Nel 1919, cento anni fa, Walter Gropius fondava il Bauhaus, luogo d’integrazione tra arte e tecnica. Ancora nel 1955 in Scope of Total Architecture, egli scriveva del bisogno d’integrità del fenomeno architettonico: l’architettura deve essere pensata in modo da soddisfare la percezione umana a tutte le scale, da quella del paesaggio a quella degli interni. II riferimento all’uomo come unità di misura e al modo di sentire e vivere l’architettura evidenziava il ruolo del dettaglio quale strumento ineludibile per la riuscita integrale del progetto di architettura, specie appunto alla scala degli interni in cui l’architettura è agita. Per anni non è esistito percorso formativo in Architettura che non annoverasse tra i suoi esami fondamentali almeno un corso di Architettura degli Interni e Arredamento proprio per il ruolo maieutico che quell’esercizio di progettazione aveva nella formazione dei futuri architetti. E oggi? Sembra quasi che una cattiva interpretazione di quel pensiero sull’architettura come sistema integrato di saperi e di scale abbia, nel corso del tempo, relegato in una posizione ancillare il tema del progetto di dettaglio e dello spazio alla scala umana rispetto ai grandi temi urbanistico-compositivi. Tuttavia è proprio alla scala dello spazio interno che ancora oggi è possibile trovare esempi di quella integrità di azione tra pensiero progettuale e realizzazione cui anelava Gropius. È questa la scala dell’incontro ravvicinato tra utente e architettura in cui il dettaglio partecipa dell’idea di spazio. È la scala dell’uso fisico di questo, della sua percezione e fruizione di prossimità in cui la qualità delle soluzioni non producono solo prestazioni performanti ma costruiscono il carattere e l’identità degli ambienti. Questo è ancora più evidente proprio nei luoghi che rappresentano per antonomasia gli spazi di vita di ciascuno: le case. Ragionare dei caratteri e modi del progetto di dettaglio è compito dell’architettura d’interni e ne costituisce tema d’identità disciplinare.

Il progetto dello spazio abitato come progetto di dettaglio / Grimaldi, Andrea. - (2020), pp. 273-277. (Intervento presentato al convegno III Convegno Nazionale di Architettura degli Interni tenutosi a Napoli).

Il progetto dello spazio abitato come progetto di dettaglio

Andrea Grimaldi
2020

Abstract

Nel 1919, cento anni fa, Walter Gropius fondava il Bauhaus, luogo d’integrazione tra arte e tecnica. Ancora nel 1955 in Scope of Total Architecture, egli scriveva del bisogno d’integrità del fenomeno architettonico: l’architettura deve essere pensata in modo da soddisfare la percezione umana a tutte le scale, da quella del paesaggio a quella degli interni. II riferimento all’uomo come unità di misura e al modo di sentire e vivere l’architettura evidenziava il ruolo del dettaglio quale strumento ineludibile per la riuscita integrale del progetto di architettura, specie appunto alla scala degli interni in cui l’architettura è agita. Per anni non è esistito percorso formativo in Architettura che non annoverasse tra i suoi esami fondamentali almeno un corso di Architettura degli Interni e Arredamento proprio per il ruolo maieutico che quell’esercizio di progettazione aveva nella formazione dei futuri architetti. E oggi? Sembra quasi che una cattiva interpretazione di quel pensiero sull’architettura come sistema integrato di saperi e di scale abbia, nel corso del tempo, relegato in una posizione ancillare il tema del progetto di dettaglio e dello spazio alla scala umana rispetto ai grandi temi urbanistico-compositivi. Tuttavia è proprio alla scala dello spazio interno che ancora oggi è possibile trovare esempi di quella integrità di azione tra pensiero progettuale e realizzazione cui anelava Gropius. È questa la scala dell’incontro ravvicinato tra utente e architettura in cui il dettaglio partecipa dell’idea di spazio. È la scala dell’uso fisico di questo, della sua percezione e fruizione di prossimità in cui la qualità delle soluzioni non producono solo prestazioni performanti ma costruiscono il carattere e l’identità degli ambienti. Questo è ancora più evidente proprio nei luoghi che rappresentano per antonomasia gli spazi di vita di ciascuno: le case. Ragionare dei caratteri e modi del progetto di dettaglio è compito dell’architettura d’interni e ne costituisce tema d’identità disciplinare.
2020
III Convegno Nazionale di Architettura degli Interni
architettura degli interni; dettaglio architettonico; spazio fruito; spazio percepito; qualità dell'architettura
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Il progetto dello spazio abitato come progetto di dettaglio / Grimaldi, Andrea. - (2020), pp. 273-277. (Intervento presentato al convegno III Convegno Nazionale di Architettura degli Interni tenutosi a Napoli).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1401172
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