Self-built Utopias The encounter/clash between Europe and Africa has intimately altered the natural balance between people and places. As we know, the colonisation has inflicted deep wounds, affecting the way in which the Africans express themselves, even in the built language. This essay is part of a larger research, focusing on the architectural challenges for urban-rural territories in sub-Saharan Africa. Here, we focus on the relationship between tradition and innovation, form and context, memory and contamination. Starting from reflections on the current African architectural production, the paper aims to identify codes of interpretation to disentangle the complexity of the systems that make up the sub-Saharan reality. With the help of significant examples, both traditional (the constructions of northern Cameroon) and contemporary (some works by D. F. Kéré), the text identifies some tools to contribute to the desired African rebirth. The utopian approach of the general reflection is not hidden; however, the contemporary capacity to steer forms of architectural and social renewal is underlined. Therefore, to paraphrase Cicero, in Africa spes.

L’incontro/scontro tra Europa e Africa ha alterato intimamente il naturale equilibrio tra persone e luoghi. Come sappiamo, la colonizzazione ha inferto ferite profonde, influendo sul modo in cui gli africani si esprimono, anche nel linguaggio costruito. Il saggio fa parte di una ricerca più ampia, incentrata sulle sfide architettoniche per i territori urbano-rurali dell’Africa subsahariana. Qui ci si sofferma sul rapporto tra tradizione e innovazione, tra forma e contesto, tra memoria e contaminazione. A partire dalle riflessioni sull’attuale produzione africana, il contributo mira a individuare dei codici di lettura per districarsi nella complessità dei sistemi che compongono la realtà subsahariana. Con l’aiuto di significativi esempi, sia della tradizione (le costruzioni del nord del Camerun), sia della contemporaneità (alcune opere di D. F. Kéré), il testo individua taluni strumenti per contribuire all’auspicata rinascita africana. Non si nasconde l’approccio utopico della generale riflessione, tuttavia si sottolinea la capacità contemporanea di orientare forme di rinnovamento tanto architettonico quanto sociale. Pertanto, parafrasando Cicerone, in Africa spes.

Utopie autocostruite / Sarno, F.. - In: RASSEGNA DI ARCHITETTURA E URBANISTICA. - ISSN 0392-8608. - 56 (LVI annata):165(2021), pp. 102-110.

Utopie autocostruite

SARNO F.
2021

Abstract

Self-built Utopias The encounter/clash between Europe and Africa has intimately altered the natural balance between people and places. As we know, the colonisation has inflicted deep wounds, affecting the way in which the Africans express themselves, even in the built language. This essay is part of a larger research, focusing on the architectural challenges for urban-rural territories in sub-Saharan Africa. Here, we focus on the relationship between tradition and innovation, form and context, memory and contamination. Starting from reflections on the current African architectural production, the paper aims to identify codes of interpretation to disentangle the complexity of the systems that make up the sub-Saharan reality. With the help of significant examples, both traditional (the constructions of northern Cameroon) and contemporary (some works by D. F. Kéré), the text identifies some tools to contribute to the desired African rebirth. The utopian approach of the general reflection is not hidden; however, the contemporary capacity to steer forms of architectural and social renewal is underlined. Therefore, to paraphrase Cicero, in Africa spes.
2021
L’incontro/scontro tra Europa e Africa ha alterato intimamente il naturale equilibrio tra persone e luoghi. Come sappiamo, la colonizzazione ha inferto ferite profonde, influendo sul modo in cui gli africani si esprimono, anche nel linguaggio costruito. Il saggio fa parte di una ricerca più ampia, incentrata sulle sfide architettoniche per i territori urbano-rurali dell’Africa subsahariana. Qui ci si sofferma sul rapporto tra tradizione e innovazione, tra forma e contesto, tra memoria e contaminazione. A partire dalle riflessioni sull’attuale produzione africana, il contributo mira a individuare dei codici di lettura per districarsi nella complessità dei sistemi che compongono la realtà subsahariana. Con l’aiuto di significativi esempi, sia della tradizione (le costruzioni del nord del Camerun), sia della contemporaneità (alcune opere di D. F. Kéré), il testo individua taluni strumenti per contribuire all’auspicata rinascita africana. Non si nasconde l’approccio utopico della generale riflessione, tuttavia si sottolinea la capacità contemporanea di orientare forme di rinnovamento tanto architettonico quanto sociale. Pertanto, parafrasando Cicerone, in Africa spes.
architettura vernacolare; architettura contemporanea; Diébédo Francis Kéré; Africa
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Utopie autocostruite / Sarno, F.. - In: RASSEGNA DI ARCHITETTURA E URBANISTICA. - ISSN 0392-8608. - 56 (LVI annata):165(2021), pp. 102-110.
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