Densificare non costituisce soltanto una strategia nel progetto di nuove espansioni urbane ma un parametro fondamentale per rigenerare la città esistente, per dosare spazio pubblico e qualità abitativa, nella ricerca di un equilibrio tra questioni economico-ambientali e sociali. Il celebre enunciato per cui “il battito delle ali di una farfalla in Brasile può scatenare un tornado in Texas”, che fino a pochi anni fa sembrava solo un paradosso in grado di esemplificare un modello matematico, ci ricorda oggi una semplice verità: viviamo su un piccolo pianeta. La dimensione globale dell’economia si è presto estesa all’informazione e alla conoscenza, alla cultura e alla ricerca scientifica, allo sviluppo tecnologico e al lavoro. Non solamente merci e informazioni circolano continuamente nel mondo, ma si muovono le persone, singolarmente o a gruppi, con il turismo e attraverso migrazioni di massa, o forzate espulsioni (per usare una recente immagine di Saskia Sassen). E la grande maggioranza della popolazione che si sposta giunge nelle città, che crescono e cresceranno in maniera sempre più esponenziale. Il processo è talmente repentino che inevitabilmente la strenua resistenza dei paladini della bassa densità perde forza e certezze; persino negli USA prende corpo ormai una variegata schiera di supporters di Jane Jacobs dopo anni in cui l’unico orizzonte urbano era quello della garden city veicolato nel Novecento dai testi di Lewis Mumford. Le città del futuro – in qualsiasi contesto - non possono che essere dense, complesse e interculturali, a prescindere dalle dimensioni. La questione della densità influenza infatti non solo la figura urbana ma anche l’accessibilità e i servizi, la forma dello spazio pubblico e la qualità dell’abitare. Se nella megalopoli asiatica la densificazione degli insediamenti produce compatte città multilivello (Seul, Hong Kong, Shanghai, Singapore), in Europa - in particolare nei paesi del Mediterraneo - l’orizzonte oggi non è più quello dell’espansione, ma piuttosto quello della trasformazione urbana. Le cause sono note: crisi finanziaria, saturazione del mercato degli alloggi, necessità di contenere il consumo di suolo. Nel dibattito contemporaneo questo cambiamento prende forma principalmente in tre maniere: la densificazione dell’edilizia residenziale pubblica; il riciclo di manufatti industriali o di infrastrutture dismesse; i completamenti e gli innesti nella città compatta. Le tendenze contemporanee connesse all’abitare una città a più alta densità hanno prodotto e produrranno nuovi modelli di housing. Lavorare sulla densità significa infatti spostare l’attenzione dal dato quantitativo agli aspetti qualitativi, concentrandosi sulla sperimentazione tipologica, sulla flessibilità degli alloggi (spaziale e temporale), sulla ricerca della permeabilità urbana e della porosità dell’edificio, sulla riattivazione di sistemi e tessuti urbani attraverso la residenza collettiva e l’inserimento di nuove funzioni e modi di abitare.
Dall’espansione alla densificazione. Scenari di progetto tra casa e città. From expansion to densification. Architectural scenarios from home to city / Reale, Luca. - In: L'INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI. - ISSN 0579-4900. - Anno LIII marzo-aprile 2020:472(2020), pp. 13-23.
Dall’espansione alla densificazione. Scenari di progetto tra casa e città. From expansion to densification. Architectural scenarios from home to city
luca reale
2020
Abstract
Densificare non costituisce soltanto una strategia nel progetto di nuove espansioni urbane ma un parametro fondamentale per rigenerare la città esistente, per dosare spazio pubblico e qualità abitativa, nella ricerca di un equilibrio tra questioni economico-ambientali e sociali. Il celebre enunciato per cui “il battito delle ali di una farfalla in Brasile può scatenare un tornado in Texas”, che fino a pochi anni fa sembrava solo un paradosso in grado di esemplificare un modello matematico, ci ricorda oggi una semplice verità: viviamo su un piccolo pianeta. La dimensione globale dell’economia si è presto estesa all’informazione e alla conoscenza, alla cultura e alla ricerca scientifica, allo sviluppo tecnologico e al lavoro. Non solamente merci e informazioni circolano continuamente nel mondo, ma si muovono le persone, singolarmente o a gruppi, con il turismo e attraverso migrazioni di massa, o forzate espulsioni (per usare una recente immagine di Saskia Sassen). E la grande maggioranza della popolazione che si sposta giunge nelle città, che crescono e cresceranno in maniera sempre più esponenziale. Il processo è talmente repentino che inevitabilmente la strenua resistenza dei paladini della bassa densità perde forza e certezze; persino negli USA prende corpo ormai una variegata schiera di supporters di Jane Jacobs dopo anni in cui l’unico orizzonte urbano era quello della garden city veicolato nel Novecento dai testi di Lewis Mumford. Le città del futuro – in qualsiasi contesto - non possono che essere dense, complesse e interculturali, a prescindere dalle dimensioni. La questione della densità influenza infatti non solo la figura urbana ma anche l’accessibilità e i servizi, la forma dello spazio pubblico e la qualità dell’abitare. Se nella megalopoli asiatica la densificazione degli insediamenti produce compatte città multilivello (Seul, Hong Kong, Shanghai, Singapore), in Europa - in particolare nei paesi del Mediterraneo - l’orizzonte oggi non è più quello dell’espansione, ma piuttosto quello della trasformazione urbana. Le cause sono note: crisi finanziaria, saturazione del mercato degli alloggi, necessità di contenere il consumo di suolo. Nel dibattito contemporaneo questo cambiamento prende forma principalmente in tre maniere: la densificazione dell’edilizia residenziale pubblica; il riciclo di manufatti industriali o di infrastrutture dismesse; i completamenti e gli innesti nella città compatta. Le tendenze contemporanee connesse all’abitare una città a più alta densità hanno prodotto e produrranno nuovi modelli di housing. Lavorare sulla densità significa infatti spostare l’attenzione dal dato quantitativo agli aspetti qualitativi, concentrandosi sulla sperimentazione tipologica, sulla flessibilità degli alloggi (spaziale e temporale), sulla ricerca della permeabilità urbana e della porosità dell’edificio, sulla riattivazione di sistemi e tessuti urbani attraverso la residenza collettiva e l’inserimento di nuove funzioni e modi di abitare.File | Dimensione | Formato | |
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