Dositej Obradović (ca 1739-1811), intellettuale ortodosso nativo del Banato, intriso delle idee dell’Illuminismo, è la personalità centrale della modernizzazione della cultura serba in atto tra la seconda metà del ’700 e la prima parte dell’800. L’autobiografia "Vita e avventure" ("Život i priključenija", 2 parti, Lipsia 1783-1788/89) è la sua opera più rappresentativa, testo ricco e complesso, in cui coesistono componenti linguistiche eterogenee: il serbo ‘volgare’, le lingue letterarie di derivazione slava ecclesiastica e russa, il latino, il greco, il tedesco, l’italiano. Obradović poté apprendere la lingua di Dante nel corso di varie tappe dei suoi pluridecennali viaggi per l’Europa e l’Asia Minore (Timişoara, Dalmazia, Corfù, Venezia, Trieste e altre città italiane, Vienna). Fu attratto da essa sin da giovane, la studiò con passione e la insegnò in forma privata. La presenza dell’italiano nella sua opera è così fitta da far comprendere quanto la cultura italiana sia stata fondamentale per lui. Sono numerosi gli italianismi lessicali, di cui solo alcuni sono attestati nei dizionari dell’area slava meridionale e negli studi; possono avere una marcata funzione stilistica e culturale, coesistendo con i corrispondenti vocaboli slavi, sostituendoli, denotando concetti di rilievo, contrassegnando un’espressione elevata, colta. Meno frequenti, ma rilevanti, sono gli italianismi sintattici. Gli italianismi sono una parte imprescindibile dell’opera di Obradović e contribuiscono a formare la lingua della letteratura di questo autore in un momento in cui era ancora lontana una norma linguistica serba ben delineata e affermata.
Italianismi nell'autobiografia di Dositej Obradović / Vaglio, L. - (2018), pp. 147-158. (Intervento presentato al convegno Migrazioni della lingua. Nuovi studi sull'italiano fuori d'Italia tenutosi a Perugia).
Italianismi nell'autobiografia di Dositej Obradović
VAGLIO L
2018
Abstract
Dositej Obradović (ca 1739-1811), intellettuale ortodosso nativo del Banato, intriso delle idee dell’Illuminismo, è la personalità centrale della modernizzazione della cultura serba in atto tra la seconda metà del ’700 e la prima parte dell’800. L’autobiografia "Vita e avventure" ("Život i priključenija", 2 parti, Lipsia 1783-1788/89) è la sua opera più rappresentativa, testo ricco e complesso, in cui coesistono componenti linguistiche eterogenee: il serbo ‘volgare’, le lingue letterarie di derivazione slava ecclesiastica e russa, il latino, il greco, il tedesco, l’italiano. Obradović poté apprendere la lingua di Dante nel corso di varie tappe dei suoi pluridecennali viaggi per l’Europa e l’Asia Minore (Timişoara, Dalmazia, Corfù, Venezia, Trieste e altre città italiane, Vienna). Fu attratto da essa sin da giovane, la studiò con passione e la insegnò in forma privata. La presenza dell’italiano nella sua opera è così fitta da far comprendere quanto la cultura italiana sia stata fondamentale per lui. Sono numerosi gli italianismi lessicali, di cui solo alcuni sono attestati nei dizionari dell’area slava meridionale e negli studi; possono avere una marcata funzione stilistica e culturale, coesistendo con i corrispondenti vocaboli slavi, sostituendoli, denotando concetti di rilievo, contrassegnando un’espressione elevata, colta. Meno frequenti, ma rilevanti, sono gli italianismi sintattici. Gli italianismi sono una parte imprescindibile dell’opera di Obradović e contribuiscono a formare la lingua della letteratura di questo autore in un momento in cui era ancora lontana una norma linguistica serba ben delineata e affermata.File | Dimensione | Formato | |
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