Introduzione: tre parole per la reinterpretazione Rigenerazione urbana. Per il rapporto tra esseri umani e ambiente circostante è importante avere un approccio unitario su tutto ciò che può essere considerato territorio e, al contempo, avere un quadro delle varie modificazioni strutturali e semantiche che indichiamo con il termine “antropizzazione”. Come conseguenza di questo “apporto umano” all’ambiente, ormai da tempo uno dei temi ricorrenti nel dibattito urbanistico e architettonico sono i cambiamenti climatici, ambientali e antropici, con le soluzioni per la salvaguardia di territori, paesaggi e contesti urbani fragili. Dobbiamo superare gli approcci che fondano i propri concetti esclusivamente sull’esperienza estetica, funzionale, percettiva, ma aprirsi maggiormente verso una nuova interpretazione del paesaggio che guarda a questioni di carattere ecologico e sociale. «Un principio efficace per decodificare i territori nei quali oggi viviamo e che si connotano per frammentazione, incertezza, instabilità, discontinuità, alternanza senza regole di costruito e campagna; una “città infinita” senza più centro, margine, gerarchia, ordine, misura, che sfugge per complessità alle categorie tradizionali dell’architettura o dell’urbanistica» (Gioffrè, 2013). Piuttosto che infrastrutturare nuovi siti o lasciare dismessi quelli urbani esistenti, «questi ultimi rappresentano la vera risorsa in cui è possibile creare condizioni di risposta all’impatto diretto ed indiretto dell’impermeabilizzazione attraverso ogni tipo di azione prevista per limitare, mitigare e compensare, recuperando il valore ecologico dei siti a livello urbano e periurbano» (Nava, 2013). Pertanto, il nostro lavoro non può che essere legato al ripristino di aree dismesse che possano rigenerare interi contesti urbani, per ricondurci, attraverso il riciclo dell’esistente, a strategie di adattamento ai cambiamenti climatici recuperando “superfici di suolo impermeabile” donando nuovi spazi pubblici ai cittadini . Spazio Pubblico. Ormai da anni il tema dello spazio pubblico rappresenta un fondamentale oggetto di ricerca, oltre a caratterizzare la nostra vita di cittadini in tutte le sue forme. Se è vero che lo spazio pubblico caratterizza la città e come ricorda Bohigas «la città nasce con lo spazio pubblico» (Bohigas, 1997) in cui noi riconosciamo gli elementi “di pietra” come le piazze, le strade e i palazzi, ma ai quali da tempo fa da contrappunto la presenza di elementi naturali. Dobbiamo tener presente come, anche storicamente, la città ha sempre avuto uno stretto rapporto con la natura: i centri storici medievali con gli orti interni alle mura; i parchi e giardini negli ampliamenti ottocenteschi; il verde nell’urbanistica del movimento moderno; periodi in cui ancora le città non erano sovraffollate, mentre oggi, considerando che più di due terzi dei cittadini europei vivono in città, questo rapporto si è affievolito, ai danni di una espansione massiccia in aree agricole e naturalistiche. Regreening. Il contributo, partendo dalla rigenerazione di paesaggi dismessi, riflette su reinterpretazioni di spazi urbani, degradati o in disuso, grazie all’uso del “verde” come regolazione urbanistica della città, ponendo l'attenzione sulla qualità delle città e sulle strategie complesse da perseguire e da attuare con continuità nel tempo e nel rispetto delle specificità dei contesti. Senza dimenticare che, per rendere le città più verdi, sono necessarie tanto una buona governance, quanto la partecipazione attiva dei residenti e delle imprese, un approccio dal basso verso l'alto che crea nuove soluzioni e favorisce la comprensione delle decisioni politiche. Appare così evidente che «la funzione principale all’interno del complesso sistema uomo-natura è svolta dalle infrastrutture e le più importanti per la valenza funzionale sono quelle verdi e blu» . (Iacomoni, 2019) che determinano un’azione contro i cambiamenti climatici e per stimolare lo sviluppo di un “movimento urbano verde” dimostrato nelle strategie di “Forestazione urbana” di Melbourne o Barcellona, e più in generale dall’approccio sistemico al ruolo del verde applicato dalle Capitali verdi europee . La riflessione è supportata dall’esplicazione di progetti emblematici «che hanno rigenerato e rivitalizzato siti abbandonati operando sulla qualità dello spazio edificato e sugli usi, formandoli in “patrimoine vivant”» (Cozza, 2019) capaci di recuperare spazi urbani complessi pur conservando i valori e i caratteri del contesto, creando una nuova identità attraverso il rinnovamento del programma funzionale e l’inserimento di elementi innovativi.

Reinterpretare paesaggi dismessi / Iacomoni, Andrea. - In: URBANISTICA DOSSIER. - ISSN 1128-8019. - 017:(2020), pp. 71-76.

