Dal 2014 la Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio di Sapienza Università di Roma, in collaborazione con l’Ungarian Natural History Museum, l’Università Eötvös Loránd di Budapest, l'Università degli Studi di Perugia e dal 2015 con la Pontificia Università Gregoriana di Roma, è impegnata in un progetto di ricerca che riguarda l’abbazia di S. Croce di Sassovivo presso Foligno, con indagini archeologiche che hanno interessato il sagrato della chiesa abbaziale. Tali indagini hanno portato alla scoperta dell'originaria facciata della chiesa medievale di XII-XIII secolo, più lunga dell'attuale, e di un avancorpo a pianta rettangolare assimilabile architettonicamente a una galilea. Quest'ultima struttura, di cui si conservano poderosi muri in conci di pietra calcarea, doveva essere suddivisa in quattro campate a crociera, come suggeriscono le impronte lasciate sulla facciata della preesistente ala sud del monastero. L’avancorpo, probabilmente costruito intorno alla metà del XIII secolo, segno di un importante momento di vitalità economica e politica dell'istituzione (segue di poco la costruzione del chiostro cosmatesco), va identificato con lo spazio che i documenti dell’archivio di Sassovivo chiamano paradisus. Gli scavi all'interno di questo purtroppo hanno rivelato che i livelli di frequentazione medievali sono stati asportati in età moderna, ma hanno portato alla scoperta di un’interessantissima fossa che sia dalla tipologia sia dai residui contenuti nel riempimento è interpretabile come fossa fusoria per una campana. All'incirca ai primi del XIV secolo l'avancorpo venne fuso con la navata della chiesa, e davanti ad esso, forse ripetendone le funzioni, fu costruito un ulteriore corpo di fabbrica rettangolare sempre in conci di calcare locale, ancora da scavare, corrispondente a un passaggio ipogeo coperto da una volta a botte, che forse serviva a mettere in collegamento settori del monastero posti a livelli differenti. Lo scavo ha inoltre messo in luce un’estesa area necropolare localizzata sia all’interno della galilea con due sepolture, sia lungo i fianchi nord e ovest della stessa. Si tratta di tombe in muratura di pietra locale e in particolare quelle costruite in aderenza dei muri perimetrali dell'avancorpo dovevano essere destinata a membri di famiglie benestanti. Si tratta di grandi tombe a cassone con copertura ad arcosolio, caratterizzate da un'accurata lavorazione dei conci, atte a contenere sepolture multiple. Un certo interesse riveste una delle due sepolture rinvenute all’interno della galilea davanti all’antica facciata della chiesa: la posizione innaturale della defunta, una giovane donna di 20-30 anni, con gli arti inferiori piegati, così come la testa, potrebbero far pensare a una sepoltura definibile “anomala”, riservata a una persona per la società del tempo giudicata border line. Oltre a diverse altre tombe in muratura è da segnalare anche una fossa comune con diversi inumati, uomini, donne e bambini, forse destinata a servi o contadini alle dipendenze del monastero. La mancanza di stratigrafie in fase con le strutture funerarie e gli scarsi materiali rinvenuti rendono difficile una datazione precisa delle tombe. Comunque sulla base dei pochi oggetti rinvenuti, tra cui frammenti di tessuto con fili d'oro in corso di studio, e dei rapporti stratigrafici si può avanzare una datazione intorno la metà del XIII secolo, immediatamente dopo la costruzione della galilea, mentre la fine dell’uso funerario si può porre al XVI secolo inoltrato. L’apertura di un sondaggio anche nel prato posto lungo il fianco sinistro della chiesa dove insiste il campanile, ha rilevato l’esistenza di strutture medievali, poi demolite, riconducibili ad altri ambienti monastici forse più antichi.
Abbazia della Santa Croce di Sassovivo presso Foligno. Le campagne di scavo 2014-2017: alcune risultanze / Barelli, Lia; Romana Picuti, Maria; Pugliese, Raffaele; Alhaique, Francesca. - (2020), pp. 435-493. (Intervento presentato al convegno Il tempo delle comunità monastiche nell'Alto Medioevo, atti del Convegno internazionale di studio tenutosi a Roma - Subiaco).
