La messa a fuoco delle modalità che caratterizzano le varie fasi del conflitto bellico, dall’insorgenza al ristabilimento di una pacificazione, trae spunto da quanto si è osservato in occasione di guerre condotte negli ultimi decenni, specie in Medio Oriente e in Europa, per enucleare alcune questioni significative della tutela del patrimonio storico-architettonico e archeologico. Di particolare interesse è la tendenza che si osserva, in caso di guerra, al rovesciamento degli obiettivi e dei principi tradizionali perseguiti dal restauro e dalla conservazione. Questi, infatti, operano di norma per ‘rivelare’, preservare e valorizzare le fabbriche storiche, perseguendo la prevenzione dei danni, un equilibrato rapporto fra monumento e contesto, l’analisi e la salvaguardia dei valori. Con la guerra, essi si confrontano piuttosto con la necessità di nascondere i beni a rischio, possono esercitare scarsa capacità di controllo preventivo, devono talvolta lasciare il passo alle esigenze di sicurezza della popolazione e, soprattutto, si confrontano con la delicata questione dell’attribuzione di significati alle opere oggetto di tutela. Attraverso l’evidenziazione di alcune fra le maggiori contrapposizioni istituite in tempo di guerra e di pace attorno all’architettura storica e all’intervento su di essa (significato/materia, programmazione/prevenzione, contenimento/restauro, concentrato/diffuso, memoriale/rovina, ricostruzione/integrazione) si evidenziano alcuno tematiche fondamentali nel dibattito contemporaneo del restauro, che rimandano soprattutto alla dialettica istituita fra componente materiale e immateriale del patrimonio e al confronto fra teoria, tempi e luoghi di applicazione.
Patrimonio storico-architettonico e conflitti. Riflessioni per il restauro / Fiorani, Donatella. - In: CONFRONTI. - ISSN 2279-7920. - V, 8-10(2017), pp. 29-42.
Patrimonio storico-architettonico e conflitti. Riflessioni per il restauro
Donatella Fiorani
2017
Abstract
La messa a fuoco delle modalità che caratterizzano le varie fasi del conflitto bellico, dall’insorgenza al ristabilimento di una pacificazione, trae spunto da quanto si è osservato in occasione di guerre condotte negli ultimi decenni, specie in Medio Oriente e in Europa, per enucleare alcune questioni significative della tutela del patrimonio storico-architettonico e archeologico. Di particolare interesse è la tendenza che si osserva, in caso di guerra, al rovesciamento degli obiettivi e dei principi tradizionali perseguiti dal restauro e dalla conservazione. Questi, infatti, operano di norma per ‘rivelare’, preservare e valorizzare le fabbriche storiche, perseguendo la prevenzione dei danni, un equilibrato rapporto fra monumento e contesto, l’analisi e la salvaguardia dei valori. Con la guerra, essi si confrontano piuttosto con la necessità di nascondere i beni a rischio, possono esercitare scarsa capacità di controllo preventivo, devono talvolta lasciare il passo alle esigenze di sicurezza della popolazione e, soprattutto, si confrontano con la delicata questione dell’attribuzione di significati alle opere oggetto di tutela. Attraverso l’evidenziazione di alcune fra le maggiori contrapposizioni istituite in tempo di guerra e di pace attorno all’architettura storica e all’intervento su di essa (significato/materia, programmazione/prevenzione, contenimento/restauro, concentrato/diffuso, memoriale/rovina, ricostruzione/integrazione) si evidenziano alcuno tematiche fondamentali nel dibattito contemporaneo del restauro, che rimandano soprattutto alla dialettica istituita fra componente materiale e immateriale del patrimonio e al confronto fra teoria, tempi e luoghi di applicazione.File | Dimensione | Formato | |
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