Reinterpretare paesaggi dismessi

Iacomoni Andrea
2020

Abstract

Introduzione: tre parole per la reinterpretazione Rigenerazione urbana. Per il rapporto tra esseri umani e ambiente circostante è importante avere un approccio unitario su tutto ciò che può essere considerato territorio e, al contempo, avere un quadro delle varie modificazioni strutturali e semantiche che indichiamo con il termine “antropizzazione”. Come conseguenza di questo “apporto umano” all’ambiente, ormai da tempo uno dei temi ricorrenti nel dibattito urbanistico e architettonico sono i cambiamenti climatici, ambientali e antropici, con le soluzioni per la salvaguardia di territori, paesaggi e contesti urbani fragili. Dobbiamo superare gli approcci che fondano i propri concetti esclusivamente sull’esperienza estetica, funzionale, percettiva, ma aprirsi maggiormente verso una nuova interpretazione del paesaggio che guarda a questioni di carattere ecologico e sociale. «Un principio efficace per decodificare i territori nei quali oggi viviamo e che si connotano per frammentazione, incertezza, instabilità, discontinuità, alternanza senza regole di costruito e campagna; una “città infinita” senza più centro, margine, gerarchia, ordine, misura, che sfugge per complessità alle categorie tradizionali dell’architettura o dell’urbanistica» (Gioffrè, 2013). Piuttosto che infrastrutturare nuovi siti o lasciare dismessi quelli urbani esistenti, «questi ultimi rappresentano la vera risorsa in cui è possibile creare condizioni di risposta all’impatto diretto ed indiretto dell’impermeabilizzazione attraverso ogni tipo di azione prevista per limitare, mitigare e compensare, recuperando il valore ecologico dei siti a livello urbano e periurbano» (Nava, 2013). Pertanto, il nostro lavoro non può che essere legato al ripristino di aree dismesse che possano rigenerare interi contesti urbani, per ricondurci, attraverso il riciclo dell’esistente, a strategie di adattamento ai cambiamenti climatici recuperando “superfici di suolo impermeabile” donando nuovi spazi pubblici ai cittadini . Spazio Pubblico. Ormai da anni il tema dello spazio pubblico rappresenta un fondamentale oggetto di ricerca, oltre a caratterizzare la nostra vita di cittadini in tutte le sue forme. Se è vero che lo spazio pubblico caratterizza la città e come ricorda Bohigas «la città nasce con lo spazio pubblico» (Bohigas, 1997) in cui noi riconosciamo gli elementi “di pietra” come le piazze, le strade e i palazzi, ma ai quali da tempo fa da contrappunto la presenza di elementi naturali. Dobbiamo tener presente come, anche storicamente, la città ha sempre avuto uno stretto rapporto con la natura: i centri storici medievali con gli orti interni alle mura; i parchi e giardini negli ampliamenti ottocenteschi; il verde nell’urbanistica del movimento moderno; periodi in cui ancora le città non erano sovraffollate, mentre oggi, considerando che più di due terzi dei cittadini europei vivono in città, questo rapporto si è affievolito, ai danni di una espansione massiccia in aree agricole e naturalistiche. Regreening. Il contributo, partendo dalla rigenerazione di paesaggi dismessi, riflette su reinterpretazioni di spazi urbani, degradati o in disuso, grazie all’uso del “verde” come regolazione urbanistica della città, ponendo l'attenzione sulla qualità delle città e sulle strategie complesse da perseguire e da attuare con continuità nel tempo e nel rispetto delle specificità dei contesti. Senza dimenticare che, per rendere le città più verdi, sono necessarie tanto una buona governance, quanto la partecipazione attiva dei residenti e delle imprese, un approccio dal basso verso l'alto che crea nuove soluzioni e favorisce la comprensione delle decisioni politiche. Appare così evidente che «la funzione principale all’interno del complesso sistema uomo-natura è svolta dalle infrastrutture e le più importanti per la valenza funzionale sono quelle verdi e blu» . (Iacomoni, 2019) che determinano un’azione contro i cambiamenti climatici e per stimolare lo sviluppo di un “movimento urbano verde” dimostrato nelle strategie di “Forestazione urbana” di Melbourne o Barcellona, e più in generale dall’approccio sistemico al ruolo del verde applicato dalle Capitali verdi europee . La riflessione è supportata dall’esplicazione di progetti emblematici «che hanno rigenerato e rivitalizzato siti abbandonati operando sulla qualità dello spazio edificato e sugli usi, formandoli in “patrimoine vivant”» (Cozza, 2019) capaci di recuperare spazi urbani complessi pur conservando i valori e i caratteri del contesto, creando una nuova identità attraverso il rinnovamento del programma funzionale e l’inserimento di elementi innovativi.
2020
progetto urbano; spazio pubblico; rigenerazione ambientale
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Reinterpretare paesaggi dismessi / Iacomoni, Andrea. - In: URBANISTICA DOSSIER. - ISSN 1128-8019. - 017:(2020), pp. 71-76.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1386422
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