L’attenzione che le società europee e mediterranee hanno manifestato per il bovino sin dalla preistoria, destinandolo ad una posizione privilegiata nella sfera religiosa e qualificandolo come animale preferenziale nella speculazione mitologica e nella costruzione rituale, è testimoniata nell’Europa moderna e contemporanea dalla capillare diffusione di forme festive ed usi cerimoniali, anche laddove l’impiego degli animali nel lavoro agricolo e nel trasporto sia venuto meno nel corso XX secolo. Il Cristianesimo ha creato o modellato molti di questi cerimoniali nel corso dei secoli; il legame tra santi e bovini nelle feste, dove riscontrabile, si esprime attraverso costanti che non è possibile ignorare. Il tipo di proiezione e di vincolo instaurato tra il bovino e il santo definisce, nella costruzione dei rituali, la posizione dell’animale e il ruolo ad esso assegnato, in un rinvio costante alla leggenda di istituzione del culto e dell’evento festivo. Il riconoscimento di una dimensione pienamente cristiana, almeno di una parte di questi insiemi cerimoniali, ribalta la squalificazione “pagana” regolarmente attribuita dalle élite clericali ai rituali, e troppo spesso adottata come categoria analitica anche dall’osservazione colta. Ciò che emerge, in questa chiave di lettura, è piuttosto una circolarità dei soggetti e delle pratiche, un influsso reciproco fra i vari livelli culturali, la partecipazione ad un medesimo sistema di significati in una densità di rimandi e di contraddizioni interna alla stessa costruzione ideologica cristiana.
Des animaux exemplaires. L’importance des bovins dans l’Europe chrétienne / Spitilli, Gianfranco. - (2017), pp. 69-84. (Intervento presentato al convegno Des combats des vaches dans les Alpes et ailleurs. L’animalité et le monde contemporain tenutosi a Aosta, Italia).
Des animaux exemplaires. L’importance des bovins dans l’Europe chrétienne
Gianfranco Spitilli
Primo
2017
Abstract
L’attenzione che le società europee e mediterranee hanno manifestato per il bovino sin dalla preistoria, destinandolo ad una posizione privilegiata nella sfera religiosa e qualificandolo come animale preferenziale nella speculazione mitologica e nella costruzione rituale, è testimoniata nell’Europa moderna e contemporanea dalla capillare diffusione di forme festive ed usi cerimoniali, anche laddove l’impiego degli animali nel lavoro agricolo e nel trasporto sia venuto meno nel corso XX secolo. Il Cristianesimo ha creato o modellato molti di questi cerimoniali nel corso dei secoli; il legame tra santi e bovini nelle feste, dove riscontrabile, si esprime attraverso costanti che non è possibile ignorare. Il tipo di proiezione e di vincolo instaurato tra il bovino e il santo definisce, nella costruzione dei rituali, la posizione dell’animale e il ruolo ad esso assegnato, in un rinvio costante alla leggenda di istituzione del culto e dell’evento festivo. Il riconoscimento di una dimensione pienamente cristiana, almeno di una parte di questi insiemi cerimoniali, ribalta la squalificazione “pagana” regolarmente attribuita dalle élite clericali ai rituali, e troppo spesso adottata come categoria analitica anche dall’osservazione colta. Ciò che emerge, in questa chiave di lettura, è piuttosto una circolarità dei soggetti e delle pratiche, un influsso reciproco fra i vari livelli culturali, la partecipazione ad un medesimo sistema di significati in una densità di rimandi e di contraddizioni interna alla stessa costruzione ideologica cristiana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.