Il lavoro, dal titolo “Ri-posizionare lo sguardo. Rappresentazioni di razza e genere nell’immaginario coloniale e (contro)visuale italiano”, indaga l’intersezione del genere e della razza nelle rappresentazioni visuali delle donne nere nell’Italia contemporanea, in relazione con la costruzione coloniale dell’immaginario relativo alla nerezza femminile, nonché le contro-rappresentazioni proposte da giovani artiste italiane afrodiscendenti. Il lavoro risulta suddiviso in tre capitoli: 1. Il primo capitolo è costituito da una disanima della nascita ed evoluzione del concetto di “razza” in prospettiva storica: a partire dai primi processi di razzializzazione nel contesto della colonizzazione dell’America, viene ricostruito il percorso diacronico che il concetto di “razza” ha compiuto, evidenziandone, da una prospettiva intersezionale, la relazione con lo sviluppo capitalistico, con il colonialismo e con l’imperialismo e ponendo in luce la funzione predominante che esso ha svolto nella definizione delle identità nazionali occidentali (primo paragrafo). Viene inoltre tracciata una panoramica sul dibattito e la produzione teorica relativa a razza e razzismo dai primissimi anni Novanta a oggi, di cui vengono evidenziate differenti fasi in relazione non solo ai cambiamenti sociali connessi con le migrazioni ma anche agli impulsi teorici provenienti da altri Paesi (secondo paragrafo); 2. nel secondo capitolo viene articolata l’analisi delle fonti visuali selezionate: dopo una presentazione degli studi sulla cultura visuale da un punto di vista teorico e metodologico (primo paragrafo), vengono prese in esame le rappresentazioni delle donne nere nelle pubblicità italiane negli ultimi trent’anni. In particolare, costituisce oggetto di analisi una selezione di immagini pubblicitarie di caffè e cioccolato - prodotte da marchi quali, tra gli altri, Magnum, Universal e Lavazza - nelle quali viene esplorata non solo la riproposizione di un immaginario coloniale ma anche il modo in cui la razzializzazione del corpo femminile nero sia funzionale o alla sua ipersessualizzazione e identificazione con il prodotto stesso o alla riaffermazione per contrasto del carattere normativo della bianchezza. Tale analisi pone in luce, inoltre, lo stretto legame tra razza, genere, sessualità, politiche del gusto e consumo nella strutturazione di un preciso ordine sociale bianco, maschile ed eteronormativo (secondo paragrafo). Infine vengono presi in esame due casi di studio relativi a fatti di cronaca avvenuti in Italia nel 2017 e 2018 e che hanno avuto per protagoniste due donne migranti. Di tali episodi viene esplorata la rappresentazione delle due donne nella narrazione visuale mainstream sia tramite fotografie utilizzate dalla stampa sia tramite vignette. Della narrazione che emerge da tali fonti viene posta in luce la negazione dell’agency delle donne rappresentate e la riproposizione di processi di vittimizzazione e stereotipizzazione, nonché la funzione di dispositivo di potere svolta dallo sguardo e dall’osservazione (terzo paragrafo). 3. Il terzo capitolo è dedicato all’analisi delle rappresentazioni contro-visuali che artiste italiane afrodiscendenti oppongono all’immaginario dominante, riappropriandosi della narrazione delle proprie identità. Il primo paragrafo è dedicato al paradigma dell’afrofuturismo femminista che, declinato nel contesto italiano, trova espressione nella musica della cantante e beatmaker Karima 2G, italiana di origini liberiane. Il secondo paragrafo si focalizza sulla produzione artistica della graphic-novelist Takoua Ben Mohamed, italiana di origini tunisine, che, nelle proprie strisce a fumetti e nelle due graphic novel pubblicate, ribalta gli stereotipi relativi alle donne non bianche e musulmane e racconta un nuovo modo di concepire l’identità italiana, non necessariamente bianca e sicuramente non uniforme. In entrambi i casi le analisi dei significati di cui le produzioni artistiche sono portatrici vengono condotte in relazione alle testimonianze e alle riflessioni delle artiste intervistate. Il lavoro si pone l’obiettivo di rintracciare le eredità del colonialismo – inteso non solo come fenomeno storico e politico ma anche come sistema di simboli, ideologie, immaginari che ha plasmato l’ordine sociale, politico e culturale contemporaneo – nelle rappresentazioni visuali proprie di quei prodotti culturali, come ad esempio le pubblicità, che raggiungono il pubblico di massa e la cui importanza è data dalla loro presenza costante, quotidiana e apparentemente neutra nelle vite di ognuna/o. Ulteriore obiettivo è infatti quello di esplorare la visualità come campo di riaffermazione del “regime scopico della razza” e come canale di sedimentazione di stereotipi razzisti e sessisti. Infine, l’elaborato intende mostrare le espressioni di contro-visualità con le quali giovani donne italiane afrodiscendenti prendono parola con la propria arte su tematiche quali il razzismo, i pregiudizi, la cittadinanza, l’identità e, opponendosi alla tendenza che le rende oggetto di osservazione e definizione, si riappropriano dello sguardo e della propria rappresentazione.

Ri-posizionare lo sguardo. Rappresentazioni di razza e genere nell'immaginario coloniale e (contro)visuale italiano / Fabbri, Giulia. - (2020 Apr 01).

