Il verbal interaction coding è una delle tecniche di pretesting del questionario strutturato più diffuse nella ricerca sociale: l’interazione verbale tra intervistatore e intervistato è codificata in matrice e le informazioni raccolte analizzate statisticamente. La tecnica, di origine comportamentista, individua le deviazioni dei comportamenti dei due attori dal corso ideale d’intervista: l’intervistatore legge a tutti gli intervistati le stesse domande nella forma e nell’ordine previsti; l’intervistato sceglie una delle risposte preformulate; in caso di necessità l’intervistatore esegue probing non direttivo. Eventuali scostamenti sono da imputare agli errori del ricercatore nella costruzione del questionario. Le domande in cui tali deviazioni sono più frequenti necessitano di essere riformulate perché generano processi cognitivi e interpretativi errati che alterano il ‘normale’ flusso comunicativo. Si dà così per scontato che la domanda ben formulata garantisca un’interazione fluida senza deviazioni né incomprensioni. Ma è ragionevole desumere la correttezza interpretativa dell’intervistato solo perché questi ha adottato il comportamento atteso? A mio parere, no. Anzi, è più che legittimo interrogarsi su una tecnica che, come il verbal interaction coding, è esposta alla più pericolosa delle distorsioni: la mancata congruenza tra gli schemi concettuali del ricercatore e quelli dell’intervistato. Ho confrontato quindi i risultati del verbal interaction coding con i risultati conseguiti con una procedura di pretesting antitetica, l’analisi semantica dei commenti nell’intervista flessibile rilasciati dall’intervistato (volontariamente o perché sollecitato) a latere della risposta. L’intervista flessibile è una versione morbida dell’intervista standardizzata, l’unica forma di intervista che fonda la propria standardizzazione sui significati e non sui comportamenti. Il passaggio dalla standardizzazione formale a quella sostanziale è possibile a patto che s’introduca l’intervista flessibile, in cui l’interazione in intervista si avvicina alla normale conversazione (fluida, destrutturata, in cui il contesto offre un’ampia quantità di dettagli per dirimere le situazioni di incomprensione e avviare continue negoziazioni di significato). L’intervista flessibile assume dunque uno spiccato carattere interattivo, in cui si attivano complessi processi comunicativi e interpretativi. La mancanza di rigide regole che orientano l’interazione ne fa strumento utile sia per l’intervistatore nel dirimere eventuali incomprensioni, sia per l’intervistato nel chiarire il senso delle sue risposte. Concentrando l’attenzione su ciò che effettivamente si dicono i due attori, l’analisi del contenuto dei commenti dell’intervistato a latere delle risposte, mi ha messo nelle condizioni di elaborare un giudizio di affidabilità per ciascuna domanda. Ho così discriminato con chiarezza le domande che hanno ottenuto prevalentemente giudizi positivi, in quanto ben comprese dall’intervistato, dalle domande che al contrario hanno ricevuto un numero notevole di giudizi negativi, perché spesso mal interpretate. Lo scopo è individuare i problemi interpretativi, isolarne la/le distorsione/i, e correggere il questionario prima che la rilevazione vera e propria inizi. Dallo studio emerge che il verbal interaction coding è in grado di rilevare solo le distorsioni manifeste, direttamente osservabili. Quegli aspetti dell’interazione tra che non sono chiaramente visibili, come i processi interpretativi e cognitivi, vengono relegati nella scatola nera comportamentista, perché l’interesse non è a ciò che i due si dicono – i significati scambiati – bensì a come se lo dicono. Al contrario, l’analisi dei commenti nell’intervista flessibile dà l’opportunità di svelare quelle distorsioni che altrimenti il peso della standardizzazione formale avrebbe normalmente offuscato.

L’analisi dei commenti nell’intervista flessibile. Una strategia di pretesting del questionario strutturatoalternativa al verbal interaction coding / Palmieri, Marco. - (2014). ((Intervento presentato al convegno Dialogando sul metodo: percorsi di studio dei giovani dottori diricerca tenutosi a Università Cattolica di Milano.

