Lo studio analizza alcuni lavori – su carta e su tela – realizzati da Enrico Castellani tra il 1956 e il 1960, momento del passaggio da un linguaggio pittorico di derivazione informale all’intuizione delle Superfici a rilievo, con l’obiettivo di accostarsi a e approfondire il tema della temporalità. In particolare, si considerano l’iniziale adesione, da parte dell’artista, a una grammatica gestuale dove il tempo si manifesta secondo una dimensione fenomenologica, e il successivo superamento, formalizzato sul piano delle intenzioni nel testo di Continuità e nuovo, con la concretizzazione di un ritmo elementare potenzialmente ripetibile all’infinito dato dall’alternarsi più strutturato di estroflessioni e introflessioni sulla tela. In questo percorso, si tiene conto del rapporto tra le arti visive e il dibattito critico-teorico in ambito italiano ed europeo alla fine degli anni ’50, e anche dell’importanza di figure come Lucio Fontana e Piet Mondrian. Lo sviluppo linguistico di Castellani, inoltre, è posto su un piano di possibile confronto con quelli degli altri compagni di viaggio – Piero Manzoni e, in parte, i tedeschi di Zero – e di Jasper Johns, al fine di comprenderne la specificità.
Verso un "ritmo indefinitamente ripetibile." Una proposta di lettura sul tema del tempo nell'arte di Enrico Castellani tra il 1956 e il 1960 / Agresti, Stefano. - In: L'UOMO NERO. - ISSN 1828-4663. - 16:(2019), pp. 129-147.
Verso un "ritmo indefinitamente ripetibile." Una proposta di lettura sul tema del tempo nell'arte di Enrico Castellani tra il 1956 e il 1960
Stefano Agresti
2019
Abstract
Lo studio analizza alcuni lavori – su carta e su tela – realizzati da Enrico Castellani tra il 1956 e il 1960, momento del passaggio da un linguaggio pittorico di derivazione informale all’intuizione delle Superfici a rilievo, con l’obiettivo di accostarsi a e approfondire il tema della temporalità. In particolare, si considerano l’iniziale adesione, da parte dell’artista, a una grammatica gestuale dove il tempo si manifesta secondo una dimensione fenomenologica, e il successivo superamento, formalizzato sul piano delle intenzioni nel testo di Continuità e nuovo, con la concretizzazione di un ritmo elementare potenzialmente ripetibile all’infinito dato dall’alternarsi più strutturato di estroflessioni e introflessioni sulla tela. In questo percorso, si tiene conto del rapporto tra le arti visive e il dibattito critico-teorico in ambito italiano ed europeo alla fine degli anni ’50, e anche dell’importanza di figure come Lucio Fontana e Piet Mondrian. Lo sviluppo linguistico di Castellani, inoltre, è posto su un piano di possibile confronto con quelli degli altri compagni di viaggio – Piero Manzoni e, in parte, i tedeschi di Zero – e di Jasper Johns, al fine di comprenderne la specificità.File | Dimensione | Formato | |
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