Il Convegno delle Stelline di quest’anno si configura come un momento fondamentale per interrogarsi e confrontarsi su quali siano i ruoli che le biblioteche possono e devono ricoprire nei confronti del raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Davanti a questi interrogativi si è pensato che fosse necessario fare un passo indietro e domandarsi: il contesto in cui i bibliotecari italiani operano permette di raggiungere tali obiettivi? In altre parole: la professione bibliotecaria italiana si configura come un lavoro “sostenibile” in cui sussistono le condizioni lavorative adeguate a conseguire tali fini? Associare il tema della sostenibilità al tema del lavoro non è nuovo all’Agenda 2030: l’obiettivo n. 8 “Lavoro dignitoso e Sviluppo economico” vuole infatti incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti. Il taglio che si intende dare a questo contributo mira a ragionare sui molteplici significati del concetto di “lavoro sostenibile” circoscrivendolo alla sola professione bibliotecaria e non rimanendo esclusivamente ancorati all’interpretazione che ne dà l’Agenda 2030, ma facendosi stimolare anche da altri studi. La sostenibilità viene infatti interpretata da parte della letteratura economica come un elemento chiave per poter affrontare positivamente problematiche quali i cambiamenti demografici e le esigenze di flessibilità, produttività ed economicità pretese dal mercato del lavoro attuale. Secondo alcuni contributi sviluppare un mercato del lavoro sostenibile, in cui qualità e benessere lavorativo ricoprono un peso notevole, non porta solo vantaggi al lavoratore, ma anche all’azienda – alla biblioteca dunque nel nostro contesto – in termini di efficienza ed efficacia di prestazioni. Si verrebbe dunque a creare quel contesto idoneo alla costruzione di una qualsiasi progettualità. I dati emersi da una ricerca sul campo sul sentire del bibliotecario nei confronti della biblioteca pubblica italiana - attuata nel contesto della Scuola di Specializzazione in Beni Archivistici e Librari della Sapienza – hanno permesso di individuare alcune delle problematiche - mancanza di riconoscimento economico, giuridico e sociale della professione; soddisfazione lavorativa; diseguaglianze di trattamento in base alla tipologia contrattuale di assunzione - che possono influire sul benessere lavorativo in biblioteca. A partire da queste considerazioni si vuole aprire un momento di confronto e riflessione finalizzato all’individuazione delle tematiche principali su cui i bibliotecari dovrebbero lavorare per rendere “sostenibile” la propria professione, a vantaggio loro e della biblioteca.
La professione bibliotecaria in Italia: un lavoro “sostenibile”? / Battaggia, Maddalena. - (2020), pp. 296-317. (Intervento presentato al convegno Biblioteche e sviluppo sostenibile. Azioni, strategie, indicatori, impatto tenutosi a Milano, Fondazione Stelline, corso Magenta 61).
La professione bibliotecaria in Italia: un lavoro “sostenibile”?
Maddalena Battaggia
2020
Abstract
Il Convegno delle Stelline di quest’anno si configura come un momento fondamentale per interrogarsi e confrontarsi su quali siano i ruoli che le biblioteche possono e devono ricoprire nei confronti del raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Davanti a questi interrogativi si è pensato che fosse necessario fare un passo indietro e domandarsi: il contesto in cui i bibliotecari italiani operano permette di raggiungere tali obiettivi? In altre parole: la professione bibliotecaria italiana si configura come un lavoro “sostenibile” in cui sussistono le condizioni lavorative adeguate a conseguire tali fini? Associare il tema della sostenibilità al tema del lavoro non è nuovo all’Agenda 2030: l’obiettivo n. 8 “Lavoro dignitoso e Sviluppo economico” vuole infatti incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti. Il taglio che si intende dare a questo contributo mira a ragionare sui molteplici significati del concetto di “lavoro sostenibile” circoscrivendolo alla sola professione bibliotecaria e non rimanendo esclusivamente ancorati all’interpretazione che ne dà l’Agenda 2030, ma facendosi stimolare anche da altri studi. La sostenibilità viene infatti interpretata da parte della letteratura economica come un elemento chiave per poter affrontare positivamente problematiche quali i cambiamenti demografici e le esigenze di flessibilità, produttività ed economicità pretese dal mercato del lavoro attuale. Secondo alcuni contributi sviluppare un mercato del lavoro sostenibile, in cui qualità e benessere lavorativo ricoprono un peso notevole, non porta solo vantaggi al lavoratore, ma anche all’azienda – alla biblioteca dunque nel nostro contesto – in termini di efficienza ed efficacia di prestazioni. Si verrebbe dunque a creare quel contesto idoneo alla costruzione di una qualsiasi progettualità. I dati emersi da una ricerca sul campo sul sentire del bibliotecario nei confronti della biblioteca pubblica italiana - attuata nel contesto della Scuola di Specializzazione in Beni Archivistici e Librari della Sapienza – hanno permesso di individuare alcune delle problematiche - mancanza di riconoscimento economico, giuridico e sociale della professione; soddisfazione lavorativa; diseguaglianze di trattamento in base alla tipologia contrattuale di assunzione - che possono influire sul benessere lavorativo in biblioteca. A partire da queste considerazioni si vuole aprire un momento di confronto e riflessione finalizzato all’individuazione delle tematiche principali su cui i bibliotecari dovrebbero lavorare per rendere “sostenibile” la propria professione, a vantaggio loro e della biblioteca.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.