The women designers’ production in general is not well recognized in Italy. One of the critical points regarding this historic condition reasons could be attributed to the late admission to the high education system. This is particularly evident in the field of Engineering and Architecture. In fact he school of Engineering in Rome was established in 1817, but women were only allowed to enrol in 1910: almost a century later. The first Italian women designers graduated as Engineers. Emma Strada, graduated in 1908 in Turin Polytechnic, was the first one. Her iconic image shows her in a building site wearing a long dress. The Russian Elena Sadowska graduated in Rome in 1910. Four years later Gaetanina Calvi got her Engineering degree in Milan. Unfortunately, she was forced to abandon the professional job cause the prejudice concerning the role of the women in that period; this way she worked as a Mathematics teacher. This condition was not only an Italian one but it was largely diffused in Europe as in the western world. Many women architect who decided to stay in professional offices frequently had to work in the shadow of their relatives, fathers, husbands or brothers. In 2017, the bicentennial recurrence for the Engineering Faculty’s foundation at Sapienza University of Rome, gave the chance to investigate the transformations occurred since the early years. Our interest was to research the presence of women as students, graduated and as professionals, officers, professors and assistants. Among them our first objective consisted in focusing the so called pioneers: those ones who were the first enrolled, showing their passion for a cultural discipline dominated by the male presence. Their perseverance appears as a long struggle. Sometimes they even faced their own family’s way of thinking. As result they could achieve the rights to be considered at the same level of their male colleagues. Our topic is addressed to contribute in building a gender genealogy and illuminating those figures left too long in the shadows.

La produzione progettuale delle donne in Italia fatica a essere riconosciuta. Molte scuole universitarie sono state a lungo loro precluse, come la scuola di Ingegneria di Roma che, istituita nel 1817, consente loro l’accesso solo nel 1910. Le prime progettiste italiane sono tuttavia ingegnere: nel 1908 si laurea a Torino Emma Strada, che una foto ritrae al lavoro in cantiere; nel 1913 si laurea a Roma Elena Sadowska, ma di lei rimangono solo poche tracce all’interno della comunità russa di Sanremo; nel 1914 si laurea a Milano Gaetanina Calvi, che sarà costretta ad abbandonare la professione di ingegnere per indirizzarsi verso l’insegnamento della matematica, ritenuto all’epoca più consono. Molte sono state a lungo ostacolate nell’esercizio professionale a seguito di radicati preconcetti, mentre altre hanno dovuto costruire le loro carriere lavorando con padri, fratelli o mariti, spesso senza poter firmare i progetti per questioni legali o di pregiudizio. Le celebrazioni del Bicentenario per la fondazione della facoltà di Ingegneria dell’Università Sapienza di Roma (2017) sono state l’occasione per ripercorrerne la storia e indagare su alcuni aspetti ancora poco noti, come quello della presenza femminile che ne ha attraversato nel tempo aule e laboratori, dapprima come studenti, e poi come assistenti e docenti, contribuendo ad animarne la vita scientifica. Soprattutto per le giovani della prima metà del Novecento, la scelta dell’ingegneria è stata inusuale e segno di una grande passione, anche se non sempre pienamente sostenuta dalle famiglie. Le storie di queste ingegnere del passato sono poco conosciute: alcune hanno avuto una carriera di successo dentro o fuori dell’università, come ad esempio Bice Crova che si laurea nel 1916 e, autrice di numerosi saggi e progetti, diventa libera docente di Architettura Tecnica nel 1948. La relazione intende comparare alcuni dati e raccontare i profili di queste donne, rispetto a tre fasce temporali (Pioniere 1910-1938; Madri 1939-1945; Intraprendenti 1946-1969), per contribuire alla costruzione di genealogie di genere e riportare alla luce ingegnere progettiste rimaste nell’ombra.

Tecniche Sapienti. Una storia al femminile della Facoltà di Ingegneria di Roma Sapienza (1910-1969) / Belingardi, Chiara; Mattogno, Claudia. - 1:(2020), pp. 559-569. (Intervento presentato al convegno Storia dell'Ingegneria tenutosi a Napoli).

