Mario Castelnuovo-Tedesco appartiene a quella folta schiera di autori emigrati negli Stati Uniti che, volendo proseguire la strada aperta in Europa dalle avanguardie, si scontrarono con una realtà ben diversa, in cui la produttività commerciale tendeva a sovrastare qualunque spinta artistica. L’impiego presso la Metro-Goldwyn-Mayer fu una parentesi negativa nella lunga carriera di Castelnuovo-Tedesco, che giunse a esclamare, nelle ultime righe del capitolo dell’autobiografia dedicato all’esperienza cinematografica: «nella mia vita artistica, l’esperienza cinematografica non rappresenta più di un centesimo». La presenza di Castelnuovo-Tedesco a Hollywood coincise con la cosiddetta Golden Age degli studios: una ‘Babilonia di cartapesta’, che costrinse compositori e arrangiatori (e più in generale le intere maestranze cinematografiche impegnate nel confezionamento di una pellicola) a essere spesso meri ingranaggi di una macchina lanciata a tutta velocità. Nel tentativo di offrire al lettore una disamina dell’intensa attività di compositore di musiche per il cinema di Castelnuovo-Tedesco — e con essa, per riflesso, di alcune dinamiche che caratterizzarono negli anni Quaranta e Cinquanta la collaborazione tra compositori di formazione accademica e gli studios di Hollywood — si illustrano nel contributo tre casi studio, e cioè le musiche per i film And Then There Were None (1945) di René Clair, Down the Earth (1947) di Alexander Hall e Everybody Does It (1949) di Edmund Goulding. Infine si accenna a quei brani di Castelnuovo-Tedesco liberamente utilizzati dagli studios, indipendentemente dalla volontà del compositore, per film prodotti a basso costo.
Mario Castelnuovo-Tedesco a Hollywood. Compositore di film score, original music e stock music / Caputo, Simone. - (2019), pp. 81-101. (Intervento presentato al convegno Mario Castelnuovo-Tedesco: l’ignoto iconoclasta tenutosi a Sapienza, Università di Roma).
Mario Castelnuovo-Tedesco a Hollywood. Compositore di film score, original music e stock music
Simone Caputo
2019
Abstract
Mario Castelnuovo-Tedesco appartiene a quella folta schiera di autori emigrati negli Stati Uniti che, volendo proseguire la strada aperta in Europa dalle avanguardie, si scontrarono con una realtà ben diversa, in cui la produttività commerciale tendeva a sovrastare qualunque spinta artistica. L’impiego presso la Metro-Goldwyn-Mayer fu una parentesi negativa nella lunga carriera di Castelnuovo-Tedesco, che giunse a esclamare, nelle ultime righe del capitolo dell’autobiografia dedicato all’esperienza cinematografica: «nella mia vita artistica, l’esperienza cinematografica non rappresenta più di un centesimo». La presenza di Castelnuovo-Tedesco a Hollywood coincise con la cosiddetta Golden Age degli studios: una ‘Babilonia di cartapesta’, che costrinse compositori e arrangiatori (e più in generale le intere maestranze cinematografiche impegnate nel confezionamento di una pellicola) a essere spesso meri ingranaggi di una macchina lanciata a tutta velocità. Nel tentativo di offrire al lettore una disamina dell’intensa attività di compositore di musiche per il cinema di Castelnuovo-Tedesco — e con essa, per riflesso, di alcune dinamiche che caratterizzarono negli anni Quaranta e Cinquanta la collaborazione tra compositori di formazione accademica e gli studios di Hollywood — si illustrano nel contributo tre casi studio, e cioè le musiche per i film And Then There Were None (1945) di René Clair, Down the Earth (1947) di Alexander Hall e Everybody Does It (1949) di Edmund Goulding. Infine si accenna a quei brani di Castelnuovo-Tedesco liberamente utilizzati dagli studios, indipendentemente dalla volontà del compositore, per film prodotti a basso costo.File | Dimensione | Formato | |
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