Il tema della mediazione culturale ha ricevuto, negli ultimi 50 anni, un’attenzione crescente nel dibattito pubblico europeo. Spesso collegato a questioni connesse con i processi migratori che hanno interessato l’Europa a cavallo tra la fine del Novecento e l’inizio del nuovo secolo, il concetto di mediazione – frequentemente aggettivato con il termine normativo “interculturale” più che con il corrispettivo descrittivo “culturale” – è diventato, nel tempo, un argomento che ha posto, con sempre maggior evidenza, problemi di ordine definitorio, tanto teorico-metodologici quanto pratici. Professionalizzata, in molti casi, prima di essere compiutamente teorizzata, la figura del mediatore si è sviluppata a partire da situazioni emergenziali che richiedevano interventi immediati di natura prevalentemente linguistica. Collocata tra i due poli dell’interpretariato e del “ponte tra culture”, essa è stata, dunque, variamente profilata, sia in ragione dei contesti nazionali all’interno dei quali risultava inscritta, sia in relazione ai processi attraverso i quali veniva, di volta in volta, caratterizzata e rimodulata. Attuata in diversi campi, ciascuno delimitato da proprie specificità, la mediazione, e con essa le peculiarità delle sfere ricomprese al suo interno – quella “religiosa” inclusa –, per quanto tema di stringente attualità, stenta a trovare in Europa, così come all’interno dei singoli Paesi europei, una cornice teorico-pratica comune, in grado di farla riconoscere come un’area significativa di comprensione e prassi. In linea con queste premesse, il presente lavoro intende offrire una prima analisi della mediazione culturale quale ambito di studio e lavoro, in modo da verificare, da un lato, quale sia lo stato dell’arte su tale argomento, che si configura, tuttora, come una questione aperta che vive all’intersezione delle discipline, e, dall’altra, quale potrebbe essere, in prospettiva, l’evoluzione futura di un campo, in cui particolare rilievo potrebbero acquisire, con livelli d’impatto differenti – e al fine di colmare la lacuna teorica specificamente esistente in tema di mediazione religiosa –, le indagini sulle religioni.
La mediazione culturale in Europa. Un primo quadro analitico / Bernardo, Angela. - In: STUDI E MATERIALI DI STORIA DELLE RELIGIONI. - ISSN 0393-8417. - 85:2(2019), pp. 829-849.
La mediazione culturale in Europa. Un primo quadro analitico
Angela Bernardo
2019
Abstract
Il tema della mediazione culturale ha ricevuto, negli ultimi 50 anni, un’attenzione crescente nel dibattito pubblico europeo. Spesso collegato a questioni connesse con i processi migratori che hanno interessato l’Europa a cavallo tra la fine del Novecento e l’inizio del nuovo secolo, il concetto di mediazione – frequentemente aggettivato con il termine normativo “interculturale” più che con il corrispettivo descrittivo “culturale” – è diventato, nel tempo, un argomento che ha posto, con sempre maggior evidenza, problemi di ordine definitorio, tanto teorico-metodologici quanto pratici. Professionalizzata, in molti casi, prima di essere compiutamente teorizzata, la figura del mediatore si è sviluppata a partire da situazioni emergenziali che richiedevano interventi immediati di natura prevalentemente linguistica. Collocata tra i due poli dell’interpretariato e del “ponte tra culture”, essa è stata, dunque, variamente profilata, sia in ragione dei contesti nazionali all’interno dei quali risultava inscritta, sia in relazione ai processi attraverso i quali veniva, di volta in volta, caratterizzata e rimodulata. Attuata in diversi campi, ciascuno delimitato da proprie specificità, la mediazione, e con essa le peculiarità delle sfere ricomprese al suo interno – quella “religiosa” inclusa –, per quanto tema di stringente attualità, stenta a trovare in Europa, così come all’interno dei singoli Paesi europei, una cornice teorico-pratica comune, in grado di farla riconoscere come un’area significativa di comprensione e prassi. In linea con queste premesse, il presente lavoro intende offrire una prima analisi della mediazione culturale quale ambito di studio e lavoro, in modo da verificare, da un lato, quale sia lo stato dell’arte su tale argomento, che si configura, tuttora, come una questione aperta che vive all’intersezione delle discipline, e, dall’altra, quale potrebbe essere, in prospettiva, l’evoluzione futura di un campo, in cui particolare rilievo potrebbero acquisire, con livelli d’impatto differenti – e al fine di colmare la lacuna teorica specificamente esistente in tema di mediazione religiosa –, le indagini sulle religioni.File | Dimensione | Formato | |
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