Abbazia della Santa Croce di Sassovivo presso Foligno. Le campagne di scavo 2014-2017: alcune risultanze
Lia Barelli;Francesca Alhaique
2020
Abstract
Dal 2014 la Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio di Sapienza Università di Roma, in collaborazione con l’Ungarian Natural History Museum, l’Università Eötvös Loránd di Budapest, l'Università degli Studi di Perugia e dal 2015 con la Pontificia Università Gregoriana di Roma, è impegnata in un progetto di ricerca che riguarda l’abbazia di S. Croce di Sassovivo presso Foligno, con indagini archeologiche che hanno interessato il sagrato della chiesa abbaziale. Tali indagini hanno portato alla scoperta dell'originaria facciata della chiesa medievale di XII-XIII secolo, più lunga dell'attuale, e di un avancorpo a pianta rettangolare assimilabile architettonicamente a una galilea. Quest'ultima struttura, di cui si conservano poderosi muri in conci di pietra calcarea, doveva essere suddivisa in quattro campate a crociera, come suggeriscono le impronte lasciate sulla facciata della preesistente ala sud del monastero. L’avancorpo, probabilmente costruito intorno alla metà del XIII secolo, segno di un importante momento di vitalità economica e politica dell'istituzione (segue di poco la costruzione del chiostro cosmatesco), va identificato con lo spazio che i documenti dell’archivio di Sassovivo chiamano paradisus. Gli scavi all'interno di questo purtroppo hanno rivelato che i livelli di frequentazione medievali sono stati asportati in età moderna, ma hanno portato alla scoperta di un’interessantissima fossa che sia dalla tipologia sia dai residui contenuti nel riempimento è interpretabile come fossa fusoria per una campana. All'incirca ai primi del XIV secolo l'avancorpo venne fuso con la navata della chiesa, e davanti ad esso, forse ripetendone le funzioni, fu costruito un ulteriore corpo di fabbrica rettangolare sempre in conci di calcare locale, ancora da scavare, corrispondente a un passaggio ipogeo coperto da una volta a botte, che forse serviva a mettere in collegamento settori del monastero posti a livelli differenti. Lo scavo ha inoltre messo in luce un’estesa area necropolare localizzata sia all’interno della galilea con due sepolture, sia lungo i fianchi nord e ovest della stessa. Si tratta di tombe in muratura di pietra locale e in particolare quelle costruite in aderenza dei muri perimetrali dell'avancorpo dovevano essere destinata a membri di famiglie benestanti. Si tratta di grandi tombe a cassone con copertura ad arcosolio, caratterizzate da un'accurata lavorazione dei conci, atte a contenere sepolture multiple. Un certo interesse riveste una delle due sepolture rinvenute all’interno della galilea davanti all’antica facciata della chiesa: la posizione innaturale della defunta, una giovane donna di 20-30 anni, con gli arti inferiori piegati, così come la testa, potrebbero far pensare a una sepoltura definibile “anomala”, riservata a una persona per la società del tempo giudicata border line. Oltre a diverse altre tombe in muratura è da segnalare anche una fossa comune con diversi inumati, uomini, donne e bambini, forse destinata a servi o contadini alle dipendenze del monastero. La mancanza di stratigrafie in fase con le strutture funerarie e gli scarsi materiali rinvenuti rendono difficile una datazione precisa delle tombe. Comunque sulla base dei pochi oggetti rinvenuti, tra cui frammenti di tessuto con fili d'oro in corso di studio, e dei rapporti stratigrafici si può avanzare una datazione intorno la metà del XIII secolo, immediatamente dopo la costruzione della galilea, mentre la fine dell’uso funerario si può porre al XVI secolo inoltrato. L’apertura di un sondaggio anche nel prato posto lungo il fianco sinistro della chiesa dove insiste il campanile, ha rilevato l’esistenza di strutture medievali, poi demolite, riconducibili ad altri ambienti monastici forse più antichi.File | Dimensione | Formato | |
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