Giulio Minoletti 1910-1981. Tra razionalità e scompiglio

“Gaio, ottimista, semplice, affascinante, appassionato, generoso, coraggioso.”: gli aggettivi impiegati da Gio Ponti nel 1959 nel presentare l’architetto milanese Giulio Minoletti costituiscono ancora una appropriata premessa alla conoscenza dell’opera di questo progettista, non fosse altro che per il fatto di ritrovare nella concretezza delle opere costruite proprio i riflessi della brillante personalità dell’autore. Non potendo dar conto dell’intero e considerevole corpus dell’attività di Minoletti - segnata da un impegno operativo esteso dalla piccola dimensione dell’oggetto d’uso sino alla grande scala dei problemi urbanistici -, lo scritto seleziona e ripercorre alcune delle tappe più significative del suo percorso, avanzando nuove interpretazioni su alcune opere architettoniche nelle quali è possibile rintracciare alcune peculiari tematiche espressive e compositive, fra tutte la peculiare formulazione di quegli equilibri di misura e di scompiglio ottenuti facendo irrompere l’elemento del sorprendente e dell’inaspettato all’interno di astratte e rigorose organizzazioni tecniche e tipologiche.