Il modello di infrastrutturazione sostenibile delle piazze galleggianti, basato sui principi di flessibilità, mobilità, autosufficienza e ripetibilità, può aprirsi ad altre prospettive di sviluppo. La caratteristica flessibilità spazio-temporale, derivante dalla concezione modulare e di ripetibilità che ne è alla base, conferisce infatti al sistema diverse possibilità aggregative, quindi la capacità di rispondere a diverse esigenze funzionali; tra queste, ad esempio, l’attraversamento di una risorsa idrica in un punto altrimenti criticamente attraversabile con strutture permanenti, con esiti e conseguenze anche sociali. Il tema della mobilità assume quindi anche i caratteri di un progetto sociale capace di riattivare lo spazio aperto grazie a una rete di movimenti locali organizzati attraverso nuove attrezzature integrate nel paesaggio. Pur svolgendo una funzione che sembrerebbe ricalcare quella della tradizionale struttura architettonica del ponte, ciò che contraddistingue questo sistema insediativo ha a che fare con la durata: è infatti la temporaneità la sua principale caratteristica essenziale e costitutiva. Pensati come architetture galleggianti migranti, questi elementi nascono da un principio di non permanenza, caratteristica che ne consente la massima duttilità e versatilità e che evoca l’antica strategia militare del “ponte di barche” piuttosto che rimandare al ponte tradizionalmente inteso come struttura permanente. Come dispositivo capace di connettere o riconnettere frammenti di territorio, quello delle piazze galleggianti può rivelarsi un efficace strumento generatore di relazioni geografiche e antropiche, incentivando lo scambio e assecondando necessità di attraversamento in un’ottica progettuale inclusiva, al fine di favorire l’integrazione territoriale di aree altrimenti inevitabilmente divise. Tale approccio mira ad essere quanto più resiliente possibile nel considerare l’elemento idrico come risorsa da valorizzare, trasformandone la criticità della barriera naturale in potenzialità per una totale fruizione del territorio inteso come spazio pubblico.
Linearità e trasversalità nell'uso delle rive e dei corsi fluviali. Piazze galleggianti: una strategia di connessione e integrazione / Magliacani, Flavia. - In: A & A. - ISSN 2533-0713. - 46/2019(2020), pp. 8-17.
Linearità e trasversalità nell'uso delle rive e dei corsi fluviali. Piazze galleggianti: una strategia di connessione e integrazione
Flavia MagliacaniPrimo
2020
Abstract
Il modello di infrastrutturazione sostenibile delle piazze galleggianti, basato sui principi di flessibilità, mobilità, autosufficienza e ripetibilità, può aprirsi ad altre prospettive di sviluppo. La caratteristica flessibilità spazio-temporale, derivante dalla concezione modulare e di ripetibilità che ne è alla base, conferisce infatti al sistema diverse possibilità aggregative, quindi la capacità di rispondere a diverse esigenze funzionali; tra queste, ad esempio, l’attraversamento di una risorsa idrica in un punto altrimenti criticamente attraversabile con strutture permanenti, con esiti e conseguenze anche sociali. Il tema della mobilità assume quindi anche i caratteri di un progetto sociale capace di riattivare lo spazio aperto grazie a una rete di movimenti locali organizzati attraverso nuove attrezzature integrate nel paesaggio. Pur svolgendo una funzione che sembrerebbe ricalcare quella della tradizionale struttura architettonica del ponte, ciò che contraddistingue questo sistema insediativo ha a che fare con la durata: è infatti la temporaneità la sua principale caratteristica essenziale e costitutiva. Pensati come architetture galleggianti migranti, questi elementi nascono da un principio di non permanenza, caratteristica che ne consente la massima duttilità e versatilità e che evoca l’antica strategia militare del “ponte di barche” piuttosto che rimandare al ponte tradizionalmente inteso come struttura permanente. Come dispositivo capace di connettere o riconnettere frammenti di territorio, quello delle piazze galleggianti può rivelarsi un efficace strumento generatore di relazioni geografiche e antropiche, incentivando lo scambio e assecondando necessità di attraversamento in un’ottica progettuale inclusiva, al fine di favorire l’integrazione territoriale di aree altrimenti inevitabilmente divise. Tale approccio mira ad essere quanto più resiliente possibile nel considerare l’elemento idrico come risorsa da valorizzare, trasformandone la criticità della barriera naturale in potenzialità per una totale fruizione del territorio inteso come spazio pubblico.File | Dimensione | Formato | |
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