Is it possible to study the choreographic intelligence through its process of digitization? By assuming the conceptual metaphor (Lakoff-Johnson, 1980) as key to investigate the choreographic thinking process of digitization, this article analyses the creative process of the Motion Bank Digital Dance Score: Using the Sky - An Exploration of Deborah Hay’s solo No Time to Fly. The paper proposes a methodologic hypothesis to understand how the choreographic intelligence migrates from one body to another being objectivated first at oral level by visual metaphors, and then through a type of "choreo-graphy" that in the written score combines analogically two forms of meta-representation of the thought, starting from the verbal metaphors Deborah Hay codified in her practice to drive her dancers in the exploration of the physical thinking. Finally, the article explains how the digital technology leads a designer to create a conceptual map able to recover the “primary orality” (Ong, 1986) translating in digital forms the sounds of Deborah Hay’s multicellular body.

È possibile studiare l’intelligenza coreografica attraverso il suo processo di digitalizzazione? Riconoscendo nella metafora (Lakoff-Johnson, 1980) la chiave per investigare il processo di transcodificazione del pensiero coreografico dal medium fisico a quello digitale, in questo saggio verrà affrontata un’analisi sui processi creativi che hanno condotto alla realizzazione del Motion Bank Digital Dance Score: Using the Sky - An Exploration of Deborah Hay’s solo No Time to Fly. L’obiettivo è proporre un’ipotesi metodologica per capire come, a partire dalle metafore verbali che Deborah Hay ha codificato nella sua pratica per guidare i danzatori nell’esplorazione del pensiero fisico, l’intelligenza coreografica sia migrata da un corpo ad un altro, fino ad essere oggettuata prima oralmente attraverso metafore visive, poi attraverso una forma di coreo-grafia che nello score cartaceo già combina insieme analogicamente due forme di meta-rappresentazione del pensiero; e come infine la tecnologia digitale conduca il designer a creare una mappa concettuale che gli permette di recuperare l’oralità primaria (Ong, 1986) traducendo in forme digitali gli stessi suoni del corpo multicellulare di Deborah Hay.

Dall’oggetto coreografico ai digital dance score. Le metafore della creatività per studiare l’intelligenza coreografica / Monda, LETIZIA GIOIA. - In: BIBLIOTECA TEATRALE. - ISSN 0045-1959. - 134 (luglio-dicembre 2020):(2020), pp. 233-257.

Dall’oggetto coreografico ai digital dance score. Le metafore della creatività per studiare l’intelligenza coreografica

Letizia Gioia Monda
Primo
2020

Abstract

Is it possible to study the choreographic intelligence through its process of digitization? By assuming the conceptual metaphor (Lakoff-Johnson, 1980) as key to investigate the choreographic thinking process of digitization, this article analyses the creative process of the Motion Bank Digital Dance Score: Using the Sky - An Exploration of Deborah Hay’s solo No Time to Fly. The paper proposes a methodologic hypothesis to understand how the choreographic intelligence migrates from one body to another being objectivated first at oral level by visual metaphors, and then through a type of "choreo-graphy" that in the written score combines analogically two forms of meta-representation of the thought, starting from the verbal metaphors Deborah Hay codified in her practice to drive her dancers in the exploration of the physical thinking. Finally, the article explains how the digital technology leads a designer to create a conceptual map able to recover the “primary orality” (Ong, 1986) translating in digital forms the sounds of Deborah Hay’s multicellular body.
2020
È possibile studiare l’intelligenza coreografica attraverso il suo processo di digitalizzazione? Riconoscendo nella metafora (Lakoff-Johnson, 1980) la chiave per investigare il processo di transcodificazione del pensiero coreografico dal medium fisico a quello digitale, in questo saggio verrà affrontata un’analisi sui processi creativi che hanno condotto alla realizzazione del Motion Bank Digital Dance Score: Using the Sky - An Exploration of Deborah Hay’s solo No Time to Fly. L’obiettivo è proporre un’ipotesi metodologica per capire come, a partire dalle metafore verbali che Deborah Hay ha codificato nella sua pratica per guidare i danzatori nell’esplorazione del pensiero fisico, l’intelligenza coreografica sia migrata da un corpo ad un altro, fino ad essere oggettuata prima oralmente attraverso metafore visive, poi attraverso una forma di coreo-grafia che nello score cartaceo già combina insieme analogicamente due forme di meta-rappresentazione del pensiero; e come infine la tecnologia digitale conduca il designer a creare una mappa concettuale che gli permette di recuperare l’oralità primaria (Ong, 1986) traducendo in forme digitali gli stessi suoni del corpo multicellulare di Deborah Hay.
Matafora; intelligenza coreografica; oggetto coreografico; digital dance score
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Dall’oggetto coreografico ai digital dance score. Le metafore della creatività per studiare l’intelligenza coreografica / Monda, LETIZIA GIOIA. - In: BIBLIOTECA TEATRALE. - ISSN 0045-1959. - 134 (luglio-dicembre 2020):(2020), pp. 233-257.
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