In an interdisciplinary perspective, the epistemological contribution of geography plays an important role in the analysis of dynamics typical of traditional historiography, focusing research on strategies for a possible dialogue among different work methods. The natural milieu, the physical spaces and the action of social groups on them lead in fact to the formation of what we can define as a local territorialized space. It is therefore possible to reconstruct different networks of social relations, management and control of the territory through the analysis of the available sources and of the space experienced by the men who produced them. In this sense, during the High Middle Ages, the geographical context between the two rivers of Pescara and Sangro represented an interesting settlement laboratory in which different entities found a way to express their territorial project. The whole region of Abruzzo assumed over time the role of a frontier land, perfect to be “conquered” by the main abbeys of Central Italy, by local monasteries able to cut out their own space and by other local powers. A situation that underwent a reformulation of the local spaces only at the end of the 11th century, when the Normans invaded this area and moved their frontier from the Sangro to the Pescara valley.

In una prospettiva interdisciplinare, il contributo epistemologico della disciplina geografica riveste un ruolo importante nell’analisi delle dinamiche tipiche della storiografia tradizionale, concentrando la ricerca su strategie per un possibile dialogo tra differenti metodi di lavoro. L’ambiente naturale, gli spazi fisici e l’azione delle società su di essi portano alla formazione di ciò che può essere definito spazio locale territorializzato. Pertanto, è possibile ricostruire le reti di relazioni sociali, di gestione e di controllo del territorio attraverso l’analisi delle fonti disponibili e dello spazio percepito dagli uomini che lo produssero. In tal senso, nei secoli del Pieno Medioevo, il contesto geografico tra i due fiumi del Pescara e del Sangro rappresentò un interessante laboratorio insediativo nel quale entità diverse trovarono il modo di esprimere il proprio progetto territoriale. L’intera regione abruzzese assunse nel corso del tempo il ruolo di una terra di frontiera, ideale per essere “conquistata” dalle più importanti abbazie dell’Italia centrale, dai monasteri locali capaci di trovare il proprio spazio e dagli altri poteri locali. Una situazione che subì una riformulazione degli spazi locali solo alla fine dell’XI secolo, quando i Normanni invasero quest’area e spostarono la loro frontiera dal Sangro alla valle del Pescara.

La frontiera del Sangro e del Pescara, dalla formazione di una rete monastica alla dominazione locale normanna (X-XII secolo) / Del Gusto, Davide. - In: EUROSTUDIUM3W. - ISSN 1973-9443. - 52-53:(2019), pp. 54-79.

La frontiera del Sangro e del Pescara, dalla formazione di una rete monastica alla dominazione locale normanna (X-XII secolo)

Del Gusto, Davide
2019

Abstract

In an interdisciplinary perspective, the epistemological contribution of geography plays an important role in the analysis of dynamics typical of traditional historiography, focusing research on strategies for a possible dialogue among different work methods. The natural milieu, the physical spaces and the action of social groups on them lead in fact to the formation of what we can define as a local territorialized space. It is therefore possible to reconstruct different networks of social relations, management and control of the territory through the analysis of the available sources and of the space experienced by the men who produced them. In this sense, during the High Middle Ages, the geographical context between the two rivers of Pescara and Sangro represented an interesting settlement laboratory in which different entities found a way to express their territorial project. The whole region of Abruzzo assumed over time the role of a frontier land, perfect to be “conquered” by the main abbeys of Central Italy, by local monasteries able to cut out their own space and by other local powers. A situation that underwent a reformulation of the local spaces only at the end of the 11th century, when the Normans invaded this area and moved their frontier from the Sangro to the Pescara valley.
2019
In una prospettiva interdisciplinare, il contributo epistemologico della disciplina geografica riveste un ruolo importante nell’analisi delle dinamiche tipiche della storiografia tradizionale, concentrando la ricerca su strategie per un possibile dialogo tra differenti metodi di lavoro. L’ambiente naturale, gli spazi fisici e l’azione delle società su di essi portano alla formazione di ciò che può essere definito spazio locale territorializzato. Pertanto, è possibile ricostruire le reti di relazioni sociali, di gestione e di controllo del territorio attraverso l’analisi delle fonti disponibili e dello spazio percepito dagli uomini che lo produssero. In tal senso, nei secoli del Pieno Medioevo, il contesto geografico tra i due fiumi del Pescara e del Sangro rappresentò un interessante laboratorio insediativo nel quale entità diverse trovarono il modo di esprimere il proprio progetto territoriale. L’intera regione abruzzese assunse nel corso del tempo il ruolo di una terra di frontiera, ideale per essere “conquistata” dalle più importanti abbazie dell’Italia centrale, dai monasteri locali capaci di trovare il proprio spazio e dagli altri poteri locali. Una situazione che subì una riformulazione degli spazi locali solo alla fine dell’XI secolo, quando i Normanni invasero quest’area e spostarono la loro frontiera dal Sangro alla valle del Pescara.
Abruzzo; Normanni; territorializzazione; storia del territorio; frontiere; storia medievale
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
La frontiera del Sangro e del Pescara, dalla formazione di una rete monastica alla dominazione locale normanna (X-XII secolo) / Del Gusto, Davide. - In: EUROSTUDIUM3W. - ISSN 1973-9443. - 52-53:(2019), pp. 54-79.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1366679
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