Tecniche Sapienti. Una storia al femminile della Facoltà di Ingegneria di Roma Sapienza (1910-1969)

Belingardi, Chiara
Co-primo
;
Mattogno, Claudia
Co-primo
2020

Abstract

The women designers’ production in general is not well recognized in Italy. One of the critical points regarding this historic condition reasons could be attributed to the late admission to the high education system. This is particularly evident in the field of Engineering and Architecture. In fact he school of Engineering in Rome was established in 1817, but women were only allowed to enrol in 1910: almost a century later. The first Italian women designers graduated as Engineers. Emma Strada, graduated in 1908 in Turin Polytechnic, was the first one. Her iconic image shows her in a building site wearing a long dress. The Russian Elena Sadowska graduated in Rome in 1910. Four years later Gaetanina Calvi got her Engineering degree in Milan. Unfortunately, she was forced to abandon the professional job cause the prejudice concerning the role of the women in that period; this way she worked as a Mathematics teacher. This condition was not only an Italian one but it was largely diffused in Europe as in the western world. Many women architect who decided to stay in professional offices frequently had to work in the shadow of their relatives, fathers, husbands or brothers. In 2017, the bicentennial recurrence for the Engineering Faculty’s foundation at Sapienza University of Rome, gave the chance to investigate the transformations occurred since the early years. Our interest was to research the presence of women as students, graduated and as professionals, officers, professors and assistants. Among them our first objective consisted in focusing the so called pioneers: those ones who were the first enrolled, showing their passion for a cultural discipline dominated by the male presence. Their perseverance appears as a long struggle. Sometimes they even faced their own family’s way of thinking. As result they could achieve the rights to be considered at the same level of their male colleagues. Our topic is addressed to contribute in building a gender genealogy and illuminating those figures left too long in the shadows.
2020
Storia dell'Ingegneria
La produzione progettuale delle donne in Italia fatica a essere riconosciuta. Molte scuole universitarie sono state a lungo loro precluse, come la scuola di Ingegneria di Roma che, istituita nel 1817, consente loro l’accesso solo nel 1910. Le prime progettiste italiane sono tuttavia ingegnere: nel 1908 si laurea a Torino Emma Strada, che una foto ritrae al lavoro in cantiere; nel 1913 si laurea a Roma Elena Sadowska, ma di lei rimangono solo poche tracce all’interno della comunità russa di Sanremo; nel 1914 si laurea a Milano Gaetanina Calvi, che sarà costretta ad abbandonare la professione di ingegnere per indirizzarsi verso l’insegnamento della matematica, ritenuto all’epoca più consono. Molte sono state a lungo ostacolate nell’esercizio professionale a seguito di radicati preconcetti, mentre altre hanno dovuto costruire le loro carriere lavorando con padri, fratelli o mariti, spesso senza poter firmare i progetti per questioni legali o di pregiudizio. Le celebrazioni del Bicentenario per la fondazione della facoltà di Ingegneria dell’Università Sapienza di Roma (2017) sono state l’occasione per ripercorrerne la storia e indagare su alcuni aspetti ancora poco noti, come quello della presenza femminile che ne ha attraversato nel tempo aule e laboratori, dapprima come studenti, e poi come assistenti e docenti, contribuendo ad animarne la vita scientifica. Soprattutto per le giovani della prima metà del Novecento, la scelta dell’ingegneria è stata inusuale e segno di una grande passione, anche se non sempre pienamente sostenuta dalle famiglie. Le storie di queste ingegnere del passato sono poco conosciute: alcune hanno avuto una carriera di successo dentro o fuori dell’università, come ad esempio Bice Crova che si laurea nel 1916 e, autrice di numerosi saggi e progetti, diventa libera docente di Architettura Tecnica nel 1948. La relazione intende comparare alcuni dati e raccontare i profili di queste donne, rispetto a tre fasce temporali (Pioniere 1910-1938; Madri 1939-1945; Intraprendenti 1946-1969), per contribuire alla costruzione di genealogie di genere e riportare alla luce ingegnere progettiste rimaste nell’ombra.
donne Ingegnere, progetto; Herstory; Ateneo Sapienza
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Tecniche Sapienti. Una storia al femminile della Facoltà di Ingegneria di Roma Sapienza (1910-1969) / Belingardi, Chiara; Mattogno, Claudia. - 1:(2020), pp. 559-569. (Intervento presentato al convegno Storia dell'Ingegneria tenutosi a Napoli).
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