Il 2018 ha visto proliferare iniziative editoriali, giornate di studi e convegni de- dicati alla figura di Karl Marx in occasione del bicentenario della nascita. Dopo la so- stanziale rimozione dal dibattito pubblico e la progressiva marginalizzazione accade- mica seguite all’arretramento e all’estenuazione del potenziale di emancipazione socia- le del movimento operaio (circostanza, quella dell’inumazione culturale del marxismo, che sembra ironicamente inverarne proprio il nucleo teorico più schematico e negletto: la tesi di una rigida dipendenza della «sovrastruttura» dai mutamenti che intervengono nella «struttura»), l’interesse per il pensiero di Marx ha conosciuto un periodo di revi- viscenza e di graduale emersione dalle anguste nicchie resistenziali e dalle riserve in- diane in cui la transizione neoliberale lo aveva confinato, e conosce – complice un de- cennio abbondante di grave crisi capitalistica – una nuova stagione di parziale legitti- mazione, certo vincolata alla sua persistente ininfluenza pratico-politica e a una impli- cita clausola di non belligeranza. Il vecchio giradischi ha seguitato, relegato in umide cantine e accumulando polvere, a suonare la stessa musica, che la realtà presente pare aver reso di nuovo adeguata ai tempi ed eseguibile, sia pure con una certa cautela e con qualche difficoltà di adattamento stilistico. Ed è forse questa assunzione del ruolo di ferrovecchio dotato del fascino vintage il modo in cui, al giorno d’oggi, la solita talpa continua a scavare, annunciando la piena storicità di un presente impegnato nella rimo- zione cosmetica della propria natura generata e corruttibile.
Il bicentenario di Marx in Italia. Note su alcuni interventi di rilievo / Micaloni, Luca. - In: RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA. - ISSN 0393-2516. - 2(2020), pp. 337-345. [10.3280/SF2020-002008]
Il bicentenario di Marx in Italia. Note su alcuni interventi di rilievo
Luca Micaloni
2020
Abstract
Il 2018 ha visto proliferare iniziative editoriali, giornate di studi e convegni de- dicati alla figura di Karl Marx in occasione del bicentenario della nascita. Dopo la so- stanziale rimozione dal dibattito pubblico e la progressiva marginalizzazione accade- mica seguite all’arretramento e all’estenuazione del potenziale di emancipazione socia- le del movimento operaio (circostanza, quella dell’inumazione culturale del marxismo, che sembra ironicamente inverarne proprio il nucleo teorico più schematico e negletto: la tesi di una rigida dipendenza della «sovrastruttura» dai mutamenti che intervengono nella «struttura»), l’interesse per il pensiero di Marx ha conosciuto un periodo di revi- viscenza e di graduale emersione dalle anguste nicchie resistenziali e dalle riserve in- diane in cui la transizione neoliberale lo aveva confinato, e conosce – complice un de- cennio abbondante di grave crisi capitalistica – una nuova stagione di parziale legitti- mazione, certo vincolata alla sua persistente ininfluenza pratico-politica e a una impli- cita clausola di non belligeranza. Il vecchio giradischi ha seguitato, relegato in umide cantine e accumulando polvere, a suonare la stessa musica, che la realtà presente pare aver reso di nuovo adeguata ai tempi ed eseguibile, sia pure con una certa cautela e con qualche difficoltà di adattamento stilistico. Ed è forse questa assunzione del ruolo di ferrovecchio dotato del fascino vintage il modo in cui, al giorno d’oggi, la solita talpa continua a scavare, annunciando la piena storicità di un presente impegnato nella rimo- zione cosmetica della propria natura generata e corruttibile.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.