Il contributo affronta un tema centrale, ma finora relativamente poco indagato, nella dottrina costituzional-comparatistica, ovvero il rilievo metodologico delle culture costituzionali e il loro rapporto con la storia. Nella prima parte l’articolo esamina l’evoluzione del concetto di cultura, con particolare riguardo alla disciplina antropologica, evidenziando vari filoni che tematizzano la relazione tra cultura(e) e storia(e). Nella seconda parte si concentra su alcuni approcci alla cultura giuridica interni alla comparazione giusprivatistica: quello di Legrand, che valorizza la differenza culturale rispetto a tendenze omologanti ed è influenzato dalla filosofia postmoderna, quello di Friedman, che mette in luce le linee di sviluppo della modernità occidentale (soprattutto statunitense), quello di Cotterrell, più critico sulla portata analitica del concetto di cultura giuridica e legato alle posizioni di Malinowski, e quello di Sacco, di matrice strutturalista e vicino all’antropologia giuridica francese. Nella terza parte il saggio mette a fuoco il concetto di cultura costituzionale nelle esperienze tedesca, statunitense e italiana, con rifermento ad alcuni autori emblematici per ciascuna di esse. Per la Germania si considera in particolare l’opera di Häberle, che ha sviluppato una corposa dottrina della Verfassungslehre als Kulturwissenschaft rielaborando in un contesto pluralistico l’eredità del Kulturstaat. Per gli Stati Uniti viene valorizzato dapprima uno scritto di Adorno sulla differenza tra Kultur e culture, ci si sofferma poi su alcuni esponenti del democratic constitutionalism e infine su Kahn, con la sua cultural analysis of law: tutti, in maniera diversa, hanno sottolineato la dimensione politica della cultura costituzionale americana. Per l’Italia è Paolo Ridola la figura di riferimento, rispetto al quale vengono rimarcati i legami con Häberle e con gli studiosi dell’esperienza giuridica, ma soprattutto il suo approccio kulturgeschichtlich, caratterizzato dall’intreccio profondo tra culture costituzionali e storia. In tale intreccio si coglie l’influenza di diversi filoni della storiografia novecentesca, un’influenza che fa assumere a molte delle sue opere sul costituzionalismo un taglio storiografico e che differenzia il suo “stile” anche da quello più aperto e indefinito dei comparatisti cd. postmoderni.
Culture costituzionali, storia e comparazione / Di Martino, Alessandra. - In: RIVISTA ITALIANA PER LE SCIENZE GIURIDICHE. - ISSN 0390-6760. - 10:(2019), pp. 77-108.
Culture costituzionali, storia e comparazione
Di Martino, Alessandra
2019
Abstract
Il contributo affronta un tema centrale, ma finora relativamente poco indagato, nella dottrina costituzional-comparatistica, ovvero il rilievo metodologico delle culture costituzionali e il loro rapporto con la storia. Nella prima parte l’articolo esamina l’evoluzione del concetto di cultura, con particolare riguardo alla disciplina antropologica, evidenziando vari filoni che tematizzano la relazione tra cultura(e) e storia(e). Nella seconda parte si concentra su alcuni approcci alla cultura giuridica interni alla comparazione giusprivatistica: quello di Legrand, che valorizza la differenza culturale rispetto a tendenze omologanti ed è influenzato dalla filosofia postmoderna, quello di Friedman, che mette in luce le linee di sviluppo della modernità occidentale (soprattutto statunitense), quello di Cotterrell, più critico sulla portata analitica del concetto di cultura giuridica e legato alle posizioni di Malinowski, e quello di Sacco, di matrice strutturalista e vicino all’antropologia giuridica francese. Nella terza parte il saggio mette a fuoco il concetto di cultura costituzionale nelle esperienze tedesca, statunitense e italiana, con rifermento ad alcuni autori emblematici per ciascuna di esse. Per la Germania si considera in particolare l’opera di Häberle, che ha sviluppato una corposa dottrina della Verfassungslehre als Kulturwissenschaft rielaborando in un contesto pluralistico l’eredità del Kulturstaat. Per gli Stati Uniti viene valorizzato dapprima uno scritto di Adorno sulla differenza tra Kultur e culture, ci si sofferma poi su alcuni esponenti del democratic constitutionalism e infine su Kahn, con la sua cultural analysis of law: tutti, in maniera diversa, hanno sottolineato la dimensione politica della cultura costituzionale americana. Per l’Italia è Paolo Ridola la figura di riferimento, rispetto al quale vengono rimarcati i legami con Häberle e con gli studiosi dell’esperienza giuridica, ma soprattutto il suo approccio kulturgeschichtlich, caratterizzato dall’intreccio profondo tra culture costituzionali e storia. In tale intreccio si coglie l’influenza di diversi filoni della storiografia novecentesca, un’influenza che fa assumere a molte delle sue opere sul costituzionalismo un taglio storiografico e che differenzia il suo “stile” anche da quello più aperto e indefinito dei comparatisti cd. postmoderni.File | Dimensione | Formato | |
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