Il caso in esame riguarda una paziente giunta alla nostra osservazione, inviata dal suo odontoiatra di fiducia, per una tumefazione del mascellare superiore. La paziente, di 74 anni e proveniente da Capoverde, è affetta da ipertensione arteriosa in trattamento con diuretici, riferiva un’allergia alle penicilline e affermava di non assumere alcolici e di non utilizzare tabacco. All’esame clinico si evidenziava la presenza di una lesione esofitica, di circa 1,5 cm di diametro, sessile, con mucosa superficiale eritematosa, di consistenza duro-elastica, in zona interincisiva. Inoltre, si osservava la malposizione degli elementi dentali 1.1 e 2.1, che mantenevano la loro vitalità. La paziente si presentava con una radiografia ortopanoramica, dalla quale non si evidenziavano segni di coinvolgimento osseo del processo alveolare e delle zone limitrofe alla lesione. La paziente, inoltre, riferiva l’assenza di sintomatologia spontanea ma la presenza di algie provocate da traumatismi durante la fonazione, la masticazione e le manovre di igiene orale, con conseguente sanguinamento della lesione. Valutati tutti gli elementi, eseguiti gli esami ematochimici di routine e ottenuto il consenso informato all’intervento chirurgico, si programmava una biopsia escissionale tramite laser a diodi 980 nm (Raffaello®, DMT, Lissone MB, Italia). Il giorno dell’intervento si procedeva alla somministrazione di anestetico locale a base di mepivacaina cloridrato senza vasocostrittore, per evitare una riduzione dell’efficacia di taglio del laser a diodi 1 dovuta all’ischemizzazione dei tessuti. La lesione veniva immobilizzata e trazionata tramite pinza di Allis. Il laser a diodi veniva impostato ai parametri di 2.5 watt di potenza, in modalità di emissione continua, fibra ottica di 320 μm e con una fluenza pari a 1,5 kJ/cm2 e la lesione veniva agevolmente rimossa. Controllata l’emostasi, non venivano applicati punti di sutura e si lasciava guarire la ferita chirurgica per seconda intenzione. Per il decorso post-operatorio venivano prescritte applicazioni locali di antisettico a base di clorexidina 0,2% (2 volte/die per 10 gg) e applicazioni locali di gel a base di acido ialuronico (3 volte/die per 15 gg) e paracetamolo 1000 mg al bisogno. La paziente eseguiva le visite di controllo post-chirurgico dopo 7, 15 e 30 giorni, in cui si osservava la progressiva e completa guarigione del sito chirurgico. La paziente, inoltre, non riferiva né complicanze né sintomatologia dolorosa nel periodo di convalescenza. L’esame istologico riportava la diagnosi di un’iperplasia fibrosa con presenza di metaplasia ossea, compatibile con il quadro di fibroma ossificante periferico.
Rimozione di fibroma ossificante interincisivo tramite laser a diodi. Inter-incisor ossifying fibroma removal by diode laser / Pergolini, D.; Del Vecchio, A.; Mohsen, M.; Tenore, G.. - In: DENTAL CADMOS. - ISSN 0011-8524. - 88:4(2020), pp. 266-268. [10.19256/d.cadmos.04.2020.09]
Rimozione di fibroma ossificante interincisivo tramite laser a diodi. Inter-incisor ossifying fibroma removal by diode laser
Pergolini D.Primo
;Del Vecchio A.Secondo
;Mohsen M.Penultimo
;Tenore G.Ultimo
2020
Abstract
Il caso in esame riguarda una paziente giunta alla nostra osservazione, inviata dal suo odontoiatra di fiducia, per una tumefazione del mascellare superiore. La paziente, di 74 anni e proveniente da Capoverde, è affetta da ipertensione arteriosa in trattamento con diuretici, riferiva un’allergia alle penicilline e affermava di non assumere alcolici e di non utilizzare tabacco. All’esame clinico si evidenziava la presenza di una lesione esofitica, di circa 1,5 cm di diametro, sessile, con mucosa superficiale eritematosa, di consistenza duro-elastica, in zona interincisiva. Inoltre, si osservava la malposizione degli elementi dentali 1.1 e 2.1, che mantenevano la loro vitalità. La paziente si presentava con una radiografia ortopanoramica, dalla quale non si evidenziavano segni di coinvolgimento osseo del processo alveolare e delle zone limitrofe alla lesione. La paziente, inoltre, riferiva l’assenza di sintomatologia spontanea ma la presenza di algie provocate da traumatismi durante la fonazione, la masticazione e le manovre di igiene orale, con conseguente sanguinamento della lesione. Valutati tutti gli elementi, eseguiti gli esami ematochimici di routine e ottenuto il consenso informato all’intervento chirurgico, si programmava una biopsia escissionale tramite laser a diodi 980 nm (Raffaello®, DMT, Lissone MB, Italia). Il giorno dell’intervento si procedeva alla somministrazione di anestetico locale a base di mepivacaina cloridrato senza vasocostrittore, per evitare una riduzione dell’efficacia di taglio del laser a diodi 1 dovuta all’ischemizzazione dei tessuti. La lesione veniva immobilizzata e trazionata tramite pinza di Allis. Il laser a diodi veniva impostato ai parametri di 2.5 watt di potenza, in modalità di emissione continua, fibra ottica di 320 μm e con una fluenza pari a 1,5 kJ/cm2 e la lesione veniva agevolmente rimossa. Controllata l’emostasi, non venivano applicati punti di sutura e si lasciava guarire la ferita chirurgica per seconda intenzione. Per il decorso post-operatorio venivano prescritte applicazioni locali di antisettico a base di clorexidina 0,2% (2 volte/die per 10 gg) e applicazioni locali di gel a base di acido ialuronico (3 volte/die per 15 gg) e paracetamolo 1000 mg al bisogno. La paziente eseguiva le visite di controllo post-chirurgico dopo 7, 15 e 30 giorni, in cui si osservava la progressiva e completa guarigione del sito chirurgico. La paziente, inoltre, non riferiva né complicanze né sintomatologia dolorosa nel periodo di convalescenza. L’esame istologico riportava la diagnosi di un’iperplasia fibrosa con presenza di metaplasia ossea, compatibile con il quadro di fibroma ossificante periferico.File | Dimensione | Formato | |
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