Parco giochi a Beringen, Belgio. Playground in Beringen, Belgium

La disciplina architettonica si confronta storicamente con il tema del recupero e della valorizzazione delle aree estrattive dismesse. Nel Cinquecento Bartolomeo Ammanati e Giorgio Vasari per l’ampliamento di palazzo Pitti a Firenze e la realizzazione del giardino granducale, oggi conosciuto come giardino Boboli, ricavano da una vecchia cava di pietra un anfiteatro all’aperto, intuizione suggerita dal precedente disegno di Niccolò Pericoli detto il Triboli. In epoca moderna Le Corbusier progetta e realizza sull’antico sito estrattivo di Razes, nella Loira, la Maison de la culture. Mario Fiorentino e Giuseppe Perugini danno forma al Mausoleo delle Fosse Ardeatine nelle cave romane di pozzolana, lungo l’Appia Antica. Negli ultimi decenni il dibattito sulla trasformazione delle aree estrattive assume una centralità inattesa per la valenza quantitativa dei siti produttivi dismessi, per il ruolo strategico che la loro riqualificazione ha per le aree urbane e per la ricchezza spaziale che questi progetti di riuso promuovono. Giardini botanici, memoriali, spazi museali, strutture per lo spettacolo ed eventi ludico-sportivi, nodi infrastrutturali e parchi tematici si riappropriano delle aree di escavazione, delle morfologie che le contraddistinguono, delle architetture e degli impianti dismessi ivi presenti, generando affascinanti e suggestivi spazi urbani che valorizzano la città esistente. Nel 2015 gli architetti olandesi Carve e Omgeving, insieme alla società Krinkels, vincono il concorso internazionale per la progettazione di un parco giochi a Beringen, al di sopra di uno dei monumentali cumuli minerari che contraddistinguono la città. Il progetto ricade nell’ambito del masterplan be-MINE, piano per la riqualificazione turistico-ricreativa delle miniere di carbone di Beringen, il più grande sito archeologico.