a popolazione mondiale sta celermente invecchiando e parallelamente aumenta il numero di persone affette da demenza, le quali mostrano gravi difficoltà intellettive e motorie, con perdita totale o parziale di autosufficienza, che si riflette significativamente su parenti e società. La demenza è un importante problema di salute pubblica, in quanto costituisce la causa principale di incapacità a lungo termine nella terza età. È ormai largamente riconosciuto che la malattia parodontale si possa andare ad associare a numerosissimi disordini sistemici legati alla salute dell’individuo. Più di recente alcuni studi hanno rilevato la correlazione tra l’infezione parodontale legata a diverse specie batteriche del cavo orale e l’eziologia del decadimento cognitivo. È stato osservato come, generalmente, la diagnosi della parodontite si basa sulla presenza ed entità dell’infiammazione gengivale, spesso misurata come livello di attacco (CAL), profondità di tasca (PD) ed estensione della perdita di osso alveolare, quest’ultima valutata radiograficamente. Lo stato di Mild Cognitive Impairment (MCI), in italiano compromissione cognitiva lieve, nota anche come disturbo neurocognitivo minore (nel DSM V) è una condizione diagnosticata agli individui che hanno deficit cognitivi che sono maggiori rispetto a quelli che statisticamente si possono aspettare per la loro età e istruzione, ma che non interferiscono significativamente con le loro attività giornaliere. Partendo dai presupposti che la MCI è spesso considerata come precursore dello stato di demenza, un’eventuale associazione tra quest’ultima e la malattia parodontale, attualmente non verificata da nessuno studio, potrebbe influenzare significativamente gli approcci terapeutici nei confronti di entrambe le patologie. Perciò se da un lato, l’obiettivo della ricerca proposta con tale tesi è quello di verificare una possibile correlazione tra MCI e parodontite, dall’altro lato è essenziale menzionare i già avvenuti studi relativi al deterioramento cognitivo ed altre problematiche dentali. Un recente meta analisi del 2019 di Nangle MR et Al. ha fornito prove di un'associazione tra apprendimento e memoria, attenzione complessa e funzione esecutiva con la salute orale in età avanzata. Il nostro studio ha avuto lo scopo principale di valutare se la profondità di tasca (PD) che è considerata indice ideale di malattia parodontale è associata in qualche modo al Mild Cognitive Impairment (MCI). È stato effettuato uno studio di tipo osservazionale. I pazienti oggetto di studio presentavano caratteristiche peculiari necessarie ed uguali per tutti, dovevano essere affetti da un deficit cognitivo e quindi presentare la diagnosi di MCI ma non di Alzheimer, non dovevano presentare una diagnosi di depressione, non dovevano mostrare edentulia in ultimo non dovevano essere sottoposti a trattamento parodontale. Non essendoci studi scientifici precedenti per calcolare il numero di pazienti necessario abbiamo deciso di selezione un campione consecutivo di 50 pazienti. Si è giunti alla conclusione finale che sussiste una correlazione tra la parodontite e il MCI, seppur non molto forte. Detto ciò la malattia parodontale è correlabile ad un deficit cognitivo lieve, spesso condizione antecedente di demenze più gravi. Tale conclusione pone un importante accento sul ruolo che l’odontoiatra o l’igienista dentale rivestono nell’ambito della prevenzione, poiché la dimensione cognitiva che maggiormente diminuisce in relazione alla parodontite è l’attenzione. Tanto premesso è naturale che l’odontoiatria o l’igienista dentale possano osservare, analizzare e comprendere un deficit dell’attenzione, tramite, ad esempio, semplici domande raccolte durante la compilazione della cartella clinica e durante l’aggiornamento della stessa nelle sedute successive; non solo, anche tramite il feedback relativo all’educazione e istruzione di specifiche manovre di igiene domiciliare, i professionista sanitari possono comprendere se il paziente mostra un deficit di attenzione o memoria. La possibilità di intercettare precocemente la condizione clinica di MCI permette di indirizzare subito il paziente verso cure e trattamenti specifici al fine di eludere la possibilità di un’evoluzione successiva verso il morbo di Alzheimer. Quindi data la scarsità di studi relativi ai meccanismi eziopatogenetici tra la parodontite e l’Alzheimer e date la carenze comportamentali dei pazienti affetti dal morbo, attualmente non è possibile comprende se è la malattia di Alzheimer ad essere responsabile della parodontite o viceversa, ma sicuramente grazie a questo studio osservazionale, sappiamo che il Mild Cognitive Impairment è associato con la malattia parodontale e perciò intercettare tali due condizioni può significare diagnosticare precocemente una condizione patologica come l’Alzheimer, per la quale non esiste ancora un trattamento farmacologico efficace e risolutivo.
Rapporto tra deficit cognitivo lieve e parodontite. Studio osservazionale in un campione di pazienti geriatrici / Messano, GIUSEPPE ALESSIO. - (2020 Feb 18).
