In un tempo più consapevole dei limiti delle risorse ancora a disposizione, dove si è portati a ragionare per concetti individualisti, dell’io più che del noi, dove la socialità prova a sopravvivere, impigliata com’è nella rete del virtuale, mentre il senso urbano del “vivere insieme” si sta smarrendo, il tema dell’abitare sociale resta indiscutibilmente uno dei campi in cui l’architettura ha il dovere etico di continuare a dare delle risposte. Riflettere sulla dimensione collettiva dell’abitare non vuol dire solamente riprodurre modelli tipologici e pensieri elaborati a riguardo nel Moderno, ma continuare a interrogarsi su questioni non nuove, eppure sempre preminenti, come la “casa per tutti”, alla luce dei nuovi strumenti di gestione ed esecuzione del progetto, in un’ottica di restituzione di possibili soluzioni. Se il mondo del virtuale offre già da anni strumenti sempre più sofisticati di rilievo e modellazione applicati al progetto, è solo con il recente avanzamento delle tecnologie di fabbricazione digitale che tutto questo è traducibile in concreto all’interno del cantiere edilizio. Tale dialogo virtuoso tra progetto, modellazione parametrica e manifattura additiva introduce spunti di riflessione sulla possibilità di realizzare soluzioni di qualità architettonica, ogni volta inedite ad un costo, ora più che mai, sostenibile. La tecnologia di stampa 3D a grande scala, nel campo della fabbricazione digitale, offre una serie di vantaggi e potenzialità: capacità di ottimizzazione del materiale impiegato, velocità e precisione di realizzazione, autonomia del costo di produzione rispetto a numero e tipo di elementi prodotti, adattabilità istantanea del progetto alle caratteristiche peculiari del contesto ambientale o alle specifiche esigenze dell’utenza, ulteriore riduzione dell’impiego di attrezzature e manodopera specializzata in cantiere. Le recenti applicazioni della tecnologia di stampa 3D a grande scala nel campo dell’architettura dimostrano come il tema della casa per l’abitare collettivo sia centrale, ancor più in un contesto di sharing economy ispirato a principi di condivisione e al rispetto per l’ambiente e le generazioni future. Le riflessioni offerte da una selezione di casi studio, seppure esempi parziali, non ancora maturi, tecnologicamente ibridi e, in larga parte, concentrati sugli aspetti inerenti la modellazione di una forma ancora lontana dall’essere espressione delle proprietà intrinseche della tecnologia di stampa 3D a grande scala, possono comunque orientarci in una ‘età della macchina’, che, mai come in questa occasione, sembra assumere un volto del tutto umano.
Abitare collettivo e rivoluzione digitale. Interazioni tra progetto, modellazione parametrica e manifattura additiva / Percoco, Maura; Paparella, Giulio. - (2020), pp. 428-433. (Intervento presentato al convegno IV Congresso Internazionale dell'Abitare Collettivo Sostenibile tenutosi a Alghero).
Abitare collettivo e rivoluzione digitale. Interazioni tra progetto, modellazione parametrica e manifattura additiva
Maura, Percoco;Giulio, Paparella
2020
Abstract
In un tempo più consapevole dei limiti delle risorse ancora a disposizione, dove si è portati a ragionare per concetti individualisti, dell’io più che del noi, dove la socialità prova a sopravvivere, impigliata com’è nella rete del virtuale, mentre il senso urbano del “vivere insieme” si sta smarrendo, il tema dell’abitare sociale resta indiscutibilmente uno dei campi in cui l’architettura ha il dovere etico di continuare a dare delle risposte. Riflettere sulla dimensione collettiva dell’abitare non vuol dire solamente riprodurre modelli tipologici e pensieri elaborati a riguardo nel Moderno, ma continuare a interrogarsi su questioni non nuove, eppure sempre preminenti, come la “casa per tutti”, alla luce dei nuovi strumenti di gestione ed esecuzione del progetto, in un’ottica di restituzione di possibili soluzioni. Se il mondo del virtuale offre già da anni strumenti sempre più sofisticati di rilievo e modellazione applicati al progetto, è solo con il recente avanzamento delle tecnologie di fabbricazione digitale che tutto questo è traducibile in concreto all’interno del cantiere edilizio. Tale dialogo virtuoso tra progetto, modellazione parametrica e manifattura additiva introduce spunti di riflessione sulla possibilità di realizzare soluzioni di qualità architettonica, ogni volta inedite ad un costo, ora più che mai, sostenibile. La tecnologia di stampa 3D a grande scala, nel campo della fabbricazione digitale, offre una serie di vantaggi e potenzialità: capacità di ottimizzazione del materiale impiegato, velocità e precisione di realizzazione, autonomia del costo di produzione rispetto a numero e tipo di elementi prodotti, adattabilità istantanea del progetto alle caratteristiche peculiari del contesto ambientale o alle specifiche esigenze dell’utenza, ulteriore riduzione dell’impiego di attrezzature e manodopera specializzata in cantiere. Le recenti applicazioni della tecnologia di stampa 3D a grande scala nel campo dell’architettura dimostrano come il tema della casa per l’abitare collettivo sia centrale, ancor più in un contesto di sharing economy ispirato a principi di condivisione e al rispetto per l’ambiente e le generazioni future. Le riflessioni offerte da una selezione di casi studio, seppure esempi parziali, non ancora maturi, tecnologicamente ibridi e, in larga parte, concentrati sugli aspetti inerenti la modellazione di una forma ancora lontana dall’essere espressione delle proprietà intrinseche della tecnologia di stampa 3D a grande scala, possono comunque orientarci in una ‘età della macchina’, che, mai come in questa occasione, sembra assumere un volto del tutto umano.File | Dimensione | Formato | |
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