Studying the Italian constitutional culture on economic planning, the context (here, the years between 1943 and 1948), which was characterized by the contingencies of a wartime economy and the rediscovery of political freedom, requires a prior examination of the term «planning» meant in political debates. On one hand, it could indicate the interventions to support reconstruction; on another, the elaboration of multi-year strategic plans; on yet another, the rationalization of the long-standing presence of the State in the Italian economy. Similar definitional problems arise with regard to the conception of liberalism advanced from time to time: orthodox liberalism, neoliberalism, social-liberalism, third ways, a mixed system, etc. The following summary lines can be traced: in the Socialist-Communist context, the initial display of moderation (expressed especially in terms of the priority granted to political liberty) was replaced, once the Constitution was approved, with sharp opposition, with strong criticism of how the tools for planning had been perverted. On the neo-liberal side, the orthodoxy expressed through the polemics on even the mere use of the word «planning» gave way, once the constitutional text was endorsed, to a complete absence of any embarrassment in admitting the tool. In the political middle ground, the Christian Democratic ideals on the balances between market and public power remained steadfast.
Nello studio della cultura costituente in tema di pianificazione economica, l’attenzione al periodo considerato (1943-1948), caratterizzato dalle contingen- ze di un’economia di guerra e dal recupero della libertà politica, pone il preliminare interrogativo di cogliere, dall’incrocio dei dibattiti, il significato del termine pianificazione di volta in volta impiegato: se si stesse parlando di interventi a sostegno della ricostruzione, di piani pluriennali, o di un principio di sistemazione delle storiche presenze statali nell’economia. Simile problema si pone nel comprendere quale idea di liberismo veniva proposta: liberismo ortodosso, neoliberismo, social-liberismo, liberal-socialismo, terze vie, sistema misto, etc. Possono anticiparsi le seguenti direttrici di sintesi. Dal lato social- comunista, all’esigenza di far mostra di moderazione, espressa prima di tutto con il riconoscimento della libertà politica quale prius rispetto all’ordine dei rapporti economici, avrebbe fatto seguito — a Costituzione approvata — una critica sempre più serrata alla declinazione borghese della filosofia planista. Dal lato liberal-liberista, gli afflati polemici verso finanche il ricorso al termine piano, una volta licenziato il testo costituzionale, sarebbero scomparsi e questa forma di organizzazione del potere sarebbe stata ammessa senza imbarazzi. In mezzo, la costanza e la solidità del programma della Democrazia cristiana.
Liberismo e pianificazione economica nella cultura costituente italiana / Cezzi, NICOLA GIOVANNI. - In: RIVISTA TRIMESTRALE DI DIRITTO PUBBLICO. - ISSN 0557-1464. - 1:(2018), pp. 155-201.
Liberismo e pianificazione economica nella cultura costituente italiana
Nicola Giovanni Cezzi
2018
Abstract
Nello studio della cultura costituente in tema di pianificazione economica, l’attenzione al periodo considerato (1943-1948), caratterizzato dalle contingen- ze di un’economia di guerra e dal recupero della libertà politica, pone il preliminare interrogativo di cogliere, dall’incrocio dei dibattiti, il significato del termine pianificazione di volta in volta impiegato: se si stesse parlando di interventi a sostegno della ricostruzione, di piani pluriennali, o di un principio di sistemazione delle storiche presenze statali nell’economia. Simile problema si pone nel comprendere quale idea di liberismo veniva proposta: liberismo ortodosso, neoliberismo, social-liberismo, liberal-socialismo, terze vie, sistema misto, etc. Possono anticiparsi le seguenti direttrici di sintesi. Dal lato social- comunista, all’esigenza di far mostra di moderazione, espressa prima di tutto con il riconoscimento della libertà politica quale prius rispetto all’ordine dei rapporti economici, avrebbe fatto seguito — a Costituzione approvata — una critica sempre più serrata alla declinazione borghese della filosofia planista. Dal lato liberal-liberista, gli afflati polemici verso finanche il ricorso al termine piano, una volta licenziato il testo costituzionale, sarebbero scomparsi e questa forma di organizzazione del potere sarebbe stata ammessa senza imbarazzi. In mezzo, la costanza e la solidità del programma della Democrazia cristiana.File | Dimensione | Formato | |
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