Il progetto Future towers è situato ad Amanora Park Town, una delle “townships” residenziali promosse dalla politica statale che gravita su Pune, città indiana in forte sviluppo urbano e demografico. L’edificio realizzato costituisce la prima delle tre fasi previste dal masterplan. Per opporsi alla logica delle generiche torri dormitorio, gli architetti hanno proposto una soluzione abitativa alternativa attraverso un’interessante ibridazione tipologica che ha portato alla concezione di un grande segno dalla forte identità urbana e architettonica. L’idea di ospitare più di 1000 unità abitative in un unico edificio nasce infatti dalla volontà di realizzare un “villaggio verticale” al cui interno riproporre dinamiche relazionali e sociali tipiche dell’esperienza urbana. Allo stesso tempo, la possibilità di assemblare in uno stesso edificio il grande numero di alloggi richiesti ha consentito di sfruttare le economie di scala con l’abbattimento dei costi di costruzione, a cui ha contribuito anche la riduzione del numero di corpi ascensori: solo quattro blocchi di risalita verticale infatti consentono l’accesso alle nove ali che ospitano gli alloggi. Diversi percorsi distributivi si diramano infatti da uno stesso elemento servente e sono regolarmente intervallati da logge collettive a doppia o tripla altezza, rileggibili in facciata consentendo di spezzarne la monotonia. L’attenzione alla qualità spaziale della residenza emerge anche dal progetto degli alloggi, sensibile alle peculiarità della cultura abitativa indiana. Inoltre, in opposizione alla logica delle “gated communities”, la proposta di tipologie di appartamenti ampiamente diversificata consente la coesistenza di un vasto spettro di utenza in una situazione abitativa di forte mixité sociale, particolarmente interessante in una società, come quella indiana, basata su un sistema di caste e di non condivisione. L’articolazione planimetrica dell’edificio definisce nell’attacco a terra spazi pubblici di diversa natura, la cui reciproca relazione è garantita dalla presenza di ampi portali di attraversamento. L’intero complesso poggia su un basamento che ospita servizi comuni tra cui parcheggi, una scuola, un bar, negozi e una piscina. Inoltre, alcune terrazze comuni consentono di godere il panorama dalle “vette” più alte della grande montagna residenziale. L’articolazione volumetrica, variabile in altezza grazie alle diverse inclinazioni della copertura, favorisce differenti visuali dagli appartamenti e buone condizioni di ventilazione e soleggiamento, e la possibilità di avere terrazze a cielo aperto a servizio degli alloggi agli ultimi piani. Sebbene gli esiti sull’effettiva qualità abitativa siano da verificare, l’intervento risulta formalmente coraggioso, caratterizzato da coerenza progettuale e forte identità architettonica pur ponendo al primo posto esigenze abitative, senso di comunità e rispetto della cultura del luogo. La dimostrazione che le “torri del futuro” non sono solamente verticalismo.
Blocco residenziale a Pune, India / Magliacani, Flavia. - In: L'INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI. - ISSN 0579-4900. - 472:(2020), pp. 50-57.
Blocco residenziale a Pune, India
Flavia MagliacaniPrimo
Writing – Original Draft Preparation
2020
Abstract
Il progetto Future towers è situato ad Amanora Park Town, una delle “townships” residenziali promosse dalla politica statale che gravita su Pune, città indiana in forte sviluppo urbano e demografico. L’edificio realizzato costituisce la prima delle tre fasi previste dal masterplan. Per opporsi alla logica delle generiche torri dormitorio, gli architetti hanno proposto una soluzione abitativa alternativa attraverso un’interessante ibridazione tipologica che ha portato alla concezione di un grande segno dalla forte identità urbana e architettonica. L’idea di ospitare più di 1000 unità abitative in un unico edificio nasce infatti dalla volontà di realizzare un “villaggio verticale” al cui interno riproporre dinamiche relazionali e sociali tipiche dell’esperienza urbana. Allo stesso tempo, la possibilità di assemblare in uno stesso edificio il grande numero di alloggi richiesti ha consentito di sfruttare le economie di scala con l’abbattimento dei costi di costruzione, a cui ha contribuito anche la riduzione del numero di corpi ascensori: solo quattro blocchi di risalita verticale infatti consentono l’accesso alle nove ali che ospitano gli alloggi. Diversi percorsi distributivi si diramano infatti da uno stesso elemento servente e sono regolarmente intervallati da logge collettive a doppia o tripla altezza, rileggibili in facciata consentendo di spezzarne la monotonia. L’attenzione alla qualità spaziale della residenza emerge anche dal progetto degli alloggi, sensibile alle peculiarità della cultura abitativa indiana. Inoltre, in opposizione alla logica delle “gated communities”, la proposta di tipologie di appartamenti ampiamente diversificata consente la coesistenza di un vasto spettro di utenza in una situazione abitativa di forte mixité sociale, particolarmente interessante in una società, come quella indiana, basata su un sistema di caste e di non condivisione. L’articolazione planimetrica dell’edificio definisce nell’attacco a terra spazi pubblici di diversa natura, la cui reciproca relazione è garantita dalla presenza di ampi portali di attraversamento. L’intero complesso poggia su un basamento che ospita servizi comuni tra cui parcheggi, una scuola, un bar, negozi e una piscina. Inoltre, alcune terrazze comuni consentono di godere il panorama dalle “vette” più alte della grande montagna residenziale. L’articolazione volumetrica, variabile in altezza grazie alle diverse inclinazioni della copertura, favorisce differenti visuali dagli appartamenti e buone condizioni di ventilazione e soleggiamento, e la possibilità di avere terrazze a cielo aperto a servizio degli alloggi agli ultimi piani. Sebbene gli esiti sull’effettiva qualità abitativa siano da verificare, l’intervento risulta formalmente coraggioso, caratterizzato da coerenza progettuale e forte identità architettonica pur ponendo al primo posto esigenze abitative, senso di comunità e rispetto della cultura del luogo. La dimostrazione che le “torri del futuro” non sono solamente verticalismo.File | Dimensione | Formato | |
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