Una riflessione sulla PA italiana deve partire da una rilettura delle esperienze di riforma degli ultimi venti anni. Il punto di vista che qui si assume è quello dell’economia pubblica e della nuova economia istituzionale. La prima cosa che emerge è l’intreccio della riforma della PA con la riforma del bilancio e con la spending review, due temi che ci rimandano alle questioni dei controlli e della valutazione. Il nuovo modello di lavoro pubblico è stato applicato in modo meccanico e, soprattutto, tendenzialmente uniforme a tutta l’amministrazione. L’uniformità è l’aspetto più discutibile. L’enfasi sui risultati è fondamentale ma modelli organizzativi, procedure e tecniche di controllo di gestione dovrebbero essere disegnati per adattarsi alla eterogeneità che caratterizza le amministrazioni pubbliche, per lo meno distinguendo tra enti che svolgono attività di produzione di servizi, attività di allocazione e trasferimento di fondi, attività puramente amministrative, attività prevalentemente tecniche. Nella realtà si è tentato di applicare un modello unico, valido per tutti, costruito intorno ad alcuni elementi comuni: destrutturazione dei percorsi di carriera e personale incentivato mediante “retribuzione di risultato”, dirigenti-manager, servizi di controllo interno.
La pubblica amministrazione italiana: il punto di vista di un economista pubblico / Pisauro, Giuseppe. - In: RIVISTA ITALIANA DI PUBLIC MANAGEMENT. - ISSN 2533-2627. - 1:1(2018), pp. 60-67.
La pubblica amministrazione italiana: il punto di vista di un economista pubblico
Giuseppe Pisauro
Primo
2018
Abstract
Una riflessione sulla PA italiana deve partire da una rilettura delle esperienze di riforma degli ultimi venti anni. Il punto di vista che qui si assume è quello dell’economia pubblica e della nuova economia istituzionale. La prima cosa che emerge è l’intreccio della riforma della PA con la riforma del bilancio e con la spending review, due temi che ci rimandano alle questioni dei controlli e della valutazione. Il nuovo modello di lavoro pubblico è stato applicato in modo meccanico e, soprattutto, tendenzialmente uniforme a tutta l’amministrazione. L’uniformità è l’aspetto più discutibile. L’enfasi sui risultati è fondamentale ma modelli organizzativi, procedure e tecniche di controllo di gestione dovrebbero essere disegnati per adattarsi alla eterogeneità che caratterizza le amministrazioni pubbliche, per lo meno distinguendo tra enti che svolgono attività di produzione di servizi, attività di allocazione e trasferimento di fondi, attività puramente amministrative, attività prevalentemente tecniche. Nella realtà si è tentato di applicare un modello unico, valido per tutti, costruito intorno ad alcuni elementi comuni: destrutturazione dei percorsi di carriera e personale incentivato mediante “retribuzione di risultato”, dirigenti-manager, servizi di controllo interno.File | Dimensione | Formato | |
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