L’analisi dei commenti nell’intervista flessibile. Una strategia di pretesting del questionario strutturatoalternativa al verbal interaction coding

marco palmieri
Primo
2014

Abstract

Il verbal interaction coding è una delle tecniche di pretesting del questionario strutturato più diffuse nella ricerca sociale: l’interazione verbale tra intervistatore e intervistato è codificata in matrice e le informazioni raccolte analizzate statisticamente. La tecnica, di origine comportamentista, individua le deviazioni dei comportamenti dei due attori dal corso ideale d’intervista: l’intervistatore legge a tutti gli intervistati le stesse domande nella forma e nell’ordine previsti; l’intervistato sceglie una delle risposte preformulate; in caso di necessità l’intervistatore esegue probing non direttivo. Eventuali scostamenti sono da imputare agli errori del ricercatore nella costruzione del questionario. Le domande in cui tali deviazioni sono più frequenti necessitano di essere riformulate perché generano processi cognitivi e interpretativi errati che alterano il ‘normale’ flusso comunicativo. Si dà così per scontato che la domanda ben formulata garantisca un’interazione fluida senza deviazioni né incomprensioni. Ma è ragionevole desumere la correttezza interpretativa dell’intervistato solo perché questi ha adottato il comportamento atteso? A mio parere, no. Anzi, è più che legittimo interrogarsi su una tecnica che, come il verbal interaction coding, è esposta alla più pericolosa delle distorsioni: la mancata congruenza tra gli schemi concettuali del ricercatore e quelli dell’intervistato. Ho confrontato quindi i risultati del verbal interaction coding con i risultati conseguiti con una procedura di pretesting antitetica, l’analisi semantica dei commenti nell’intervista flessibile rilasciati dall’intervistato (volontariamente o perché sollecitato) a latere della risposta. L’intervista flessibile è una versione morbida dell’intervista standardizzata, l’unica forma di intervista che fonda la propria standardizzazione sui significati e non sui comportamenti. Il passaggio dalla standardizzazione formale a quella sostanziale è possibile a patto che s’introduca l’intervista flessibile, in cui l’interazione in intervista si avvicina alla normale conversazione (fluida, destrutturata, in cui il contesto offre un’ampia quantità di dettagli per dirimere le situazioni di incomprensione e avviare continue negoziazioni di significato). L’intervista flessibile assume dunque uno spiccato carattere interattivo, in cui si attivano complessi processi comunicativi e interpretativi. La mancanza di rigide regole che orientano l’interazione ne fa strumento utile sia per l’intervistatore nel dirimere eventuali incomprensioni, sia per l’intervistato nel chiarire il senso delle sue risposte. Concentrando l’attenzione su ciò che effettivamente si dicono i due attori, l’analisi del contenuto dei commenti dell’intervistato a latere delle risposte, mi ha messo nelle condizioni di elaborare un giudizio di affidabilità per ciascuna domanda. Ho così discriminato con chiarezza le domande che hanno ottenuto prevalentemente giudizi positivi, in quanto ben comprese dall’intervistato, dalle domande che al contrario hanno ricevuto un numero notevole di giudizi negativi, perché spesso mal interpretate. Lo scopo è individuare i problemi interpretativi, isolarne la/le distorsione/i, e correggere il questionario prima che la rilevazione vera e propria inizi. Dallo studio emerge che il verbal interaction coding è in grado di rilevare solo le distorsioni manifeste, direttamente osservabili. Quegli aspetti dell’interazione tra che non sono chiaramente visibili, come i processi interpretativi e cognitivi, vengono relegati nella scatola nera comportamentista, perché l’interesse non è a ciò che i due si dicono – i significati scambiati – bensì a come se lo dicono. Al contrario, l’analisi dei commenti nell’intervista flessibile dà l’opportunità di svelare quelle distorsioni che altrimenti il peso della standardizzazione formale avrebbe normalmente offuscato.
2014
Dialogando sul metodo: percorsi di studio dei giovani dottori diricerca
04 Pubblicazione in atti di convegno::04d Abstract in atti di convegno
L’analisi dei commenti nell’intervista flessibile. Una strategia di pretesting del questionario strutturatoalternativa al verbal interaction coding / Palmieri, Marco. - (2014). ((Intervento presentato al convegno Dialogando sul metodo: percorsi di studio dei giovani dottori diricerca tenutosi a Università Cattolica di Milano.
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