Ri-posizionare lo sguardo. Rappresentazioni di razza e genere nell'immaginario coloniale e (contro)visuale italiano

FABBRI, GIULIA
01/04/2020

Abstract

Il lavoro, dal titolo “Ri-posizionare lo sguardo. Rappresentazioni di razza e genere nell’immaginario coloniale e (contro)visuale italiano”, indaga l’intersezione del genere e della razza nelle rappresentazioni visuali delle donne nere nell’Italia contemporanea, in relazione con la costruzione coloniale dell’immaginario relativo alla nerezza femminile, nonché le contro-rappresentazioni proposte da giovani artiste italiane afrodiscendenti. Il lavoro risulta suddiviso in tre capitoli: 1. Il primo capitolo è costituito da una disanima della nascita ed evoluzione del concetto di “razza” in prospettiva storica: a partire dai primi processi di razzializzazione nel contesto della colonizzazione dell’America, viene ricostruito il percorso diacronico che il concetto di “razza” ha compiuto, evidenziandone, da una prospettiva intersezionale, la relazione con lo sviluppo capitalistico, con il colonialismo e con l’imperialismo e ponendo in luce la funzione predominante che esso ha svolto nella definizione delle identità nazionali occidentali (primo paragrafo). Viene inoltre tracciata una panoramica sul dibattito e la produzione teorica relativa a razza e razzismo dai primissimi anni Novanta a oggi, di cui vengono evidenziate differenti fasi in relazione non solo ai cambiamenti sociali connessi con le migrazioni ma anche agli impulsi teorici provenienti da altri Paesi (secondo paragrafo); 2. nel secondo capitolo viene articolata l’analisi delle fonti visuali selezionate: dopo una presentazione degli studi sulla cultura visuale da un punto di vista teorico e metodologico (primo paragrafo), vengono prese in esame le rappresentazioni delle donne nere nelle pubblicità italiane negli ultimi trent’anni. In particolare, costituisce oggetto di analisi una selezione di immagini pubblicitarie di caffè e cioccolato - prodotte da marchi quali, tra gli altri, Magnum, Universal e Lavazza - nelle quali viene esplorata non solo la riproposizione di un immaginario coloniale ma anche il modo in cui la razzializzazione del corpo femminile nero sia funzionale o alla sua ipersessualizzazione e identificazione con il prodotto stesso o alla riaffermazione per contrasto del carattere normativo della bianchezza. Tale analisi pone in luce, inoltre, lo stretto legame tra razza, genere, sessualità, politiche del gusto e consumo nella strutturazione di un preciso ordine sociale bianco, maschile ed eteronormativo (secondo paragrafo). Infine vengono presi in esame due casi di studio relativi a fatti di cronaca avvenuti in Italia nel 2017 e 2018 e che hanno avuto per protagoniste due donne migranti. Di tali episodi viene esplorata la rappresentazione delle due donne nella narrazione visuale mainstream sia tramite fotografie utilizzate dalla stampa sia tramite vignette. Della narrazione che emerge da tali fonti viene posta in luce la negazione dell’agency delle donne rappresentate e la riproposizione di processi di vittimizzazione e stereotipizzazione, nonché la funzione di dispositivo di potere svolta dallo sguardo e dall’osservazione (terzo paragrafo). 3. Il terzo capitolo è dedicato all’analisi delle rappresentazioni contro-visuali che artiste italiane afrodiscendenti oppongono all’immaginario dominante, riappropriandosi della narrazione delle proprie identità. Il primo paragrafo è dedicato al paradigma dell’afrofuturismo femminista che, declinato nel contesto italiano, trova espressione nella musica della cantante e beatmaker Karima 2G, italiana di origini liberiane. Il secondo paragrafo si focalizza sulla produzione artistica della graphic-novelist Takoua Ben Mohamed, italiana di origini tunisine, che, nelle proprie strisce a fumetti e nelle due graphic novel pubblicate, ribalta gli stereotipi relativi alle donne non bianche e musulmane e racconta un nuovo modo di concepire l’identità italiana, non necessariamente bianca e sicuramente non uniforme. In entrambi i casi le analisi dei significati di cui le produzioni artistiche sono portatrici vengono condotte in relazione alle testimonianze e alle riflessioni delle artiste intervistate. Il lavoro si pone l’obiettivo di rintracciare le eredità del colonialismo – inteso non solo come fenomeno storico e politico ma anche come sistema di simboli, ideologie, immaginari che ha plasmato l’ordine sociale, politico e culturale contemporaneo – nelle rappresentazioni visuali proprie di quei prodotti culturali, come ad esempio le pubblicità, che raggiungono il pubblico di massa e la cui importanza è data dalla loro presenza costante, quotidiana e apparentemente neutra nelle vite di ognuna/o. Ulteriore obiettivo è infatti quello di esplorare la visualità come campo di riaffermazione del “regime scopico della razza” e come canale di sedimentazione di stereotipi razzisti e sessisti. Infine, l’elaborato intende mostrare le espressioni di contro-visualità con le quali giovani donne italiane afrodiscendenti prendono parola con la propria arte su tematiche quali il razzismo, i pregiudizi, la cittadinanza, l’identità e, opponendosi alla tendenza che le rende oggetto di osservazione e definizione, si riappropriano dello sguardo e della propria rappresentazione.
1-apr-2020
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Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1381500
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