A seguito delle calamità naturali, il modificarsi dei centri di vita comporta cambiamenti demografici rilevanti. I territori, in genere, perdono popolazione sia a causa della dinamica naturale sia di quella migratoria. La dinamica naturale viene segnata non solo da un’improvvisa crisi di mortalità, ma anche da una diminuzione delle nascite, dovuta anche solo al rinvio della programmazione delle nascite. Inoltre il cambio dello stile di vita - connesso alla perdita delle case e/o del lavoro - spesso induce al cambiamento della dimora abituale verso centri più vitali. Questo avviene sia nel breve periodo sia nel medio anche a causa della lentezza della ricostruzione. Il terremoto de L’Aquila del 2009 ha colpito zone montane, spesso soggette già ad un processo di spopolamento e di invecchiamento. Tali fenomeni si registrano, infatti, nella gran parte del territorio italiano non urbanizzato a causa di una dinamica demografica caratterizzata da una bassissima fecondità e da un’elevata sopravvivenza che, necessariamente, comporta un fenomeno di invecchiamento della popolazione. L’obiettivo di questo lavoro è quello di analizzare l’evoluzione della popolazione nei comuni colpiti dal terremoto de L’Aquila prima e dopo l’evento sismico, mettendo in luce le eventuali discontinuità, e di considerare le caratteristiche demografiche di questi comuni. L’obiettivo è anche quello di verificare se e come l’evento sismico ne abbia enfatizzato le ‘vulnerabilità’.
La crescita che non c’è: spopolamento e invecchiamento nelle aree terremotate / Reynaud, Cecilia; Miccoli, Sara; Licari, Francesca; Ambrosetti, Elena. - In: EYESREG. - ISSN 2239-3110. - (2020).
La crescita che non c’è: spopolamento e invecchiamento nelle aree terremotate.
Cecilia Reynaud;Sara Miccoli;Elena Ambrosetti
2020
Abstract
A seguito delle calamità naturali, il modificarsi dei centri di vita comporta cambiamenti demografici rilevanti. I territori, in genere, perdono popolazione sia a causa della dinamica naturale sia di quella migratoria. La dinamica naturale viene segnata non solo da un’improvvisa crisi di mortalità, ma anche da una diminuzione delle nascite, dovuta anche solo al rinvio della programmazione delle nascite. Inoltre il cambio dello stile di vita - connesso alla perdita delle case e/o del lavoro - spesso induce al cambiamento della dimora abituale verso centri più vitali. Questo avviene sia nel breve periodo sia nel medio anche a causa della lentezza della ricostruzione. Il terremoto de L’Aquila del 2009 ha colpito zone montane, spesso soggette già ad un processo di spopolamento e di invecchiamento. Tali fenomeni si registrano, infatti, nella gran parte del territorio italiano non urbanizzato a causa di una dinamica demografica caratterizzata da una bassissima fecondità e da un’elevata sopravvivenza che, necessariamente, comporta un fenomeno di invecchiamento della popolazione. L’obiettivo di questo lavoro è quello di analizzare l’evoluzione della popolazione nei comuni colpiti dal terremoto de L’Aquila prima e dopo l’evento sismico, mettendo in luce le eventuali discontinuità, e di considerare le caratteristiche demografiche di questi comuni. L’obiettivo è anche quello di verificare se e come l’evento sismico ne abbia enfatizzato le ‘vulnerabilità’.File | Dimensione | Formato | |
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