While any dead body evokes contamination, discontinuity and loss of personal identity, the dead soldier’s body acts as an identity attractor, inasmuch as it serves as a mirror that can reflect any social category. In this paper, I address the issue of the representation of the dead soldier – both friend and enemy – in modern Japanese war literature. I contend that, in these texts, the soldier’s corpse acquires different implications depending on which social identity is most salient, thus complicating the perception of otherness. I also demonstrate that the worship of war dead in modern Japan was instrumental in consensus building by emphasizing national identity.
Se il corpo morto si caratterizza per quel senso di contaminazione, discontinuità e perdita dell’identità individuale che le pratiche funebri moderne ha lo scopo di gestire e arginare, diverso è il caso del corpo del caduto in guerra. In un contesto come quello bellico si verifica un’attrazione di identità da parte del cadavere, che diventa così un termine di confronto per chi lo osserva, uno specchio attraverso cui riflettere le proprie appartenenze sociali. In questo contributo si esamina la rappresentazione del caduto amico e nemico nella letteratura bellica giapponese moderna, dimostrando come in questi testi il corpo morto di un soldato assuma significanze diverse in molteplici declinazioni dell’alterità, e come l’essenza stessa del caduto diventi la base per la creazione del consenso attraverso l’enfasi di identità nazionale e identità di genere in contrapposizione a ciò che è ”altro”, ovvero al nemico.
Corpo nemico, corpo amico: il caduto come specchio dell’identità / Romagnoli, Stefano. - (2020), pp. 49-66. [10.13133/9788893771337].
Corpo nemico, corpo amico: il caduto come specchio dell’identità
Stefano ROMAGNOLI
2020
Abstract
While any dead body evokes contamination, discontinuity and loss of personal identity, the dead soldier’s body acts as an identity attractor, inasmuch as it serves as a mirror that can reflect any social category. In this paper, I address the issue of the representation of the dead soldier – both friend and enemy – in modern Japanese war literature. I contend that, in these texts, the soldier’s corpse acquires different implications depending on which social identity is most salient, thus complicating the perception of otherness. I also demonstrate that the worship of war dead in modern Japan was instrumental in consensus building by emphasizing national identity.File | Dimensione | Formato | |
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