Seguendo gli studi di Eco sulla televisione, si cerca di comprendere ed analizzare il mezzo TV alla luce delle più recenti innovazioni. Se la neotelevisione portava con sé un'offerta varia di formati e generi, nuovi attori della produzione audiovisiva hanno preferito le narrazioni seriali. Esse hanno vissuto cambiamenti molteplici: dalla soapopera, si è passati alle serie episodiche e show come Beautiful hanno promosso una serialità lunghissima dai temi ricorrenti, instaurando un’acerba idea di “appuntamento con la TV”. Tale pratica si è poi confermata come abitudine degli appassionati di telefilm, che non solo attivano una coerenza narrativa verticale, ma tramandano avvenimenti lungo tutta la stagione, nuova unità di tempo della narrazione. Le serie diventano quindi antologiche, dalla narratività orizzontale, oltre a migliorare la propria qualità visiva, avvicinandosi sempre più alla qualità di forma cinematografica. Narrazione visivamente attraenti diventano anche complesse, composte da elementi che si intrecciano e sovrappongono, rendendo necessaria la visione costante degli episodi: la complessità richiede impegno da parte dello spettatore, che sfrutta la anytime & anywhere TV. Tale innovazione del mezzo crea l’era della ipertelevisione (Scolari, 2008): essa dipende da Internet per la distribuzione di prodotti e per offrire un’esperienza transmediale da costruire attorno a ciascun contenuto. La convergenza con la rete genera anche una nuova attitudine nel pubblico, il quale si esprime online e vuole scegliere cosa vedere, quando, dove e quanto rapidamente, trasformandosi da un passivo "couch potato" a un consumatore esigente, attivo e "voyeur", oltre a produttore di contenuti "fan-made" che, insieme ad altri tipi di complementi ufficiali, costruiranno un universo narrativo complesso ed in continua espansione. Il cambiamento genera una domanda: cosa succede quando gli attori del web creano prodotti TV per la distribuzione esclusiva in rete? Osservando attentamente, pare chiaro che la televisione non è stata sostituita, ma è solo rinata come Online TV: un esempio è l’Over the top television, piattaforme online che ospitano contenuti audiovisivi accessibili tramite abbonamento o acquisto di singoli titoli. Capostipite è Netflix, il colosso della distribuzione seriale, il quale ha agito dal 2013 come un produttore, creando serie TV proprie. La TV della serialità sta conquistando inoltre le grandi forze di internet, anche non originariamente destinate a diventare produttrici e distributrici di serie TV. Twitter, YouTube e Facebook hanno tentato la via della trasmissione, in diretta ed on demand, di contenuti di diversa natura: il primo ha veicolato eventi sportivi; Youtube mette a disposizione un abbonamento per accedere agli “YouTube Originals”; Facebook ha diffuso gratuitamente contenuti seriali originali nell’area Facebook Watch. I “Facebook Orignals” sono numerosi e di diversi generi, contano con diversi livelli di partecipazione dell’utente e rendono la piattaforma un importante esperimento di fusione tra Social media e televisione. Lo studio è focalizzato a studiare la forza della serialità e le piattaforme che la veicolano nel più recente periodo, definendo le caratteristiche della “non-TV” per poterne leggere un ipotetico destino.

Tutti dicono “I Love Series”. Il ruolo centrale della serialità nell’evoluzione del mezzo TV / Quercia, Grazia. - 60:(2020), pp. 479-487. (Intervento presentato al convegno IV Conferenza Nazionale delle Dottorande e dei Dottorandi in Scienze Sociali tenutosi a Roma; Italia) [10.13133/9788893771559].

Tutti dicono “I Love Series”. Il ruolo centrale della serialità nell’evoluzione del mezzo TV

Quercia Grazia
2020

Abstract

Seguendo gli studi di Eco sulla televisione, si cerca di comprendere ed analizzare il mezzo TV alla luce delle più recenti innovazioni. Se la neotelevisione portava con sé un'offerta varia di formati e generi, nuovi attori della produzione audiovisiva hanno preferito le narrazioni seriali. Esse hanno vissuto cambiamenti molteplici: dalla soapopera, si è passati alle serie episodiche e show come Beautiful hanno promosso una serialità lunghissima dai temi ricorrenti, instaurando un’acerba idea di “appuntamento con la TV”. Tale pratica si è poi confermata come abitudine degli appassionati di telefilm, che non solo attivano una coerenza narrativa verticale, ma tramandano avvenimenti lungo tutta la stagione, nuova unità di tempo della narrazione. Le serie diventano quindi antologiche, dalla narratività orizzontale, oltre a migliorare la propria qualità visiva, avvicinandosi sempre più alla qualità di forma cinematografica. Narrazione visivamente attraenti diventano anche complesse, composte da elementi che si intrecciano e sovrappongono, rendendo necessaria la visione costante degli episodi: la complessità richiede impegno da parte dello spettatore, che sfrutta la anytime & anywhere TV. Tale innovazione del mezzo crea l’era della ipertelevisione (Scolari, 2008): essa dipende da Internet per la distribuzione di prodotti e per offrire un’esperienza transmediale da costruire attorno a ciascun contenuto. La convergenza con la rete genera anche una nuova attitudine nel pubblico, il quale si esprime online e vuole scegliere cosa vedere, quando, dove e quanto rapidamente, trasformandosi da un passivo "couch potato" a un consumatore esigente, attivo e "voyeur", oltre a produttore di contenuti "fan-made" che, insieme ad altri tipi di complementi ufficiali, costruiranno un universo narrativo complesso ed in continua espansione. Il cambiamento genera una domanda: cosa succede quando gli attori del web creano prodotti TV per la distribuzione esclusiva in rete? Osservando attentamente, pare chiaro che la televisione non è stata sostituita, ma è solo rinata come Online TV: un esempio è l’Over the top television, piattaforme online che ospitano contenuti audiovisivi accessibili tramite abbonamento o acquisto di singoli titoli. Capostipite è Netflix, il colosso della distribuzione seriale, il quale ha agito dal 2013 come un produttore, creando serie TV proprie. La TV della serialità sta conquistando inoltre le grandi forze di internet, anche non originariamente destinate a diventare produttrici e distributrici di serie TV. Twitter, YouTube e Facebook hanno tentato la via della trasmissione, in diretta ed on demand, di contenuti di diversa natura: il primo ha veicolato eventi sportivi; Youtube mette a disposizione un abbonamento per accedere agli “YouTube Originals”; Facebook ha diffuso gratuitamente contenuti seriali originali nell’area Facebook Watch. I “Facebook Orignals” sono numerosi e di diversi generi, contano con diversi livelli di partecipazione dell’utente e rendono la piattaforma un importante esperimento di fusione tra Social media e televisione. Lo studio è focalizzato a studiare la forza della serialità e le piattaforme che la veicolano nel più recente periodo, definendo le caratteristiche della “non-TV” per poterne leggere un ipotetico destino.
2020
IV Conferenza Nazionale delle Dottorande e dei Dottorandi in Scienze Sociali
serialità; televisione; digital media; transmedia storytelling; audience studies
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Tutti dicono “I Love Series”. Il ruolo centrale della serialità nell’evoluzione del mezzo TV / Quercia, Grazia. - 60:(2020), pp. 479-487. (Intervento presentato al convegno IV Conferenza Nazionale delle Dottorande e dei Dottorandi in Scienze Sociali tenutosi a Roma; Italia) [10.13133/9788893771559].
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1432571
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