Tra la seconda metà del Settecento e la prima metà dell’Ottocento nella letteratura serba vengono introdotte, sulla scorta delle idee diffuse dal Romanticismo tedesco, le principali forme metriche romanze, in particolare quelle italiane. È un fenomeno che interessa anche altre letterature slave, come quella slovena, la cui modernizzazione è fondata, grazie a Prešeren, sull’adozione di forme come il sonetto, l’ottava, la terza rima. Un posto di rilievo spetta proprio al sonetto, che si è imposto all’attenzione dei primi poeti serbi moderni per la sua illustre storia, la sua raffinatezza, complessità e concisione, la sua grande duttilità stilistica e tematica, e per l’opportunità chе offriva di perfezionare la lingua poetica. A parte un isolato tentativo di Zaharija Orfelin (1768), i primi poeti serbi cimentatisi con la forma del sonetto sono Jovan Došenović, Jovan Pačić e Sava Mrkalj: il primo è autore di 8 sonetti, di cui 7 inclusi in "Liričeska pěnija" (1809); il secondo ne ha pubblicati 8 in "Sočinenija pěsnoslovska" (1827); il terzo è autore di 3 sonetti (1822-’29). Gli studi hanno mostrato che la poesia di Došenović deve molto a Iacopo Vittorelli e a Giambattista Casti. Il suo rapporto con gli originali italiani è però controverso, oscillando tra traduzione, adattamento e libero rifacimento. Quanto alla poesia di Pačić è stata dimostrata l’importanza di Della Casa e Sannazaro. Per Pačić è certa l’influenza di Petrarca, osservata già da Svetozar Petrović e relativa a diversi ambiti del suo poetare. Nel caso di Došenović tale influenza, già intuita da Petrović, viene messa in risalto nel presente lavoro, in cui si offre un’analisi del sonetto nº 1 di "Liričeska pěnija" in rapporto all’antecedente italiano, qui identificato ed esplicitato per la prima volta: è il sonetto "Invito all’usignuolo a cantar le lodi del Creatore" di Vittorelli. Di particolare rilievo sono i richiami petrarcheschi (a Rvf 10, 310 e 311) e petrarchistici contenuti nel titolo e in alcuni lemmi-motivo del sonetto došenoviciano, probabili indici di una conoscenza diretta di Petrarca e, forse, dei petrarchisti italiani.
La genesi del sonetto nella letteratura serba: tra Petrarca e petrarchismo / Vaglio, L. - 2:(2018), pp. 1340-1354. (Intervento presentato al convegno XXVIII Congresso Internazionale di Linguistica e Filologia Romanza tenutosi a Roma).
La genesi del sonetto nella letteratura serba: tra Petrarca e petrarchismo
VAGLIO L
2018
Abstract
Tra la seconda metà del Settecento e la prima metà dell’Ottocento nella letteratura serba vengono introdotte, sulla scorta delle idee diffuse dal Romanticismo tedesco, le principali forme metriche romanze, in particolare quelle italiane. È un fenomeno che interessa anche altre letterature slave, come quella slovena, la cui modernizzazione è fondata, grazie a Prešeren, sull’adozione di forme come il sonetto, l’ottava, la terza rima. Un posto di rilievo spetta proprio al sonetto, che si è imposto all’attenzione dei primi poeti serbi moderni per la sua illustre storia, la sua raffinatezza, complessità e concisione, la sua grande duttilità stilistica e tematica, e per l’opportunità chе offriva di perfezionare la lingua poetica. A parte un isolato tentativo di Zaharija Orfelin (1768), i primi poeti serbi cimentatisi con la forma del sonetto sono Jovan Došenović, Jovan Pačić e Sava Mrkalj: il primo è autore di 8 sonetti, di cui 7 inclusi in "Liričeska pěnija" (1809); il secondo ne ha pubblicati 8 in "Sočinenija pěsnoslovska" (1827); il terzo è autore di 3 sonetti (1822-’29). Gli studi hanno mostrato che la poesia di Došenović deve molto a Iacopo Vittorelli e a Giambattista Casti. Il suo rapporto con gli originali italiani è però controverso, oscillando tra traduzione, adattamento e libero rifacimento. Quanto alla poesia di Pačić è stata dimostrata l’importanza di Della Casa e Sannazaro. Per Pačić è certa l’influenza di Petrarca, osservata già da Svetozar Petrović e relativa a diversi ambiti del suo poetare. Nel caso di Došenović tale influenza, già intuita da Petrović, viene messa in risalto nel presente lavoro, in cui si offre un’analisi del sonetto nº 1 di "Liričeska pěnija" in rapporto all’antecedente italiano, qui identificato ed esplicitato per la prima volta: è il sonetto "Invito all’usignuolo a cantar le lodi del Creatore" di Vittorelli. Di particolare rilievo sono i richiami petrarcheschi (a Rvf 10, 310 e 311) e petrarchistici contenuti nel titolo e in alcuni lemmi-motivo del sonetto došenoviciano, probabili indici di una conoscenza diretta di Petrarca e, forse, dei petrarchisti italiani.File | Dimensione | Formato | |
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