Il sogno torna nei più antichi testi cristiani, da quelli della Passio Perpetuae et Felicitatis, premonitori del martirio delle due donne africane, all’incubo letterario di Girolamo, primo di una serie di analoghi tormentosi sogni medievali. Simbolo del presunto contrasto tra “amore delle lettere e desiderio di Dio”, l’incubo è vivacemente raccontato in prima persona dallo stesso Girolamo, trasportato a mezza quaresima dalla sua cella d’eremita nel deserto siriano di Calcide davanti al tribunale divino con l’accusa d’essere ciceroniano e non cristiano (Ciceronianus es non Christianus). Sogno o visione, il racconto geronimiano fino all'umanesimo impressionò fortemente l’immaginario di innumerevoli lettori medievali, anch’essi alle prese con il presunto dissidio tra cultura classica e cristianesimo, e modellò altri sogni o visioni: in questi entrano volta a volta san Paolo a difendere un arcivescovo accusato d’annettere troppa importanza alla filosofia, diavoli e inquietanti personaggi che bastonano e flagellano, misteriose figure come una donna maestosa e un vegliardo che ammoniscono, ingannevoli finzioni diaboliche sotto l’aspetto di antichi poeti o di splendidi vasi pieni di serpenti.
La pesadilla recurrente: cristianismo y cultura clásica desde Jerónimo al humanismo / Vian, Giovanni Maria. - (2001), pp. 125-136. ((Intervento presentato al convegno Cristianismo y tradición latina tenutosi a Málaga.
La pesadilla recurrente: cristianismo y cultura clásica desde Jerónimo al humanismo
Giovanni Maria Vian
2001
Abstract
Il sogno torna nei più antichi testi cristiani, da quelli della Passio Perpetuae et Felicitatis, premonitori del martirio delle due donne africane, all’incubo letterario di Girolamo, primo di una serie di analoghi tormentosi sogni medievali. Simbolo del presunto contrasto tra “amore delle lettere e desiderio di Dio”, l’incubo è vivacemente raccontato in prima persona dallo stesso Girolamo, trasportato a mezza quaresima dalla sua cella d’eremita nel deserto siriano di Calcide davanti al tribunale divino con l’accusa d’essere ciceroniano e non cristiano (Ciceronianus es non Christianus). Sogno o visione, il racconto geronimiano fino all'umanesimo impressionò fortemente l’immaginario di innumerevoli lettori medievali, anch’essi alle prese con il presunto dissidio tra cultura classica e cristianesimo, e modellò altri sogni o visioni: in questi entrano volta a volta san Paolo a difendere un arcivescovo accusato d’annettere troppa importanza alla filosofia, diavoli e inquietanti personaggi che bastonano e flagellano, misteriose figure come una donna maestosa e un vegliardo che ammoniscono, ingannevoli finzioni diaboliche sotto l’aspetto di antichi poeti o di splendidi vasi pieni di serpenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.