Il contributo si propone di esaminare i più recenti orientamenti della giurisprudenza di merito e di legittimità sull’esistenza di un principio generale del contraddittorio endoprocedimentale nell’ordinamento nazionale. Nel corso del tempo la Suprema Corte di Cassazione si è resa fautrice di orientamenti altalenanti sull’immanenza di un simile principio, causando un’incertezza che si riverbera, inevitabilmente, sulla tutela del contribuente in sede contenziosa. Soffermandosi sull’ammissibilità del contraddittorio in talune fattispecie tipiche del procedimento tributario (procedure di controllo formale, accertamenti “a tavolino”, accessi, ispezioni e verifiche ...), sarà possibile cogliere il divario che separa la prevalente giurisprudenza di merito, favorevole al riconoscimento dell’immanenza di un simile principio nell’ordinamento nazionale, dalla giurisprudenza di legittimità, stabilmente assestata sul diniego. L’incertezza creata dal contrasto giurisprudenziale e la mancanza di un intervento chiarificatore del legislatore trattengono il diritto nazionale in una dimensione giuridicamente arretrata, impossibilitata ad evolversi in senso conforme ai diritti derivanti dall’appartenenza all’Unione Europea, nonché ai principi costituzionali. In un simile contesto il contraddittorio preventivo tra Fisco e contribuente resta ancorato alla tradizionale visione di strumento di difesa del privato, che si atteggia diversamente a seconda del grado di pervasività dei poteri istruttori esercitati dall’Amministrazione nella fattispecie concreta.
L'ammissibilità del contraddittorio endoprocedimentale nel confronto tra i giudici tributari di merito e la suprema corte / SCARASCIA MUGNOZZA, Stefania. - In: RIVISTA TRIMESTRALE DI DIRITTO TRIBUTARIO. - ISSN 2421-6801. - 3/2019(2020).
L'ammissibilità del contraddittorio endoprocedimentale nel confronto tra i giudici tributari di merito e la suprema corte
Stefania Scarascia Mugnozza
2020
Abstract
Il contributo si propone di esaminare i più recenti orientamenti della giurisprudenza di merito e di legittimità sull’esistenza di un principio generale del contraddittorio endoprocedimentale nell’ordinamento nazionale. Nel corso del tempo la Suprema Corte di Cassazione si è resa fautrice di orientamenti altalenanti sull’immanenza di un simile principio, causando un’incertezza che si riverbera, inevitabilmente, sulla tutela del contribuente in sede contenziosa. Soffermandosi sull’ammissibilità del contraddittorio in talune fattispecie tipiche del procedimento tributario (procedure di controllo formale, accertamenti “a tavolino”, accessi, ispezioni e verifiche ...), sarà possibile cogliere il divario che separa la prevalente giurisprudenza di merito, favorevole al riconoscimento dell’immanenza di un simile principio nell’ordinamento nazionale, dalla giurisprudenza di legittimità, stabilmente assestata sul diniego. L’incertezza creata dal contrasto giurisprudenziale e la mancanza di un intervento chiarificatore del legislatore trattengono il diritto nazionale in una dimensione giuridicamente arretrata, impossibilitata ad evolversi in senso conforme ai diritti derivanti dall’appartenenza all’Unione Europea, nonché ai principi costituzionali. In un simile contesto il contraddittorio preventivo tra Fisco e contribuente resta ancorato alla tradizionale visione di strumento di difesa del privato, che si atteggia diversamente a seconda del grado di pervasività dei poteri istruttori esercitati dall’Amministrazione nella fattispecie concreta.File | Dimensione | Formato | |
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