The essay focuses on a particular moment of Italian architecture, structural search in Rome in the fifties, a time that poses many issues relevant to contemporary architectural research. The most urgent concerns the definition of the boundary that distinguishes and divides the technical innovation of the building from the theoretical architecture and at the same time the possibility that this limit can be seen as a positive value in the contemporary architectural project. The reasons for concern are dependent on two factors, first the architectural research and "structures" in Italy in those annio was an example and reference for many architects and engineers in the world, think of Myron Goldsmith, and in particular to the project for the Bridge Garibaldi in 1955, with Charles Drive baskets, or analogy between the draft Goldsmith for a sports complex and the sports hall of Nervi Rome 1956, but also to the critical acclaim that had outside of Italy Pier Luigi Nervi and its Riccardo Morandi. On the other hand, it raises a question that having as object the limit of the specification imposes its relevance to contemporary architecture just a few questions regarding the distinction specialist knowledge.

Il saggio si concentra su un momento particolare dell’architettura italiana, la ricerca strutturale a Roma negli anni Cinquanta, un momento che pone molte questioni utili alla ricerca architettonica contemporanea. La più urgente riguarda la definizione del limite che distingue e divide l’innovazione tecnica del costruire dalla riflessione teorica nell’architettura e allo stesso tempo la possibilità per cui tale limite possa configurarsi come valenza positiva all’interno del progetto architettonico contemporaneo. Le ragioni di interesse dipendono da due fattori, da un lato la ricerca architettonica e “sulle strutture” in Italia in quegli annio fu esempio e riferimento per molti architetti e ingegneri nel mondo, si pensi a Myron Goldsmith ed in particolare al progetto per il Ponte Garibaldi del 1955, con Carlo Cestelli Guidi, o all’analogia tra il progetto di Goldsmith per un complesso sportivo e il palazzetto dello sport di Roma di Nervi del 1956, ma anche alla fortuna critica che ebbero fuori dall’Italia proprio Pier Luigi Nervi e Riccardo Morandi. Dall’altro lato si solleva una questione che avendo come oggetto il limite della pertinenza disciplinare impone proprio alla cultura architettonica contemporanea proprio alcuni interrogativi relativi alla distinzione specialistica delle conoscenze.

Il limite e la possibilità. Ricerca strutturale e architettura a Roma negli anni ‘50 / Nencini, Dina. - In: XY. - ISSN 2531-4971. - STAMPA. - 2:(2004), pp. 50-53.

Il limite e la possibilità. Ricerca strutturale e architettura a Roma negli anni ‘50.

NENCINI, Dina
2004

Abstract

The essay focuses on a particular moment of Italian architecture, structural search in Rome in the fifties, a time that poses many issues relevant to contemporary architectural research. The most urgent concerns the definition of the boundary that distinguishes and divides the technical innovation of the building from the theoretical architecture and at the same time the possibility that this limit can be seen as a positive value in the contemporary architectural project. The reasons for concern are dependent on two factors, first the architectural research and "structures" in Italy in those annio was an example and reference for many architects and engineers in the world, think of Myron Goldsmith, and in particular to the project for the Bridge Garibaldi in 1955, with Charles Drive baskets, or analogy between the draft Goldsmith for a sports complex and the sports hall of Nervi Rome 1956, but also to the critical acclaim that had outside of Italy Pier Luigi Nervi and its Riccardo Morandi. On the other hand, it raises a question that having as object the limit of the specification imposes its relevance to contemporary architecture just a few questions regarding the distinction specialist knowledge.
2004
Il saggio si concentra su un momento particolare dell’architettura italiana, la ricerca strutturale a Roma negli anni Cinquanta, un momento che pone molte questioni utili alla ricerca architettonica contemporanea. La più urgente riguarda la definizione del limite che distingue e divide l’innovazione tecnica del costruire dalla riflessione teorica nell’architettura e allo stesso tempo la possibilità per cui tale limite possa configurarsi come valenza positiva all’interno del progetto architettonico contemporaneo. Le ragioni di interesse dipendono da due fattori, da un lato la ricerca architettonica e “sulle strutture” in Italia in quegli annio fu esempio e riferimento per molti architetti e ingegneri nel mondo, si pensi a Myron Goldsmith ed in particolare al progetto per il Ponte Garibaldi del 1955, con Carlo Cestelli Guidi, o all’analogia tra il progetto di Goldsmith per un complesso sportivo e il palazzetto dello sport di Roma di Nervi del 1956, ma anche alla fortuna critica che ebbero fuori dall’Italia proprio Pier Luigi Nervi e Riccardo Morandi. Dall’altro lato si solleva una questione che avendo come oggetto il limite della pertinenza disciplinare impone proprio alla cultura architettonica contemporanea proprio alcuni interrogativi relativi alla distinzione specialistica delle conoscenze.
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Il limite e la possibilità. Ricerca strutturale e architettura a Roma negli anni ‘50 / Nencini, Dina. - In: XY. - ISSN 2531-4971. - STAMPA. - 2:(2004), pp. 50-53.
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