Nelle società contemporanee basate su principi di uguaglianza e democrazia, discriminazione ed ostilità esplicita nei confronti di persone che appartengono a gruppi differenti dal proprio sono comportamenti normativamente osteggiati. Eppure assistiamo ancora oggi a forme di discriminazione aggravate, caratterizzate da deumanizzazione - dalla negazione totale o parziale dell’umanità di individui o interi gruppi sociali. Come sostenuto da Haslam (2006) riportando in auge la nozione di “banalità del male” di Hannah Arendt (1963), la deumanizzazione rappresenta tuttavia un fenomeno pervasivo che si manifesta in forme ordinarie. Appare inoltre necessario riflettere sulle implicazioni dei livelli di categorizzazione intermedio e sovraordinato per spiegare tali forme degenerate di discriminazione. Alla luce di queste considerazioni, sono stati condotti due studi sperimentali allo scopo di analizzare il ruolo della deumanizzazione nel moderare la discriminazione nei confronti di un target generico caratterizzato da piena o ridotta umanità - operazionalizzata attraverso il possesso o meno di valori prosociali e di emozioni secondarie - ed appartenente all’ingroup o all’outgroup. Sono stati inoltre indagati gli effetti congiunti dei differenti livelli di categorizzazione nel determinare la discriminazione espressa nei confronti del target attraverso misure linguistiche – astrazione linguistica e insulti verbali – in quanto il linguaggio rappresenta un potente veicolo di differenziazione in grado di cogliere la pervasività degli effetti di deumanizzazione. I dati ottenuti hanno mostrato gli ipotizzati effetti della deumanizzazione nel moderare la discriminazione nei confronti del target espressa attraverso indici linguistici impliciti e più espliciti. Inoltre, l’appartenenza di gruppo del target moderava la discriminazione solo quando il target apparteneva a pieno titolo all’ingroup degli esseri umani. Sulla base di queste evidenze verrà discusso il ruolo della co-salienza dei differenti livelli di categorizzazione nella discriminazione linguistica e deumanizzazione intergruppi, con attenzione particolare al ruolo delle varie tipologie di insulti verbali nella compromissione della visione olistica dell’essere umano.

RIDUZIONE DELL'UMANITÀ DELL'ALTER, ASTRAZIONE LINGUISTICA E SEVERITÀ DEGLI INSULTI / Albarello, F; Rubini, M. - (2007), pp. 176-177. (Intervento presentato al convegno VIII Congresso nazionale A.I.P. della Sezione di Psicologia Sociale tenutosi a Cesena).

RIDUZIONE DELL'UMANITÀ DELL'ALTER, ASTRAZIONE LINGUISTICA E SEVERITÀ DEGLI INSULTI

ALBARELLO F;
2007

Abstract

Nelle società contemporanee basate su principi di uguaglianza e democrazia, discriminazione ed ostilità esplicita nei confronti di persone che appartengono a gruppi differenti dal proprio sono comportamenti normativamente osteggiati. Eppure assistiamo ancora oggi a forme di discriminazione aggravate, caratterizzate da deumanizzazione - dalla negazione totale o parziale dell’umanità di individui o interi gruppi sociali. Come sostenuto da Haslam (2006) riportando in auge la nozione di “banalità del male” di Hannah Arendt (1963), la deumanizzazione rappresenta tuttavia un fenomeno pervasivo che si manifesta in forme ordinarie. Appare inoltre necessario riflettere sulle implicazioni dei livelli di categorizzazione intermedio e sovraordinato per spiegare tali forme degenerate di discriminazione. Alla luce di queste considerazioni, sono stati condotti due studi sperimentali allo scopo di analizzare il ruolo della deumanizzazione nel moderare la discriminazione nei confronti di un target generico caratterizzato da piena o ridotta umanità - operazionalizzata attraverso il possesso o meno di valori prosociali e di emozioni secondarie - ed appartenente all’ingroup o all’outgroup. Sono stati inoltre indagati gli effetti congiunti dei differenti livelli di categorizzazione nel determinare la discriminazione espressa nei confronti del target attraverso misure linguistiche – astrazione linguistica e insulti verbali – in quanto il linguaggio rappresenta un potente veicolo di differenziazione in grado di cogliere la pervasività degli effetti di deumanizzazione. I dati ottenuti hanno mostrato gli ipotizzati effetti della deumanizzazione nel moderare la discriminazione nei confronti del target espressa attraverso indici linguistici impliciti e più espliciti. Inoltre, l’appartenenza di gruppo del target moderava la discriminazione solo quando il target apparteneva a pieno titolo all’ingroup degli esseri umani. Sulla base di queste evidenze verrà discusso il ruolo della co-salienza dei differenti livelli di categorizzazione nella discriminazione linguistica e deumanizzazione intergruppi, con attenzione particolare al ruolo delle varie tipologie di insulti verbali nella compromissione della visione olistica dell’essere umano.
2007
VIII Congresso nazionale A.I.P. della Sezione di Psicologia Sociale
livelli di categorizzazione; deumanizzazione; astrazione linguistica; insulti verbali.
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
RIDUZIONE DELL'UMANITÀ DELL'ALTER, ASTRAZIONE LINGUISTICA E SEVERITÀ DEGLI INSULTI / Albarello, F; Rubini, M. - (2007), pp. 176-177. (Intervento presentato al convegno VIII Congresso nazionale A.I.P. della Sezione di Psicologia Sociale tenutosi a Cesena).
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1373012
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact