The article deals with Vittorio Zecchin’s participation at the Prima Biennale di Monza, in 1923. It analyzes the works presented by the artist and the contexts in which they we- re conceived. These works are the peculiar example of achieving of the perfect balance between art and craftsmanship required by the supporters of the synthesis of the arts in the first quarter of the 20th century. The idea of the article is of focusing – through a case study – on the awareness of Italy of its potential in the field of design of beautiful and functional objects: the Belpaese is finally beginning to ally itself with industry, thus entering the Twentieth century and opening the doors to what will be called “beautiful Design” twenty years later.
L’articolo riguarda la partecipazione di Vittorio Zecchin alla Prima Biennale di Monza nel 1923, analizza i lavori presentati dall’artista veneto e i contesti nei quali sono stati concepiti. Si tratta di opere che si rivelano palinsesti di un percorso personale e l’esempio peculiare del raggiungimento di quell’equilibrio perfetto tra arte e artigianato chiamato a gran voce dai sostenitori della sintesi delle arti nel primo quarto del XX secolo. L’idea è di puntare lo sguardo, attraverso un case study, su quell’Italia che, consapevole delle proprie potenzialità nel campo della progettazione di oggetti belli e funzionali, si avvia finalmente ad allearsi con l’industria, entrando così definitivamente nel Novecento e aprendo le porte a quello che sarà chiamato vent’anni dopo “bel Design”.
Note a margine di alcuni mobili di Vittorio Zecchin alla Prima Biennale di Monza (1923) / Piccioni, Matteo. - In: CERAMICA E ARTI DECORATIVE DEL NOVECENTO. - ISSN 2612-2553. - VI(2020), pp. 67-74.
Note a margine di alcuni mobili di Vittorio Zecchin alla Prima Biennale di Monza (1923)
Matteo Piccioni
2020
Abstract
The article deals with Vittorio Zecchin’s participation at the Prima Biennale di Monza, in 1923. It analyzes the works presented by the artist and the contexts in which they we- re conceived. These works are the peculiar example of achieving of the perfect balance between art and craftsmanship required by the supporters of the synthesis of the arts in the first quarter of the 20th century. The idea of the article is of focusing – through a case study – on the awareness of Italy of its potential in the field of design of beautiful and functional objects: the Belpaese is finally beginning to ally itself with industry, thus entering the Twentieth century and opening the doors to what will be called “beautiful Design” twenty years later.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.