The Church of S. Gregorio Barbarigo in Rome was built between 1970 and 1972 according to the project by G. Vaccaro, the drawings by G. Gualtieri and the structural calculations by S. Musmeci. The reconstruction of the church’s realization progress and the interpretation of Vaccaro’s figurative language highlighted the relation between project choices, construction phase and the decay of prefabricated concrete paneling. In fact, every intervention on the architecture of the 20th century with exposed concrete surfaces requires targeted insights to know the history of the building, the technologies, the processing of materials and the management of the building site, that all may affect the decay. The university holds a primary role in spreading the historical and critical acquisitions of the research, which is juxtaposed with the contribution of Cultural Heritage and production specialists. The aim is to promote collaboration between different skills and competences, stimulate interdisciplinary training, share executive tools to address the problems concerning the protection of the 20th century’s architecture.

La chiesa di S. Gregorio Barbarigo a Roma è realizzata tra il 1971 e il 1972 su disegno di G. Vaccaro, con il progetto strutturale di S. Musmeci e sotto la direzione di I. Breccia Fratadocchi per la Pontificia Opera per la Preservazione della Fede. Nell’impianto planimetrico del complesso si distingue il volume della chiesa con le superfici esterne e interne modulate dalle sfaccettature verticali dei pannelli prefabbricati in calcestruzzo. Lo spazio sacro è definito dall’intersezione di quattro circonferenze, collegate dal vano longitudinale sull’ingresso che evidenzia l’assialità verso il presbiterio e la zona dell’assemblea che lo circonda. L’area presbiteriale rialzata è coperta dall’orditura circolare di travi reticolari, con controsoffitto, su pilastri metallici a vista e staccata dalle pareti. La luce che filtra dall’asola vetrata e dal lucernario sulla mensa illumina la scena liturgica e crea suggestivi effetti cromatici sulle scanditure delle pannellature in cemento faccia a vista. I significati figurativi, simbolici e religiosi dell’ideazione di Vaccaro sono riconoscibili nella geometria delle superfici murarie che delimitano l’ambiente; nella modalità costruttiva dei paramenti di calcestruzzo e nella luce che li lambisce. S. Gregorio Barbarigo, nel tempo, è stato oggetto di operazioni progettuali i cui esiti sono dovuti alla preparazione culturale e alla sensibilità degli artisti intervenuti; ai rapporti intrapresi con le maestranze e al dialogo instaurato con la committenza. I lavori sui pannelli di calcestruzzo degradati, con l’aggiunta della scossalina sul coronamento (1987-90), sono quelli più rispettosi del costruito novecentesco esistente: le procedure manuali di pulitura e di consolidamento sono state guidate dalla preventiva comprensione dell’organismo architettonico, per non modificare l’originario profilo delle pareti, l’irregolarità della tessitura e il colore del cemento, con un rigoroso controllo in cantiere e rinunciando all’allettante soluzione di stendere un intonaco che avrebbe alterato i caratteri dell’edificio. In base agli stessi criteri lo strato protettivo in copertura è stato eseguito in piombo alla maniera antica, con saldatura in opera per seguire la sagoma delle fronti. Anche il progetto del pavimento interno della chiesa è stato concepito in armonia con la preesistenza (1994): la disposizione e il colore delle lastre di marmo sottolineano l’organizzazione funzionale degli spazi liturgici, il sistema dei percorsi e il cromatismo dell’aula; come, del resto, gli elementi dell’impiantito esterno del sagrato (1995-96). La sistemazione sul muro di fondo del presbiterio, voluta dalla committenza, del dipinto in stile francescano a tempera graffita rossa, arancione e sabbiata (2008), invece, è un atto superfetativo, perché interrompe la continuità della scansione verticale delle pannellature e contrasta con le tenui tonalità della chiesa. L’intervento su un’architettura a cui sono attribuiti dei connotati qualitativi, infatti, presuppone azioni di salvaguardia, non limitando la creatività dell’architetto, ma privilegiando scelte progettuali di pregio nel rispetto dello schema in pianta, della struttura e del linguaggio espressivo. Esemplificativi in questo senso sono l’inserimento dell’organo a sinistra dell’altare (1994-97) e l’erezione del campanile esterno in acciaio, che ripropone in chiave attuale le forme e i materiali previsti da Vaccaro (2004). L’analisi dei lavori in S. Gregorio Barbarigo pone l’accento sull’importanza di avviare un confronto tra il mondo accademico e gli specialisti del settore dei Beni Culturali e dell’edilizia, per condividere le acquisizioni storico-critiche della ricerca e gli apporti derivanti dalla pratica di cantiere, con il fine di definire prassi operative per affrontare le problematiche della tutela dell’architettura del Novecento, non solo sacra. Dal punto di vista metodologico, infatti, risulta evidente la necessità di adottare i principi del restauro, fondati sul riconoscimento dei valori dell’opera allo stato attuale, anche per realizzazioni prive di trasformazioni con pochi decenni di vita, per non incorrere in ripristini, rifacimenti e reinvenzioni a causa della documentazione disponibile sul loro percorso ideativo ed esecutivo. Un ulteriore spunto di riflessione riguarda l’impiego, diffuso nella conservazione, delle tecniche di rilievo informatizzato, che consentono di ottenere una grande quantità di informazioni sulle superfici faccia a vista che caratterizzano l’architettura moderna: i procedimenti costruttivi; la geometria dei profili; le qualità fisico-chimiche e meccaniche dell’impasto; il trattamento superficiale e le finiture del cemento, le forme di degrado. Dati archiviabili in database implementabili e che, unitamente ai documenti di cantiere reperibili (disegni originali, relazioni tecniche, capitolati e computi metrico-estimativi, ecc.), costituiscono un patrimonio di competenze da divulgare via web. Ripensare al costruito del Novecento in questi termini può contribuire ad accrescere la consapevolezza delle sue peculiarità, per una efficace conservazione e il miglioramento funzionale nell’uso odierno.

