Un corpus di oltre 250 registri degli anni 1924-1946, tratti da archivi scolastici di comuni in prevalenza del centro-sud, ha permesso di individuare uno “stile” tipico, riconoscibile nella costante oscillazione tra spinte antitetiche (formularità e usi tachigrafici del genere burocratico, enfasi retorica e letterarietà, opzioni colloquiali e riflessi dell’oralità). Nei registri si realizza una deriva diaristico-memoriale di segno spiccatamente autobiografico, determinata dall’esplosione della soggettività che i contenuti e l’esperienza riferiti dai maestri comportano. Nel presente contributo si intende proporre un aspetto di particolare interesse, l’(auto)rappresentazione della figura dell’insegnante, del suo rapporto con gli allievi e delle strategie messe in atto nella didattica. I testi, animati da un fitto intreccio di emozioni e sentimenti (entusiasmo, gioia ma anche sconforto, scoraggiamento, disappunto, tristezza nel commiato e nella considerazione della situazione disagiata dei piccoli allievi e delle carenze della scuola), esprimono in modo esemplare il rapporto insegnante-allievo, attraverso la registrazione di eventi e di pratiche quotidiane, quasi “in presa diretta”. L’osservazione del lessico e delle categorie semantiche privilegiate ma anche delle strategie testuali, interpuntive e di alcuni meccanismi dell’oralità, potrà evidenziare aspetti che, indagati nei loro risvolti pragmatici, contribuiscono a ricostruire la fisionomia dei maestri elementari nella prima metà del sec. XX
“Mi sembra di impazzire. Come vado avanti?”: (auto)rappresentazione delle strategie didattiche e della figura dell’insegnante nei Giornali di classe di primo Novecento / Cantoni, Paola. - (2020), pp. 271-278. (Intervento presentato al convegno XXIII Convegno ASLI “Pragmatica storica dell’italiano. Modelli e usi comunicativi del passato” tenutosi a Catania).
“Mi sembra di impazzire. Come vado avanti?”: (auto)rappresentazione delle strategie didattiche e della figura dell’insegnante nei Giornali di classe di primo Novecento.
Paola Cantoni
2020
Abstract
Un corpus di oltre 250 registri degli anni 1924-1946, tratti da archivi scolastici di comuni in prevalenza del centro-sud, ha permesso di individuare uno “stile” tipico, riconoscibile nella costante oscillazione tra spinte antitetiche (formularità e usi tachigrafici del genere burocratico, enfasi retorica e letterarietà, opzioni colloquiali e riflessi dell’oralità). Nei registri si realizza una deriva diaristico-memoriale di segno spiccatamente autobiografico, determinata dall’esplosione della soggettività che i contenuti e l’esperienza riferiti dai maestri comportano. Nel presente contributo si intende proporre un aspetto di particolare interesse, l’(auto)rappresentazione della figura dell’insegnante, del suo rapporto con gli allievi e delle strategie messe in atto nella didattica. I testi, animati da un fitto intreccio di emozioni e sentimenti (entusiasmo, gioia ma anche sconforto, scoraggiamento, disappunto, tristezza nel commiato e nella considerazione della situazione disagiata dei piccoli allievi e delle carenze della scuola), esprimono in modo esemplare il rapporto insegnante-allievo, attraverso la registrazione di eventi e di pratiche quotidiane, quasi “in presa diretta”. L’osservazione del lessico e delle categorie semantiche privilegiate ma anche delle strategie testuali, interpuntive e di alcuni meccanismi dell’oralità, potrà evidenziare aspetti che, indagati nei loro risvolti pragmatici, contribuiscono a ricostruire la fisionomia dei maestri elementari nella prima metà del sec. XXFile | Dimensione | Formato | |
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