Rapporto tra deficit cognitivo lieve e parodontite. Studio osservazionale in un campione di pazienti geriatrici
MESSANO, GIUSEPPE ALESSIO
18/02/2020
Abstract
a popolazione mondiale sta celermente invecchiando e parallelamente aumenta il numero di persone affette da demenza, le quali mostrano gravi difficoltà intellettive e motorie, con perdita totale o parziale di autosufficienza, che si riflette significativamente su parenti e società. La demenza è un importante problema di salute pubblica, in quanto costituisce la causa principale di incapacità a lungo termine nella terza età. È ormai largamente riconosciuto che la malattia parodontale si possa andare ad associare a numerosissimi disordini sistemici legati alla salute dell’individuo. Più di recente alcuni studi hanno rilevato la correlazione tra l’infezione parodontale legata a diverse specie batteriche del cavo orale e l’eziologia del decadimento cognitivo. È stato osservato come, generalmente, la diagnosi della parodontite si basa sulla presenza ed entità dell’infiammazione gengivale, spesso misurata come livello di attacco (CAL), profondità di tasca (PD) ed estensione della perdita di osso alveolare, quest’ultima valutata radiograficamente. Lo stato di Mild Cognitive Impairment (MCI), in italiano compromissione cognitiva lieve, nota anche come disturbo neurocognitivo minore (nel DSM V) è una condizione diagnosticata agli individui che hanno deficit cognitivi che sono maggiori rispetto a quelli che statisticamente si possono aspettare per la loro età e istruzione, ma che non interferiscono significativamente con le loro attività giornaliere. Partendo dai presupposti che la MCI è spesso considerata come precursore dello stato di demenza, un’eventuale associazione tra quest’ultima e la malattia parodontale, attualmente non verificata da nessuno studio, potrebbe influenzare significativamente gli approcci terapeutici nei confronti di entrambe le patologie. Perciò se da un lato, l’obiettivo della ricerca proposta con tale tesi è quello di verificare una possibile correlazione tra MCI e parodontite, dall’altro lato è essenziale menzionare i già avvenuti studi relativi al deterioramento cognitivo ed altre problematiche dentali. Un recente meta analisi del 2019 di Nangle MR et Al. ha fornito prove di un'associazione tra apprendimento e memoria, attenzione complessa e funzione esecutiva con la salute orale in età avanzata. Il nostro studio ha avuto lo scopo principale di valutare se la profondità di tasca (PD) che è considerata indice ideale di malattia parodontale è associata in qualche modo al Mild Cognitive Impairment (MCI). È stato effettuato uno studio di tipo osservazionale. I pazienti oggetto di studio presentavano caratteristiche peculiari necessarie ed uguali per tutti, dovevano essere affetti da un deficit cognitivo e quindi presentare la diagnosi di MCI ma non di Alzheimer, non dovevano presentare una diagnosi di depressione, non dovevano mostrare edentulia in ultimo non dovevano essere sottoposti a trattamento parodontale. Non essendoci studi scientifici precedenti per calcolare il numero di pazienti necessario abbiamo deciso di selezione un campione consecutivo di 50 pazienti. Si è giunti alla conclusione finale che sussiste una correlazione tra la parodontite e il MCI, seppur non molto forte. Detto ciò la malattia parodontale è correlabile ad un deficit cognitivo lieve, spesso condizione antecedente di demenze più gravi. Tale conclusione pone un importante accento sul ruolo che l’odontoiatra o l’igienista dentale rivestono nell’ambito della prevenzione, poiché la dimensione cognitiva che maggiormente diminuisce in relazione alla parodontite è l’attenzione. Tanto premesso è naturale che l’odontoiatria o l’igienista dentale possano osservare, analizzare e comprendere un deficit dell’attenzione, tramite, ad esempio, semplici domande raccolte durante la compilazione della cartella clinica e durante l’aggiornamento della stessa nelle sedute successive; non solo, anche tramite il feedback relativo all’educazione e istruzione di specifiche manovre di igiene domiciliare, i professionista sanitari possono comprendere se il paziente mostra un deficit di attenzione o memoria. La possibilità di intercettare precocemente la condizione clinica di MCI permette di indirizzare subito il paziente verso cure e trattamenti specifici al fine di eludere la possibilità di un’evoluzione successiva verso il morbo di Alzheimer. Quindi data la scarsità di studi relativi ai meccanismi eziopatogenetici tra la parodontite e l’Alzheimer e date la carenze comportamentali dei pazienti affetti dal morbo, attualmente non è possibile comprende se è la malattia di Alzheimer ad essere responsabile della parodontite o viceversa, ma sicuramente grazie a questo studio osservazionale, sappiamo che il Mild Cognitive Impairment è associato con la malattia parodontale e perciò intercettare tali due condizioni può significare diagnosticare precocemente una condizione patologica come l’Alzheimer, per la quale non esiste ancora un trattamento farmacologico efficace e risolutivo.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Tesi_dottorato_Messano.pdf
Open Access dal 21/06/2020
Tipologia:
Tesi di dottorato
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
1.05 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.05 MB | Adobe PDF |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.