La chiesa di S.Gregorio Barbarigo a Roma di G.Vaccaro e la conservazione dell'architettura moderna / DAL MAS, Roberta Maria. - Volume SEZIONE 4.2:(2020), pp. 599-605. (Intervento presentato al convegno Restauro Conoscenza Progetto Cantiere Gestione II Convegno SIRA - Società Italiana per il Restauro dell'Architettura tenutosi a Bologna).

La chiesa di S.Gregorio Barbarigo a Roma di G.Vaccaro e la conservazione dell'architettura moderna

Roberta Maria Dal Mas
2020

Abstract

The Church of S. Gregorio Barbarigo in Rome was built between 1970 and 1972 according to the project by G. Vaccaro, the drawings by G. Gualtieri and the structural calculations by S. Musmeci. The reconstruction of the church’s realization progress and the interpretation of Vaccaro’s figurative language highlighted the relation between project choices, construction phase and the decay of prefabricated concrete paneling. In fact, every intervention on the architecture of the 20th century with exposed concrete surfaces requires targeted insights to know the history of the building, the technologies, the processing of materials and the management of the building site, that all may affect the decay. The university holds a primary role in spreading the historical and critical acquisitions of the research, which is juxtaposed with the contribution of Cultural Heritage and production specialists. The aim is to promote collaboration between different skills and competences, stimulate interdisciplinary training, share executive tools to address the problems concerning the protection of the 20th century’s architecture.
2020
Restauro Conoscenza Progetto Cantiere Gestione II Convegno SIRA - Società Italiana per il Restauro dell'Architettura
La chiesa di S. Gregorio Barbarigo a Roma è realizzata tra il 1971 e il 1972 su disegno di G. Vaccaro, con il progetto strutturale di S. Musmeci e sotto la direzione di I. Breccia Fratadocchi per la Pontificia Opera per la Preservazione della Fede. Nell’impianto planimetrico del complesso si distingue il volume della chiesa con le superfici esterne e interne modulate dalle sfaccettature verticali dei pannelli prefabbricati in calcestruzzo. Lo spazio sacro è definito dall’intersezione di quattro circonferenze, collegate dal vano longitudinale sull’ingresso che evidenzia l’assialità verso il presbiterio e la zona dell’assemblea che lo circonda. L’area presbiteriale rialzata è coperta dall’orditura circolare di travi reticolari, con controsoffitto, su pilastri metallici a vista e staccata dalle pareti. La luce che filtra dall’asola vetrata e dal lucernario sulla mensa illumina la scena liturgica e crea suggestivi effetti cromatici sulle scanditure delle pannellature in cemento faccia a vista. I significati figurativi, simbolici e religiosi dell’ideazione di Vaccaro sono riconoscibili nella geometria delle superfici murarie che delimitano l’ambiente; nella modalità costruttiva dei paramenti di calcestruzzo e nella luce che li lambisce. S. Gregorio Barbarigo, nel tempo, è stato oggetto di operazioni progettuali i cui esiti sono dovuti alla preparazione culturale e alla sensibilità degli artisti intervenuti; ai rapporti intrapresi con le maestranze e al dialogo instaurato con la committenza. I lavori sui pannelli di calcestruzzo degradati, con l’aggiunta della scossalina sul coronamento (1987-90), sono quelli più rispettosi del costruito novecentesco esistente: le procedure manuali di pulitura e di consolidamento sono state guidate dalla preventiva comprensione dell’organismo architettonico, per non modificare l’originario profilo delle pareti, l’irregolarità della tessitura e il colore del cemento, con un rigoroso controllo in cantiere e rinunciando all’allettante soluzione di stendere un