Negli anni Novanta, l’avvio di corsi strutturati per l’insegnamento della LIS e per la formazione di interpreti o di figure di supporto a scuola e all’università ha portato con sé l’esigenza di insegnare questa lingua, di riflettere sulle sue strutture e di avere un sistema di trascrizione utile sia per creare materiali didattici, sia per descriverne i fenomeni linguistici senza dover ricorrere costantemente alla lingua italiana. Molti sono stati negli anni i tentativi di scrittura o trascrizione della lingua dei segni (per una rassegna Pizzuto e Pietrandrea, 2001), ma ben pochi i casi di successo, finché la diffusione massiccia e repentina di strumenti tecnologici che permettono a chiunque di videoregistrarsi e di salvare o condividere video, ha parzialmente arginato il problema, senza però, mai risolverlo del tutto. Bring Your Own Device (BYOD), in Italiano “porta il tuo dispositivo”, è un’espressione che descrive la possibilità di usare un proprio dispositivo elettronico (smartphone, tablet e PC portatili) in contesti lavorativi, pubblici e didattici. Tra le potenzialità di questa risorsa c’è anche quella di poter taggare la carta stampata e collegare ai tag un video così da poterne fruire semplicemente inquadrandolo con la telecamera del proprio smartphone o tablet (Kanev et al. 2009). Questa risorsa, già usata per la didattica delle lingue verbali, si rivela particolarmente preziosa se applicata alla didattica della LIS perché consente di dotare gli apprendenti di una dispensa cartacea e di un vero e proprio corso strutturato con tutti i vantaggi in termini di diffusione e usabilità. Se la proposta avesse successo, lo studente, servendosi soltanto di immagini e di un dispositivo adeguato, potrebbe portare a casa con sé frammenti di lingua, consegne operative per il ripasso a casa, esempi di attività e simulazioni di prove di verifica, e consultarli in autonomia. Questo favorirebbe anche momenti di riflessione personale sulla lingua che si sta apprendendo, che tanto giovano alla sedimentazione e al consolidamento dei concetti appresi.

L’approccio BYOD applicato alla didattica della Lingua dei Segni Italiana / Roccaforte, Maria; Gelsomini, Federico; Kanev, KAMEN DIMITROV; Giunchi, Paola Maria; Bottoni, Paolo Gaspare. - (2019), pp. 227-237.

L’approccio BYOD applicato alla didattica della Lingua dei Segni Italiana

Maria Roccaforte
;
Federico Gelsomini;Kamen Kanev;Paola Giunchi;Paolo Bottoni
2019

Abstract

Negli anni Novanta, l’avvio di corsi strutturati per l’insegnamento della LIS e per la formazione di interpreti o di figure di supporto a scuola e all’università ha portato con sé l’esigenza di insegnare questa lingua, di riflettere sulle sue strutture e di avere un sistema di trascrizione utile sia per creare materiali didattici, sia per descriverne i fenomeni linguistici senza dover ricorrere costantemente alla lingua italiana. Molti sono stati negli anni i tentativi di scrittura o trascrizione della lingua dei segni (per una rassegna Pizzuto e Pietrandrea, 2001), ma ben pochi i casi di successo, finché la diffusione massiccia e repentina di strumenti tecnologici che permettono a chiunque di videoregistrarsi e di salvare o condividere video, ha parzialmente arginato il problema, senza però, mai risolverlo del tutto. Bring Your Own Device (BYOD), in Italiano “porta il tuo dispositivo”, è un’espressione che descrive la possibilità di usare un proprio dispositivo elettronico (smartphone, tablet e PC portatili) in contesti lavorativi, pubblici e didattici. Tra le potenzialità di questa risorsa c’è anche quella di poter taggare la carta stampata e collegare ai tag un video così da poterne fruire semplicemente inquadrandolo con la telecamera del proprio smartphone o tablet (Kanev et al. 2009). Questa risorsa, già usata per la didattica delle lingue verbali, si rivela particolarmente preziosa se applicata alla didattica della LIS perché consente di dotare gli apprendenti di una dispensa cartacea e di un vero e proprio corso strutturato con tutti i vantaggi in termini di diffusione e usabilità. Se la proposta avesse successo, lo studente, servendosi soltanto di immagini e di un dispositivo adeguato, potrebbe portare a casa con sé frammenti di lingua, consegne operative per il ripasso a casa, esempi di attività e simulazioni di prove di verifica, e consultarli in autonomia. Questo favorirebbe anche momenti di riflessione personale sulla lingua che si sta apprendendo, che tanto giovano alla sedimentazione e al consolidamento dei concetti appresi.
2019
Il parlato e lo scritto: aspetti teorici e didattici
978-88-6995-690-4
Bring Your Own Device (BYOD); sordità; didattica della lingua dei segni
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
L’approccio BYOD applicato alla didattica della Lingua dei Segni Italiana / Roccaforte, Maria; Gelsomini, Federico; Kanev, KAMEN DIMITROV; Giunchi, Paola Maria; Bottoni, Paolo Gaspare. - (2019), pp. 227-237.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1420890
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