Da anni nel nostro ordinamento si osserva la tendenza ad affrontare congiuntamente fenomeni politico-sociali in realtà assolutamente disomogenei fra loro, come l’immigrazione, la criminalità organizzata, la mafia, il terrorismo, l’eversione, il conflitto sociale, questioni che vengono indistintamente identificate come “problemi di sicurezza pubblica”. Simile tendenza si rende esplicita nei titoli di alcuni decreti legge degli ultimi anni che uniscono sotto il comun denominatore della straordinaria necessità ed emergenza problematiche eterogenee fra loro e con radici socio-economiche profondamente diverse. Il decreto legge n. 113 del 2018 (c.d. decreto Salvini) – entrato in vigore il 4 ottobre 2018 e convertito, con modifiche, dalla legge n. 132 del 2018 – è solo l’esempio più recente di una propensione comune a più governi, indipendentemente dalle diverse maggioranze politiche. Ciò è evidente già dal titolo dell’atto normativo in esame, che reca “Disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”. Per poter inquadrare meglio la prospettiva in cui si inserisce il decreto legge in esame e, quindi, individuarne le continuità con le precedenti scelte legislative, è opportuno richiamare, prima di analizzare le novità introdotte da tale decreto, alcuni punti critici del quadro normativo in cui le nuove disposizioni andranno ad operare.
Riflessioni intorno al decreto legge n. 113/2018. Quando l'immigrazione diventa una questione di sicurezza pubblica / Amorosi, MARIA CATERINA. - In: DEMOCRAZIA E DIRITTO. - ISSN 0416-9565. - 3(2018), pp. 165-187.
Riflessioni intorno al decreto legge n. 113/2018. Quando l'immigrazione diventa una questione di sicurezza pubblica
Maria Caterina Amorosi
2018
Abstract
Da anni nel nostro ordinamento si osserva la tendenza ad affrontare congiuntamente fenomeni politico-sociali in realtà assolutamente disomogenei fra loro, come l’immigrazione, la criminalità organizzata, la mafia, il terrorismo, l’eversione, il conflitto sociale, questioni che vengono indistintamente identificate come “problemi di sicurezza pubblica”. Simile tendenza si rende esplicita nei titoli di alcuni decreti legge degli ultimi anni che uniscono sotto il comun denominatore della straordinaria necessità ed emergenza problematiche eterogenee fra loro e con radici socio-economiche profondamente diverse. Il decreto legge n. 113 del 2018 (c.d. decreto Salvini) – entrato in vigore il 4 ottobre 2018 e convertito, con modifiche, dalla legge n. 132 del 2018 – è solo l’esempio più recente di una propensione comune a più governi, indipendentemente dalle diverse maggioranze politiche. Ciò è evidente già dal titolo dell’atto normativo in esame, che reca “Disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”. Per poter inquadrare meglio la prospettiva in cui si inserisce il decreto legge in esame e, quindi, individuarne le continuità con le precedenti scelte legislative, è opportuno richiamare, prima di analizzare le novità introdotte da tale decreto, alcuni punti critici del quadro normativo in cui le nuove disposizioni andranno ad operare.File | Dimensione | Formato | |
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