intonaco che avrebbe alterato i caratteri dell’edificio. In base agli stessi criteri lo strato protettivo in copertura è stato eseguito in piombo alla maniera antica, con saldatura in opera per seguire la sagoma delle fronti. Anche il progetto del pavimento interno della chiesa è stato concepito in armonia con la preesistenza (1994): la disposizione e il colore delle lastre di marmo sottolineano l’organizzazione funzionale degli spazi liturgici, il sistema dei percorsi e il cromatismo dell’aula; come, del resto, gli elementi dell’impiantito esterno del sagrato (1995-96). La sistemazione sul muro di fondo del presbiterio, voluta dalla committenza, del dipinto in stile francescano a tempera graffita rossa, arancione e sabbiata (2008), invece, è un atto superfetativo, perché interrompe la continuità della scansione verticale delle pannellature e contrasta con le tenui tonalità della chiesa. L’intervento su un’architettura a cui sono attribuiti dei connotati qualitativi, infatti, presuppone azioni di salvaguardia, non limitando la creatività dell’architetto, ma privilegiando scelte progettuali di pregio nel rispetto dello schema in pianta, della struttura e del linguaggio espressivo. Esemplificativi in questo senso sono l’inserimento dell’organo a sinistra dell’altare (1994-97) e l’erezione del campanile esterno in acciaio, che ripropone in chiave attuale le forme e i materiali previsti da Vaccaro (2004). L’analisi dei lavori in S. Gregorio Barbarigo pone l’accento sull’importanza di avviare un confronto tra il mondo accademico e gli specialisti del settore dei Beni Culturali e dell’edilizia, per condividere le acquisizioni storico-critiche della ricerca e gli apporti derivanti dalla pratica di cantiere, con il fine di definire prassi operative per affrontare le problematiche della tutela dell’architettura del Novecento, non solo sacra. Dal punto di vista metodologico, infatti, risulta evidente la necessità di adottare i principi del restauro, fondati sul riconoscimento dei valori dell’opera allo stato attuale, anche per realizzazioni prive di trasformazioni con pochi decenni di vita, per non incorrere in ripristini, rifacimenti e reinvenzioni a causa della documentazione disponibile sul loro percorso ideativo ed esecutivo. Un ulteriore spunto di riflessione riguarda l’impiego, diffuso nella conservazione, delle tecniche di rilievo informatizzato, che consentono di ottenere una grande quantità di informazioni sulle superfici faccia a vista che caratterizzano l’architettura moderna: i procedimenti costruttivi; la geometria dei profili; le qualità fisico-chimiche e meccaniche dell’impasto; il trattamento superficiale e le finiture del cemento, le forme di degrado. Dati archiviabili in database implementabili e che, unitamente ai documenti di cantiere reperibili (disegni originali, relazioni tecniche, capitolati e computi metrico-estimativi, ecc.), costituiscono un patrimonio di competenze da divulgare via web. Ripensare al costruito del Novecento in questi termini può contribuire ad accrescere la consapevolezza delle sue peculiarità, per una efficace conservazione e il miglioramento funzionale nell’uso odierno.
G. Vaccaro, S. Musmeci; S. Gregorio Barbarigo; architettura del Novecento; restauro
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
La chiesa di S.Gregorio Barbarigo a Roma di G.Vaccaro e la conservazione dell'architettura moderna / DAL MAS, Roberta Maria. - Volume SEZIONE 4.2:(2020), pp. 599-605. (Intervento presentato al convegno Restauro Conoscenza Progetto Cantiere Gestione II Convegno SIRA - Società Italiana per il Restauro dell'Architettura tenutosi a Bologna).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1390813
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