Nel lessico comune, vuoto è lo spazio che non ha nulla dentro di sé, che non contiene ciò che dovrebbe o potrebbe accogliere. In senso figurato il termine si arricchisce di ulteriori significati: il vuoto rappresenta l’assenza, la privazione, ma anche l’allontanamento o l’inefficacia. Se vogliamo, e in analogia alla semantica, anche nel linguaggio urbano-architettonico il vuoto possiede numerose declinazioni. E di quali vuoti parliamo nel caso della metropoli di São Paulo? C’è il vuoto paulista: la spazialità continua e indivisa atta a rilevare un rapporto sinergico tra edificio e città, tra individuo e collettività. Ma c’è anche un altro tipo di vuoto fisico, quello causato dall’impoverimento economico del centro Moderno, che in passato ha innescato il crescente, e mai invertito, processo di allontanamento della classe media da quelle aree. La conseguenza è stata l’abbandono di edifici residenziali o destinati al lavoro, il che ha determinato l’intensificarsi di forme di occupazione informale e l’assenza di eterogeneità economico-sociale. Ci sono poi i vuoti dettati da attività speculative, per le quali São Paulo si è sviluppata e cresce in maniera discontinua; tale discontinuità, a sua volta, innesca ancora oggi processi incontrollati di trasformazione: le favelas. In esse, come in analoghe realtà informali, non sono presenti elementi propri della città contemporanea. Parti di essa sono dunque prive di infrastrutture, servizi, spazi pubblici, abitazioni adeguate. Coloro che per necessità hanno lasciato le aree rurali in favore dell’ambiente urbano, si sono trovati a “rammendare”, a ricucire, con le forme e le logiche dell’informalità, la realtà metropolitana. Attraverso l’analisi e la lettura del contesto in esame, il contributo intende riflettere sulle strategie di trasformazione dell’impianto labirintico e ipertrofico delle realtà informali, per individuare le possibili strade di un processo rigenerativo urbano-architettonico, che tenga conto delle azioni collettive di occupazione, delle diversità e delle conflittualità di São Paulo.
L'ipertrofia del vuoto / Sarno, Francesca. - (2019), pp. 966-973. (Intervento presentato al convegno IFAU 2018 2nd International Forum on Architecture and Urbanism Territori fragili. Paesaggi, Città, Architetture // Fragile territories. Landscapes. Cities, Architecture tenutosi a Pescara).
L'ipertrofia del vuoto
Sarno, Francesca
2019
Abstract
Nel lessico comune, vuoto è lo spazio che non ha nulla dentro di sé, che non contiene ciò che dovrebbe o potrebbe accogliere. In senso figurato il termine si arricchisce di ulteriori significati: il vuoto rappresenta l’assenza, la privazione, ma anche l’allontanamento o l’inefficacia. Se vogliamo, e in analogia alla semantica, anche nel linguaggio urbano-architettonico il vuoto possiede numerose declinazioni. E di quali vuoti parliamo nel caso della metropoli di São Paulo? C’è il vuoto paulista: la spazialità continua e indivisa atta a rilevare un rapporto sinergico tra edificio e città, tra individuo e collettività. Ma c’è anche un altro tipo di vuoto fisico, quello causato dall’impoverimento economico del centro Moderno, che in passato ha innescato il crescente, e mai invertito, processo di allontanamento della classe media da quelle aree. La conseguenza è stata l’abbandono di edifici residenziali o destinati al lavoro, il che ha determinato l’intensificarsi di forme di occupazione informale e l’assenza di eterogeneità economico-sociale. Ci sono poi i vuoti dettati da attività speculative, per le quali São Paulo si è sviluppata e cresce in maniera discontinua; tale discontinuità, a sua volta, innesca ancora oggi processi incontrollati di trasformazione: le favelas. In esse, come in analoghe realtà informali, non sono presenti elementi propri della città contemporanea. Parti di essa sono dunque prive di infrastrutture, servizi, spazi pubblici, abitazioni adeguate. Coloro che per necessità hanno lasciato le aree rurali in favore dell’ambiente urbano, si sono trovati a “rammendare”, a ricucire, con le forme e le logiche dell’informalità, la realtà metropolitana. Attraverso l’analisi e la lettura del contesto in esame, il contributo intende riflettere sulle strategie di trasformazione dell’impianto labirintico e ipertrofico delle realtà informali, per individuare le possibili strade di un processo rigenerativo urbano-architettonico, che tenga conto delle azioni collettive di occupazione, delle diversità e delle conflittualità di São Paulo.File | Dimensione | Formato | |
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