasessantenni a livello mondiale ha raggiunto la cifra di 900 milioni, pari al 12% della popolazione, con una previsione di 2,4 miliardi nel 2050, pari al 21% della popolazione totale. Ancora più complessa l’individuazione, e di conseguenza l’epidemiologia, del Mild Cognitive Impairment (MCI), considerato la fase iniziale di qualunque forma di demenza, caratterizzato da un lievissimo declino cognitivo rispetto ad un precedente livello di performances, di entità tale da interferire con le normali attività della vita quotidiana. Questa condizione si riscontra in circa il 19% degli ultrasessantacinquenni, con una percentuale di conversione in demenza del 46%. Anche riguardo l’MCI i dati sembrerebbero sottostimati, in quanto generalmente, molti soggetti non hanno una diagnosi nella fase precoce di malattia.
Diagnosi e trattamento precoce del declino cognitivo. Ruolo cruciale del medico di famiglia / Pucci, Ennio; Lucchese, Franco; Bacchi, Paolo; Nappi, Giuseppe. - In: CONFINIA CEPHALALGICA. - ISSN 1122-0279. - 30:2(2020), pp. 93-98.
Diagnosi e trattamento precoce del declino cognitivo. Ruolo cruciale del medico di famiglia
Franco Lucchese;Giuseppe Nappi
2020
Abstract
L’invecchiamento della popolazione è un fenomeno relativamente nuovo nella storia dell’uomo e questo mutamento epocale dell’epidemiologia sta determinando problemi mai affrontati prima sul piano sociale e sanitario. Il numero dei soggetti ultrasessantenni a livello mondiale ha raggiunto la cifra di 900 milioni, pari al 12% della popolazione, con una previsione di 2,4 miliardi nel 2050, pari al 21% della popolazione totale. Ancora più complessa l’individuazione, e di conseguenza l’epidemiologia, del Mild Cognitive Impairment (MCI), considerato la fase iniziale di qualunque forma di demenza, caratterizzato da un lievissimo declino cognitivo rispetto ad un precedente livello di performances, di entità tale da interferire con le normali attività della vita quotidiana. Questa condizione si riscontra in circa il 19% degli ultrasessantacinquenni, con una percentuale di conversione in demenza del 46%. Anche riguardo l’MCI i dati sembrerebbero sottostimati, in quanto generalmente, molti soggetti non hanno una diagnosi nella fase precoce di malattia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.