Nelle società contemporanee multi-culturali basate su principi di uguaglianza e democrazia, discriminazione ed ostilità verso chi appartiene a gruppi differenti sono comportamenti normativamente osteggiati. Eppure assistiamo spesso a forme di discriminazione aggravate, caratterizzate dalla negazione totale o parziale dell’umanità altrui (i.e., deumanizzazione). Il riconoscimento dell’altrui appartenenza al comune ingroup degli esseri umani rappresenta un rilevante principio organizzatore della percezione sociale influenzato, talvolta, anche dal livello di categorizzazione subordinato, dall’appartenenza a gruppi specifici. In uno studio sperimentale è stato analizzato il ruolo di alcuni fattori nel moderare/esacerbare la discriminazione e la deumanizzazione nei confronti di alcuni gruppi sociali. Sono stati esaminati gli effetti della salienza di diversi livelli di categorizzazione sociale (co-salienza dell’identità umana e sociale vs. salienza dell’identità sociale) su discriminazione e deumanizzazione (i.e., attribuzione di emozioni secondarie e inalienabiltià dei diritti) espressa nei confronti di gruppi nazionali differenti per status e minacciosità percepita (italiani vs. irlandesi vs. olandesi vs. rumeni). I risultati ottenuti mostrano che la co-salienza dell’identità umana e sociale modera la discriminazione/deumanizzazione nei confronti degli outgroups non percepiti come minacciosi o di status inferiore. Le implicazioni relative al fatto che la co-salienza dell’identità umana non sia sempre una “panacea” contro il pregiudizio verso l’Alter verranno discusse.
NON TUTTI GLI OUTGROUP SONO “MENO UMANI”: STATUS E MINACCIOSITÀ DEI GRUPPI COME MODERATORI DELLA DEUMANIZZAZIONE / Albarello, F; Rubini, ; M,. - (2008). (Intervento presentato al convegno Giornate di Studio “Spazi interculturali: trame, percorsi, incontri” della Associazione Italiana di tenutosi a Roma).
NON TUTTI GLI OUTGROUP SONO “MENO UMANI”: STATUS E MINACCIOSITÀ DEI GRUPPI COME MODERATORI DELLA DEUMANIZZAZIONE
ALBARELLO F;
2008
Abstract
Nelle società contemporanee multi-culturali basate su principi di uguaglianza e democrazia, discriminazione ed ostilità verso chi appartiene a gruppi differenti sono comportamenti normativamente osteggiati. Eppure assistiamo spesso a forme di discriminazione aggravate, caratterizzate dalla negazione totale o parziale dell’umanità altrui (i.e., deumanizzazione). Il riconoscimento dell’altrui appartenenza al comune ingroup degli esseri umani rappresenta un rilevante principio organizzatore della percezione sociale influenzato, talvolta, anche dal livello di categorizzazione subordinato, dall’appartenenza a gruppi specifici. In uno studio sperimentale è stato analizzato il ruolo di alcuni fattori nel moderare/esacerbare la discriminazione e la deumanizzazione nei confronti di alcuni gruppi sociali. Sono stati esaminati gli effetti della salienza di diversi livelli di categorizzazione sociale (co-salienza dell’identità umana e sociale vs. salienza dell’identità sociale) su discriminazione e deumanizzazione (i.e., attribuzione di emozioni secondarie e inalienabiltià dei diritti) espressa nei confronti di gruppi nazionali differenti per status e minacciosità percepita (italiani vs. irlandesi vs. olandesi vs. rumeni). I risultati ottenuti mostrano che la co-salienza dell’identità umana e sociale modera la discriminazione/deumanizzazione nei confronti degli outgroups non percepiti come minacciosi o di status inferiore. Le implicazioni relative al fatto che la co-salienza dell’identità umana non sia sempre una “panacea” contro il pregiudizio verso l’Alter verranno discusse.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.