Ogni anno nell’Unione Europea, circa 12 M di veicoli vengono rottamati, con la conseguente produzione di circa 9 milioni di tonnellate annue di rifiuti. Per minimizzare la quantità effettiva di rifiuti da smaltire è pertanto necessario sviluppare nuove strategie di gestione dei veicoli a fine vita, che prevedono da un lato il riutilizzo di parti o componenti specifiche, dall’altro la separazione e il riutilizzo della frazione metallica (ferro, alluminio, rame) attraverso la frantumazione del veicolo e la successiva separazione delle diverse frazioni metalliche. In particolare quest’ultimo trattamento produce una notevole quantità di residui, denominati nel complesso fluff, che rappresentano circa il 25% del peso iniziale del veicolo. Tale frazione, costituita principalmente da gomme, plastiche, schiume poliuretaniche, tessuti, legno, vetro, adesivi e metalli non ferrosi (Pèra et al., 2004), è generalmente smaltita in discarica come rifiuto pericoloso. A seguito della emanazione delle direttive europee in materia di veicoli a fine vita (2000/53/CE) e di smaltimento di rifiuti in discarica (1999/31/CE), e in conseguenza dell’aumento della produzione di residui di frantumazione di autoveicoli, si rende ancor più necessario sviluppare nuove tecnologie che consentano di minimizzare la quantità di materiale da conferire in discarica. Una soluzione promettente appare quella offerta dall’industria del calcestruzzo preconfezionato. Infatti negli ultimi anni, in virtù della crescente difficoltà nel reperimento di aggregati naturali, un numero sempre maggiore di studi ha riguardato la messa a punto di tecnologie per la fabbricazione di aggregati da rifiuti, eventualmente attraverso specifici stadi di trattamento (Sagoe-Crentsil et al., 2001; Sani et al., 2005; Topcu et al., 2004). Alcuni studi (Xu et al., 1995; Pera et al., 2004; Alunno Rossetti et al., 2006), hanno evidenziato la fattibilità di realizzare aggregati artificiali a partire da specifiche frazioni dei residui della frantumazione di autoveicoli. In questo lavoro sono riportati i risultati di prove di immobilizzazione della frazione inerte non metallica dei residui di frantumazione degli autoveicoli opportunamente selezionata e sottoposta a granulazione in presenza di leganti e additivi. I granuli prodotti sono stati quindi utilizzati come aggregati per fabbricare provini di calcestruzzo leggero.
Produzione e caratterizzazione di aggregati per calcestruzzo leggero dalla frazione non metallica dei residui della rottamazione di autoveicoli / Alunno Rossetti, V.; Di Palma, L.; Ferraro, A.. - In: IN CONCRETO. - ISSN 2039-1218. - (2012), pp. 1-8.
Produzione e caratterizzazione di aggregati per calcestruzzo leggero dalla frazione non metallica dei residui della rottamazione di autoveicoli
V. Alunno Rossetti;L. Di Palma;
2012
Abstract
Ogni anno nell’Unione Europea, circa 12 M di veicoli vengono rottamati, con la conseguente produzione di circa 9 milioni di tonnellate annue di rifiuti. Per minimizzare la quantità effettiva di rifiuti da smaltire è pertanto necessario sviluppare nuove strategie di gestione dei veicoli a fine vita, che prevedono da un lato il riutilizzo di parti o componenti specifiche, dall’altro la separazione e il riutilizzo della frazione metallica (ferro, alluminio, rame) attraverso la frantumazione del veicolo e la successiva separazione delle diverse frazioni metalliche. In particolare quest’ultimo trattamento produce una notevole quantità di residui, denominati nel complesso fluff, che rappresentano circa il 25% del peso iniziale del veicolo. Tale frazione, costituita principalmente da gomme, plastiche, schiume poliuretaniche, tessuti, legno, vetro, adesivi e metalli non ferrosi (Pèra et al., 2004), è generalmente smaltita in discarica come rifiuto pericoloso. A seguito della emanazione delle direttive europee in materia di veicoli a fine vita (2000/53/CE) e di smaltimento di rifiuti in discarica (1999/31/CE), e in conseguenza dell’aumento della produzione di residui di frantumazione di autoveicoli, si rende ancor più necessario sviluppare nuove tecnologie che consentano di minimizzare la quantità di materiale da conferire in discarica. Una soluzione promettente appare quella offerta dall’industria del calcestruzzo preconfezionato. Infatti negli ultimi anni, in virtù della crescente difficoltà nel reperimento di aggregati naturali, un numero sempre maggiore di studi ha riguardato la messa a punto di tecnologie per la fabbricazione di aggregati da rifiuti, eventualmente attraverso specifici stadi di trattamento (Sagoe-Crentsil et al., 2001; Sani et al., 2005; Topcu et al., 2004). Alcuni studi (Xu et al., 1995; Pera et al., 2004; Alunno Rossetti et al., 2006), hanno evidenziato la fattibilità di realizzare aggregati artificiali a partire da specifiche frazioni dei residui della frantumazione di autoveicoli. In questo lavoro sono riportati i risultati di prove di immobilizzazione della frazione inerte non metallica dei residui di frantumazione degli autoveicoli opportunamente selezionata e sottoposta a granulazione in presenza di leganti e additivi. I granuli prodotti sono stati quindi utilizzati come aggregati per fabbricare provini di calcestruzzo leggero.File | Dimensione | Formato | |
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