Dalla morte di Muhammar Gheddafi nel 2011, la Libia è diventata un pericoloso campo di battaglia di gruppi jihadisti e combattenti stranieri coinvolti nel recente conflitto del Paese. Dall'insurrezione del 2011, il fattore religioso ha ha assunto un ruolo rilevante nel legittimare l'azione di vari partiti politici, movimenti e leader. In questo contesto, i movimenti jihadisti sono stati in grado di strutturarsi e radicarsi nel territorio, introducendo da teatri di guerra come l'Afghanistan, l'Iraq e la Siria la lotta armata dentro i confini della Libia. Nonostante la pesante sconfitta subita dallo Stato Islamico alla fine del 2016 nel Golfo della Sirte, i movimenti jihadisti stanno ora riemergendo come attori destabilizzante, approfittando della pericolosa situazione di stallo che si sta evolvendo in una nuova guerra civile tra il Governo di Accordo Nazionale (GNA) di Fayez al-Sarraj, riconosciuto a livello internazionale, e l'autoproclamato esercito nazionale libico, guidato dal Generale Khalifa Haftar. Dopo aver analizzato le principali organizzazioni radicali islamiste nate dalla rivolta del 2011, l'articolo si concentrerà in particolare sul ruolo svolto da al-Qaeda e dallo Stato islamico in Libia, cercando di capire il rischio reale di un ritorno della minaccia jihadista e i possibili esiti dell'attuale crisi.
Il caos libico e la minaccia jihadista: prospettive e mutamenti / Melcangi, Alessia. - In: LA COMUNITÀ INTERNAZIONALE. - ISSN 0010-5066. - 4(2019), pp. 579-589.
Il caos libico e la minaccia jihadista: prospettive e mutamenti
Melcangi, Alessia
2019
Abstract
Dalla morte di Muhammar Gheddafi nel 2011, la Libia è diventata un pericoloso campo di battaglia di gruppi jihadisti e combattenti stranieri coinvolti nel recente conflitto del Paese. Dall'insurrezione del 2011, il fattore religioso ha ha assunto un ruolo rilevante nel legittimare l'azione di vari partiti politici, movimenti e leader. In questo contesto, i movimenti jihadisti sono stati in grado di strutturarsi e radicarsi nel territorio, introducendo da teatri di guerra come l'Afghanistan, l'Iraq e la Siria la lotta armata dentro i confini della Libia. Nonostante la pesante sconfitta subita dallo Stato Islamico alla fine del 2016 nel Golfo della Sirte, i movimenti jihadisti stanno ora riemergendo come attori destabilizzante, approfittando della pericolosa situazione di stallo che si sta evolvendo in una nuova guerra civile tra il Governo di Accordo Nazionale (GNA) di Fayez al-Sarraj, riconosciuto a livello internazionale, e l'autoproclamato esercito nazionale libico, guidato dal Generale Khalifa Haftar. Dopo aver analizzato le principali organizzazioni radicali islamiste nate dalla rivolta del 2011, l'articolo si concentrerà in particolare sul ruolo svolto da al-Qaeda e dallo Stato islamico in Libia, cercando di capire il rischio reale di un ritorno della minaccia jihadista e i possibili esiti dell'attuale crisi.File | Dimensione | Formato | |
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